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Come preparare i figli all’inizio del catechismo?

COMMUNION

Marko Vombergar | Aleteia

Merche Crespo - pubblicato il 21/09/21

La catechesi di preparazione alla Prima Comunione non è un'attività extrascolastica come tante. Per i bambini significa scoprire il tesoro dell'Eucaristia

Inizia un nuovo corso, e noi famiglie ci organizziamo per conciliare al meglio gli orari di grandi e piccoli per trovare una compatibilità tra tempo dedicato allo studio e al lavoro e tempo in famiglia.

Tra le attività dei piccoli di casa, c’è forse anche l’inizio della catechesi per la preparazione alla Prima Comunione, un periodo più o meno lungo in base alla diocesi in cui i bambini ricevono la formazione necessaria e adatta alla loro età per accostarsi per la prima volta all’Eucaristia.

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In questo caso, come genitori che vivono una fede coerente e impegnata, dovremmo trasmettere ai nostri figli una serie di idee:

  • La catechesi che sta per iniziare non è un’attività extrascolastica come tante, e quindi bisogna darle priorità sulle altre attività, non inserirla nel buco della settimana che resta libero.
  • A catechismo insegneranno, come facciamo in casa, a mettere Gesù al primo posto. Il bambino imparerà a trattare Gesù, ad avere un incontro personale con Lui.
  • Bisogna quindi prepararli per l’occasione: arrivare puntuali in parrocchia, salutare il parroco, il catechista e i compagni di gruppi e far sì che si abbia nella testa e nel cuore il desiderio di salutare in qualche momento Gesù nel tabernacolo.
  • Come genitori che vogliono dare l’esempio, dobbiamo mostrare davanti ai bambini un vero entusiasmo nei confronti di Gesù e contagiarli con la fede che possediamo, crediamo e viviamo. I nostri figli devono notare che Gesù riempie il cuore e la vita.
  • Come quando andiamo alla Messa domenicale cerchiamo di assistervi con tutta la famiglia ben sistemati per l’occasione, anche quando si va a catechismo bisogna “essere presentabili” e bendisposti.
  • Visto che in genere la catechesi si svolge in parrocchia, sarebbe auspicabile che ogni bambino vada nella sua parrocchia, in cui è già conosciuto dal parroco, dai catechisti e dalle altre famiglie. Lì il bambino si sente accolto e a suo agio. In questo modo si costruisce la comunità.
  • Come con qualsiasi altra attività, la catechesi richiede un materiale minimo per potersi realizzare. Come se ci si iscrive a basket si ha bisogno di scarpe sportive adeguate, per andare a catechismo servono i libri e il materiale che aiutano ad avvicinarsi a Dio.
  • Bisogna anche stringere un rapporto cordiale con il catechista del proprio figlio, come a scuola si parla con i professori o con l’allenatore dello sport che pratica.
  • Anche se il catechista non è né professore né allenatore, è molto di più! È la persona in cui riponiamo la fiducia nel fatto che scopra agli occhi di nostro figlio il suo cammino di fede.

In definitiva, noi genitori siamo i primi responsabili della trasmissione della fede ai nostri figli. La nostra famiglia è la nostra chiesa domestica, e la parrocchia, soprattutto quella a cui apparteniamo, ma anche la Chiesa in generale, può e deve aiutare le famiglie a catechizzare i bambini.

È forse questa la nuova sfida che affrontano le parrocchie in questo momento: dare valore e un ruolo alle famiglie nella missione evangelizzatrice.

Per questo, è possibile che le parrocchie debbano cambiare il formato della catechesi per aiutare i genitori ad essere i primi catechisti dei loro figli. Per riuscirci, non c’è nulla di meglio e più adeguato che iniziare una catechesi familiare.

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