Eutanasia, i vescovi italiani esprimono «grave inquietudine» per «la prospettiva di un referendum per depenalizzare l'omicidio del consenziente».
«Autorevoli giuristi - ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, aprendo il Consiglio episcopale permanente dell’organismo - hanno messo in evidenza serie problematiche di compatibilità costituzionale nel quesito per il quale sono state raccolte le firme e nelle conseguenze che un'eventuale abrogazione determinerebbe nell'ordinamento» (Ansa, 28 settembre).
«Senza voler entrare nelle importanti questioni giuridiche implicate - spiega Bassetti, in merito al referendum sull’eutanasia - è necessario ribadire che non vi è espressione di compassione nell'aiutare a morire. Ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali».
Cure palliative al posto di una “fredda” eutanasia. La linea dei vescovi non ammette passi indietro.
C'è una «contraddizione stridente», precisa, infatti, il cardinale Bassetti, «tra la mobilitazione solidale, che ha visto un Paese intero attivarsi contro un virus portatore di morte, e un'iniziativa che, a prescindere dalle intenzioni dei singoli firmatari della richiesta referendaria, propone una soluzione che rappresenta una sconfitta dell'umano. Chi soffre va accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita. Occorre chiedere l'applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del dolore» (Il Sole 24 Ore, 28 settembre).
Il presidente dei vescovi ha parlato dei limiti del referendum sull’eutanasia, nel contesto della pandemia che sta già mettendo a dura prova il nostro Paese.
«Le ferite causate dalla pandemia nel tessuto economico-sociale del Paese sono ancora profonde - dice il presidente dei vescovi -. Basti pensare che rispetto a due anni fa, nonostante il recupero degli ultimi mesi, mancano all’appello ancora migliaia di posti di lavoro. Il nuovo Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale conferma che quasi uno su tre dei nuovi poveri del 2020 si è rivolto ai Centri Caritas anche nel corso del 2021. Una rilevazione dal significato ambivalente. Da una parte, può essere indice dei primi effetti positivi della ripresa. Dall’altra, mostra che ancora non si è tornati ai livelli pre-crisi in cui la povertà era, comunque, un’emergenza sociale.
Anziché arrovellarsi sul dibattito per l’eutanasia, per Bassetti è fondamentale pensare a come distribuire in modo equo «i benefici della crescita economica», e fare in modo che «le disuguaglianze siano meno marcate».
«Così come non va perduta l’occasione storica di attribuire al nuovo assegno unico per i figli una dotazione finanziaria adeguata al compito strategico che questa misura è chiamata a svolgere. Per scaldarsi dal freddo dell’inverno demografico - conclude Bassetti - serve un modello di sviluppo chiaro nei principi e negli indirizzi di fondo. Che sappia non solo farsi carico, ma armonizzare in un quadro organico le varie stagioni della vita».