Come hanno seguito il nuovo cammino di fede?
Hanno iniziato ad andare a Messa più spesso, e vari sacerdoti li hanno aiutati e accompagnati nel lorolo dolore. Dal 2016, dicono, hanno una vita di preghiera continua. Pregano insieme ogni mattina con la Bibbia, e poi separatamente altri 45 minuti ciascuno in una stanza. È una routine che hanno voluto stabilire e che dà loro speranza. Prima di dormire, Sylvine scrive alle figlie, prega e legge nuovamente la Bibbia.
Suo marito recita l’Angelus ogni giorno e prega la Santissima Trinità. Come dice, sono tre preghiere per ottenere forza, saggezza e misericordia. Entrambi partecipano anche come coppia a pellegrinaggi e soggiornano nelle abbazie.
Le figlie sono sempre presenti
Hanno una vita di silenzio e meditazione. Ricordano le figlie con ogni cosa e in ogni luogo, e affermano che anche se la sofferenza non è cambiata, la vivono meglio pensando che le figlie siano con la Vergine. Sanno che non ci saranno più ricordi e che non potranno mai diventare nonni, ma dicono che Anna e Marion saranno sempre con loro.
Ora, mentre a Parigi si celebra il processo contro i terroristi che hanno provocato 137 morti e 415 feriti nelle strade e nella sala Bataclan, Érick e Sylvine hanno deciso di pubblicare un libro.
Si intitola Attentats du Bataclan: l’espérance qui nous fait vivre (Gli attentati del Bataclan: la fede che ci mantiene vivi), ed è un racconto con cui cercano di avvicinare a Dio coloro che hanno subìto una disgrazia perché non restino nel vuoto di non sapere cosa fare. Loro, nel frattempo, cercano di andare avanti. La loro fede e il fatto di sapere che un giorno incontreranno di nuovo le figlie è l’unica speranza che nutrono.