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Spiritualità
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Armi subdole che il diavolo usa per attaccare gli uomini e la loro anima

ANTICHRIST

Shutterstock | Luigi Galli

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 15/09/21

Spiega quali sono un autorevole Padre della Chiesa, San Giovanni della Croce. Che presenta il demonio simile a un bandito da strada, in agguato nel punto preciso in cui l’anima accede verso la contemplazione e l'incontro con Dio

Il diavolo agisce e lo fa prevalentemente sull’anima delle persone: un autorevole Padre della Chiesa come San Giovanni della Croce spiega come agisce il demonio e come prova a distruggere l’avvicinamento dell’anima a DIo. 

Fede e umiltà

Don Marcello Stanzione lo spiega nel libro  “L’universo demoniaco” (Sugarco edizioni). Tutte le tentazioni del demonio, dice San Giovanni della Croce, mirano a distruggere due punti basilari della roccaforte dell’anima: da un lato la fede, che è la base di tutta la vita teologale. Dall’altro l’umiltà, che ha la stessa parte fondamentale nel campo morale. 

La fede ci fa possessori della realtà stessa di Dio. Tutto lo sforzo del demonio mira dunque a farci venir meno la fede e a nutrirci di quelle apparenze di cui la nostra sensibilità è persino troppo avida.

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San Giovanni della Croce (1542-1591). Si racconta che quando discuteva dei misteri della Santa Trinità con santa Teresa d’Avila si elevasse, preso da un repentino rapimento estatico, trascinando con sé la sedia su cui era seduto. In un simile momento di torpore mistico, Teresa pure si elevò, accompagnando in un medesimo volo il suo santo visitatore.

Imperdirle di giungere a Dio

Il preciso scopo immediato della lotta, che il demonio intraprende contro l’anima, consiste nell’impedirle di giungere al pieno possesso dell’essere di Dio, nella fede che illumina e nell’umiltà che ama.

La luce della fede che ci promette di possedere Dio nella sua realtà, sebbene oscuramente, «è più che tenebre per il demonio».

Un bandito in strada

Le due pagine più importanti di tutta l’opera di San Giovanni della Croce riguardo al demonio sono quelle in cui lo presenta, simile a un bandito da strada, in agguato nel punto preciso in cui l’anima, tralasciando a poco a poco un modo di trattare con Dio ancora troppo umano, accede a quella via diretta dell’unione che è contemplazione. Il malvagio si mette qui molto astutamente in agguato sul passaggio che vi è dal senso allo spirito. 

Lo sbarramento del diavolo

Vi è qualche cosa di drammatico nella descrizione che San Giovanni della Croce fa della tattica del demonio. Mentre l’anima tenta di penetrare sempre più nell’interno di se stessa, fino al centro ove Dio risiede, passando per le sette dimore, il demonio le sbarra la strada a ogni valico importante. Ma soprattutto a quello che immette nella via della fede pura. È qui soltanto che si può capire l’importanza delle tentazioni che dipendono dalla sensibilità. Il Santo afferma sempre che il demonio non può aver influenza diretta sulle facoltà spirituali dell’anima e meno ancora penetrare fino alla sua sostanza; ciò che Dio solo può fare.

È unicamente mediante le facoltà sensibili che il demonio può agire sull’anima. Questo è il suo proprio dominio. 

DEVIL

Il pretesto del bene

L’astuzia più comune del demonio consiste nell’imprigionare nelle sue reti sotto pretesto di bene. Da ciò il pericolo di accettare temerariamente le visioni esterne, le immaginazioni interne, le emozioni sensibili nei rapporti con Dio. Riesce assai facile al demonio colarvi dentro i suoi errori, condurre in tal modo l’anima a puntare su altre cose che non siano la fede pura. 

Il solo fatto di derogare dalla fede è già un grave danno. Soltanto per desiderare queste visioni e queste impressioni sensibili l’anima si ricopre d’asperità. L’ostinazione di certe anime si fa talvolta paurosa, poiché di pari passo si sviluppano liberamente la compiacenza di sé e l’orgoglio, al punto che diventa impossibile disingannarle.

Superbi e peggiori del demonio

Ma come non sentirsi turbati dall’affermazione del Santo che ci mostra anime già inoltrate sulla via della perfezione, sedotte dal demonio delle visioni esteriori o delle esperienze sensibili, al punto «che il loro ritorno sulla via pura della virtù e del vero spirito è molto difficile»? 

Alcuni, avviati sinceramente verso Dio, si sono lasciati nutrire di immaginazioni interiori; poi l’orgoglio ci si mette di mezzo ed essi diventano sprezzanti verso gli altri. «Taluni diventano così superbi, che sono peggiori del diavolo».

La battaglia per renderci meno umili 

Siamo qui ben lontani dal demonio sogghignante e dai frastuoni notturni. Eppure il significato è il medesimo. Sono modi di sbarrare la via della pura fede, qui per mezzo della paura, là con tentazioni più pericolose, per mezzo dell’attrattiva. È ovvio che il demonio sia nemico dell’umiltà, poiché il suo peccato fu peccato d’orgoglio ed egli vi rimase inchiodato in eterno. Agendo sull’anima nel piano morale, egli mette tanta ostinazione a combattere l’umiltà, quanta ne mette a combatter la fede.

Voci interiori e piacevoli sentimenti 

Ad ogni occasione San Giovanni della Croce segnala il perpetuo invito del demonio all’orgoglio, soprattutto quando si tratta dei rapporti con Dio.

La tattica usata dal diavolo è più volte descritta dal Santo. Quasi sempre il demonio si insinua nell’opera di Dio: voci interiori, piacevoli sentimenti, visioni dell’immaginazione. Una segreta favorevole opinione di se stessi non sembra a tutta prima una cosa tanto mostruosa. Ma si desidera presto di conoscere più numerose esperienze sensibili. Il demonio non si astiene dal far penetrare furtivamente la sua merce. E con lo stesso colpo intacca la fede, alla quale si è venuti meno appoggiandosi alla sensibilità, e l’umiltà che è ridotta a mal partito dalla silenziosa adorazione della propria virtù.

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