A 11 anni ha scalato il versante italiano del Cervino, raggiungendo quota 4478 metri. Una bella notizia, ci ricorda che nonostante l'orizzonte emotivo pesante che grava sui giovani, non si spegne in loro la tempra degli scalatori, la chiamata verso l'alto.
«Ha scalato il Cervino» non è una giustificazione che molti genitori useranno nel libretto delle assenze dei figli, ma la mamma di Federico Tomasi ha dovuto proprio scrivere così. Federico è mancato da scuola i primi due giorni, frequenta la seconda media in Piemonte e ha compiuto un’impresa storica. Nell’attuale panorama desolante di psico-pandemia (paghiamo le conseguenze emotive del dramma sanitario) i nostri giovani sono tra i più feriti, si buttano giù fino al punto estremo di togliersi la vita. Ma – non dimentichiamolo – hanno scritto nel cuore il desiderio di salire fino al cielo.
La mattina del 14 settembre Federico Tomasi, 11 anni di Beinasco (Torino), ha messo lo zaino in spalle e si è accinto a scalare il monte Cervino. La scelta di fare questa scalata proprio nei giorni che coincidevano con la ripresa dell’anno scolastico è stata prevalentemente tecnica e dettata dal meteo. Le condizioni atmosferiche per le giornate del 14 e 15 settembre erano ideali per mettere a frutto un’impresa a cui Federico ha dedicato un anno di preparazione.
Il sogno è nato leggendo di un suo coetaneo scozzese Jules Molyneaux riuscirci, passando però dal versante svizzero, lui invece ha scelto l’italiano: “Se ce la fa lui voglio provare anche io, ho pensato”. Era un anno fa, così ad agosto, alla Rognosa di Sestriere, guardando il Monviso e il Cervino, ha detto a suo padre Fabio, “Papà io li scalerò”.