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I “due papi” contro la deriva omosessualista dell’Europa: scopra l’ecologia umana!

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OSSERVATORE ROMANO / AFP

Giovanni Marcotullio - pubblicato il 16/09/21

Esce oggi per i tipi di Cantagalli il terzo volume dei “Testi scelti” di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, dedicato a “L’Europa”. L’entusiasta introduzione di Papa Francesco accredita la miscellanea come un utile sussidiario per la comprensione del suo stesso magistero sull’Unione Europea.

Oggi la rassegna stampa torna a proporci la bizzarra (ma tutt’altro che inedita) triangolazione “Europa-omosessualismo-Chiesa”: un poco per via della sentenza di Strasburgo che il 14 settembre invitava gli Stati membri dell’Unione a riconoscere i “matrimoni omosessuali” (addirittura aprendo ai “rapporti di genitorialità”!); un poco per il riverbero che la questione ha avuto nella conferenza stampa papale sul volo di ritorno da Bratislava

A Stefano Maria Paci, di SkyTg24, che gli poneva la domanda, il Papa rispondeva infatti: 

Ho parlato chiaro su questo. Il matrimonio è un sacramento. Il matrimonio è un sacramento. La Chiesa non ha il potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti. Queste sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente, di orientamento sessuale diverso. E questo è importante, che si aiuti la gente. Ma senza imporre cose che, per la sua natura, nella Chiesa non vanno. Ma se loro vogliono portare la vita insieme, una coppia omosessuale, gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dare loro sicurezza di eredità, di salute,… I francesi hanno una legge su questo, non solo per gli omosessuali, per tutte le persone che vogliono associarsi. Ma il matrimonio è il matrimonio. Questo non vuol dire condannare le persone che sono così, no, per favore, sono fratelli e sorelle nostri. Dobbiamo accompagnarli. Ma il matrimonio come sacramento è chiaro, è chiaro. Che ci siano leggi civili che… Tre vedove, per esempio, che vogliono associarsi in una legge per avere il servizio sanitario, per avere poi l’eredità fra loro, ma si fanno queste cose. Questo è il Pacs francese, ma niente a che vedere con le coppie omosessuali; le coppie omosessuali possono usarla, possono usarla, ma il matrimonio come sacramento è uomo-donna. A volte, su quello che io dicevo, si crea confusione. Sì, dobbiamo, tutti uguali, rispettare tutti; il Signore è buono e salverà tutti. Questo non dirlo a voce alta [ride], ma il Signore vuole la salvezza di tutti. Ma per favore non fare che la Chiesa rinneghi la sua verità. Tanti, tante persone di orientamento omosessuale si accostano al sacramento della penitenza e si accostano per chiedere consiglio ai sacerdoti, e la Chiesa li aiuta ad andare avanti nella propria vita, ma il sacramento del matrimonio non va. Grazie.

Per tre volte Francesco ha usato l’aggettivo avverbiale “chiaro”, e anzi sembra che abbia ben presente il timore di essere strumentalizzato («…a volte su quello che dicevo si crea confusione…»): puntualmente i media hanno titolato “Papa Francesco, sì alle unioni civili”, laddove chiunque legga l’integrale della risposta ben comprende come il Papa benedica semmai i Pacs alla francese sottolineando che essi si applicano non solo alle coppie gay («niente a che vedere con le coppie omosessuali», addirittura!). 

Quanto all’Europa, anzi ad «alcuni interessi, forse non europei, cercano di usare l’Unione Europea per le colonizzazioni ideologiche» (!), Francesco aveva dedicato la risposta alla prima domanda, sul “futuro del cristianesimo europeo”, posta da un giornalista ungherese: 

[…]

In genere, l’Europa deve – lo dico sempre, questo, lo ripeto – prendere i sogni dei grandi, dei padri fondatori dell’Unione Europea. L’Unione Europea non è – diciamo – una riunione per fare le cose…, è un fatto molto spirituale, c’è uno spirito alla base dell’Unione Europea, che hanno sognato Schuman, Adenauer, De Gasperi, questi grandi: tornare lì. Perché c’è un pericolo: che sia soltanto un ufficio di gestione, l’Unione Europea, e questo non va. Deve andare proprio alla mistica [allo spirito], cercare le radici dell’Europa e portarle avanti. E credo che tutti i Paesi debbano andare avanti. È vero che alcuni interessi, forse non europei, cercano di usare l’Unione Europea per le colonizzazioni ideologiche, e questo non va. No, l’Unione Europea dev’essere indipendente in sé stessa, e tutti i Paesi allo stesso livello, ispirati dal sogno dei grandi fondatori. Questa è la mia idea. […]

Sembra lecito interrogarsi sulle priorità individuate dall’attuale dirigenza dell’Unione europea – “matrimoni” omosessuali, esercito e intelligence federali… –, soprattutto nell’àmbito di un discernimento orientato al “sogno dei Padri fondatori”. 

A una riflessione in tal senso sembra fortuitamente corrispondere anche la tempestiva uscita del terzo volume dei “Testi scelti” di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, curati da Pierluca Azzaro e Carlos Granados per i tipi senesi di Cantagalli. È una miscellanea tematica, come si capisce, e se non sono inediti i testi raccolti nelle quattro ricche parti del libro, certamente è emblematica la breve nota che lo stesso Benedetto XVI ha vergato per la pubblicazione: 

Con la legalizzazione in sedici Stati europei del “matrimonio omosessuale”, il tema matrimonio e famiglia ha assunto una nuova dimensione che non si può certo ignorare. Si assiste alla deformazione della coscienza che evidentemente è penetrata profondamente in settori del popolo cattolico. A questo non si può rispondere con qualche piccolo moralismo e nemmeno con qualche rimando esegetico. Il problema va in profondità e dunque deve essere affrontato in termini di fondo. 

