Recentemente il New York Times si è chiesto perché le suore catturino ancora molta attenzione mediatica. E lei, l'ultima monaca birraia tedesca potrebbe avere un'ottima risposta: chi dice sì a Dio, arriva a incontrarlo e lodarlo in ogni briciolo (o goccio) di realtà.
Cerca qualcuno che la sostituisca, questa è la vera notizia e molti saranno scontenti che la chiamata a questa vocazione sia femminile. Nell’abbazia francescana di Mallersdorf, in Baviera, c’è l’ultima mastra birraia, suor Doris Engelhard. Ha superato la soglia dei 70 anni e vorrebbe cedere il testimone: da 45 anni si alza alle 5.30 di mattina e dopo preghiere e Messa entra a lavorare nel birrificio dell’abbazia.
Appena 10 giorni fa il New York Times ha parlato di suore, interrogandosi sul perché queste figure siano ancora al centro di tanta narrazione contemporanea, libri e fiction soprattutto. E, a parte un affondo sullo stereotipo della suora cattiva su cui è parecchio facile speculare, c’è il riconoscimento che le donne che hanno detto un Sì totale a Dio occupano avamposti coraggiosi, prime linee anche molto rivoluzionarie.
Se il prete è la figura frontale della Chiesa, che si fa mediatore tra Dio e il fedele, le suore sono l’avamposto di frontiera vicino a chi soffre: portano Dio agli umili, ai poveri, agli ammalati, a chi è in carcere. A quelli, in altre parole, che la società ritiene superflui, vuoti a perdere.
E a tutti noi viene in mente Santa Teresa di Calcutta. Ci sono frontiere davvero estreme, abitate da presenze femminili che fanno arrossire le rivendicazioni di certe femministe. Ma ci sono anche frontiere invisibili. Milioni di uomini e donne comuni vivono ogni giorno una vita ‘normale’ (casa-lavoro-casa) e Dio è escluso sottovoce da questo contesto normale. Ci sono avamposti di dolore ed emarginazione indicibili, ma può esserci un’emarginazione radicale anche nella persona comune, quella il cui tran tran quotidiano è alienato dalla compagnia di Dio. Tutto va bene, ma niente ha più sapore.
E allora si può servire Dio anche facendo una buona birra. Le mani e la fatica di Suor Doris creano un prodotto che finisce sulla tavola di tantissimi. La tavola, l’ultima esperienza che Gesù ha fatto insieme ai suoi amici prima della Passione.
Ultima monaca birraia d’Europa, suor Doris è una vera forza della natura: oltre a produrre da sola circa 3 mila ettolitri l’anno di birra, questa Braumeister (mastra birraia) ama il suo lavoro e lo fa con una gioia contagiosa, la stessa che prova ad amare il Signore: «Puoi servire Dio ovunque, non importa che professione o che mestiere fai. E’ bello far piacere a Dio, alle mie consorelle e insieme alla nostra clientela».