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Il Papa: la Chiesa allontani la mentalità del “nido” che chiude ed esclude

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Antoine Mekary | ALETEIA

Vatican News - pubblicato il 26/09/21

All’Angelus, Francesco ricorda che l'atteggiamento della chiusura è la radice di “tanti grandi mali della storia”. L’invito è ad essere Chiesa che accoglie e non dei “primi della classe” perché lo Spirito Santo vuole apertura, comunità "dove ci sia posto per tutti”. Dopo la preghiera mariana il ricordo dell'odierna Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, Francesco ha anche espresso la sua vicinanza alla popolazione di La Palma, nelle Canarie, provata dall'eruzione del vulcano

Chiudersi, dividersi, escludere e giudicare. Papa Francesco, spiegando all’Angelus il Vangelo del giorno, mette in guardia dalla tentazione presente nel mondo e nella Chiesa di creare gruppi che credono di detenere la verità. Guardando agli apostoli che impedirono ad un uomo di scacciare i demoni, pur avendone le capacità, Gesù – spiega il Papa – li invita a non ostacolare chi si adopera per il bene. Tentazione ed esortazione: sono le due parole sulle quali Francesco si sofferma, nessuno ha “l’esclusiva su Gesù”, tutti – aggiunge il Papa – siamo chiamati ad allontanarci dalla mentalità del “nido”:

Ogni chiusura, infatti, fa tenere a distanza chi non la pensa come noi. Questo – lo sappiamo – è la radice di tanti grandi mali della storia: dell’assolutismo che spesso ha generato dittature e di tante violenze nei confronti di chi è diverso.

La chiusura, una tentazione

Impedire “un’opera di bene solo perché chi l’ha compiuta non apparteneva al loro gruppo” è una tentazione che porta a sentire i discepoli “gli unici autorizzati a lavorare per il Regno di Dio”, “finiscono per sentirsi prediletti e considerano gli altri come estranei, fino a diventare ostili nei loro confronti”. Occorre – sottolinea Papa Francesco – vigilare anche sulla chiusura nella Chiesa, non sentirsi “i primi della classe”, non esibire la “patente di credenti” per giudicare ed escludere ma camminare insieme per essere “comunità umili e aperte”.

Chiediamo la grazia di superare la tentazione di giudicare e di catalogare, e che Dio ci preservi dalla mentalità del “nido” – mentalità del nido – quella di custodirci gelosamente nel piccolo gruppo di chi si ritiene buono: il prete con i suoi fedelissimi, gli operatori pastorali chiusi tra di loro perché nessuno si infiltri, i movimenti e le associazioni nel proprio carisma particolare, e così via. Chiusi. 

“Tutto ciò – aggiunge il Papa – rischia di fare delle comunità cristiane dei luoghi di separazione e non di comunione. Lo Spirito Santo non vuole chiusure; vuole apertura, comunità accoglienti dove ci sia posto per tutti”.

Il taglio radicale

Attenzione però alla tentazione di giudicare senza guardare a noi stessi. “Il rischio è quello di essere inflessibili verso gli altri e indulgenti verso di noi”. Mai patti con il male, Gesù ci spinge ad essere netti: “Se qualcosa in te è motivo di scandalo, taglialo!”

Gesù è radicale in questo, esigente, ma per il nostro bene, come un bravo medico. Ogni taglio, ogni potatura, è per crescere meglio e portare frutto nell’amore. Chiediamoci allora: cosa c’è in me che contrasta col Vangelo? Che cosa, concretamente, Gesù vuole che io tagli nella mia vita?

Il pensiero ai migranti, alle Canarie e al beato Fornasini

Al termine della preghiera mariana, Papa Francesco si è soffermato sulla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato invitando a costruire un mondo più inclusivo e a camminare insieme senza pregiudizi. Poi la preghiera per chi è stato evacuato a La Palma, nelle Canarie, dopo l’eruzione del vulcano e il pensiero a don Giovanni Fornasini che oggi pomeriggio a Bologna sarà beatificato.

L’originale su Vatican News

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