Benedetto XVI, Rendere giustizia di fronte a Dio del compito affidatoci per l’uomo, in Pierluca Azzaro e Carlos Granados (edd.), Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, La vera Europa. Identità e missione, 7 

Raramente un libro ha la “fortuna” di uscire sul tema del giorno, e ciò si rivela ancora più raro quando il libro è una raccolta di scritti già pubblicati: la coincidenza si deve però non alla “fortuna” ma proprio alla “deformazione della coscienza” che è «penetrata profondamente in settori del popolo cattolico». 

Il Papa emerito fa quindi partire la sua riflessione dall’osservazione che 

il concetto di “matrimonio omosessuale” è in contraddizione con tutte le culture dell’umanità che si sono succedute sino a oggi, e significa dunque una rivoluzione culturale che si contrappone a tutta la tradizione dell’umanità sino a oggi. 

Ibid

Allineando i concetti con la facilità che gli è sempre stata propria, Benedetto XVI ha rimandato un punto-chiave di questa deformazione all’introduzione della pillola contraccettiva, ovvero a ciò che quel fatto epocale ha significato per la civiltà occidentale – «la separazione in termini di principio tra sessualità e fecondità» (ivi, 8). 

Tramite un altro paio di passaggi (su aborto, eutanasia e transumanesimo), il Papa emerito arriva ad additare la contraddizione dell’ingranaggio… e al contempo una possibile via di rimedio: 

Il movimento ecologico ha scoperto il limite di quello che si può fare e ha riconosciuto che la “natura” stabilisce per noi una misura che non possiamo impunemente ignorare. Purtroppo non si è ancora concretizzata “l’ecologia dell’uomo”. Anche l’uomo possiede una “natura” che gli è data, e il violentarla o il negarla conduce all’autodi|struzione. Proprio di questi si tratta anche nel caso della creazione dell’uomo come maschio e femmina, che viene ignorata nel postulato del “matrimonio omosessuale”. 

Ivi, 8-9 

Immancabilmente si alzerà la solita ridda di schiamazzi: «Eccolo che torna a cantare le sue canzoni retrograde!» «Ma non doveva tacere? E taccia!» «Quell’irresponsabile alimenta la fronda antibergogliana!». O forse stavolta il chiacchiericcio sarà più sommesso, se non altro perché a introdurre il libro (con un testo datato 28 luglio 2021) c’è lo stesso papa Francesco, che sottolinea in apertura la liaison tra la questione sollevata dall’autore e l’Unione Europea: 

Sono lieto di introdurre il presente volume, che raccoglie testi scelti di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI sull’Europa, opportunamente pubblicato per il 50º anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’Unione Europea. 

Francesco, Introduzione, in Pierluca Azzaro e Carlos Granados (edd.), Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, La vera Europa. Identità e missione, 5 

Prosegue così l’augusto prefatore: 

Con la limpidezza, l’immediata accessibilità e insieme la profondità che gli sono proprie, il Papa emerito delinea qui magnificamente quella “idea d’Europa” che ha indubbiamente ispirato i suoi Padri fondatori e che sta alla base della sua grandezza ed il cui definitivo offuscamento sancirebbe il suo complessivo e irreversibile declino. 

Ibid

Sembrerebbe di poter quindi prendere il testo oggi in uscita come dettagliato commento degli spunti offerti da Francesco nella conferenza stampa di ieri al ritorno da Bratislava. L’Europa è una magnifica intuizione, ha detto e ripetuto molte volte Francesco, ma molto spesso rischia di dimenticare la propria identità e il proprio destino: 

Al di là di tante parole e di proclami altisonanti, oggi in Europa va sempre più smarrendosi proprio l’idea del rispetto di ogni vita umana a partire dalla perdita della consapevolezza della sua sacralità, cioè proprio a partire dall’offuscamento della coscienza che siamo creature di Dio. Benedetto XVI non ha paura di denunciare negli anni con grande coraggio e lungimiranza le tante manifestazioni di questa drammatica rinuncia all’idea di creazione, | sino alle attuali, ultime conseguenze, descritte in modo assolutamente chiaro e convincente nel testo introduttivo. 

Ivi, 5-6 

Come sempre è avvenuto per i profeti, anche i migliori testi dei Vescovi cattolici (e dei Romani Pontefici) vengono ignorati, o se ciò non è possibile avversati, o se ciò non è possibile strumentalizzati dal “mondo”; come sempre è avvenuto per i profeti, anche gli autori di questi testi vengono maledetti e per loro s’invocano il silenzio e l’oblio (in attesa della damnatio memoriæ da operarsi postuma); come sempre è avvenuto per i profeti, però, anche l’apparente ruvidità del messaggio contiene un annuncio evangelico, cioè l’indicazione di una via per la realizzazione terrena e la felicità eterna. 

Così – conclude infatti Francesco –, svelandoci il segreto della sua letizia in questi tempi difficili, Benedetto XVI ci indica anche la strada da percorrere per la rinascita dell’Europa. 

Ivi, 6
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