Una volta "maledetta" era la primavera, ma da quando non ci sono più le mezze stagioni bisogna adattarsi e anche a Loretta Goggi è toccato un (triste) restyling del suo storico brano.
"Maledetti social" sarebbe il titolo perfetto per l'ultimo pezzo di addio al web scritto dalla cantante e presentatrice direttamente sul suo profilo Facebook. No, nessun arrangiamento musicale o playback per cui è stata così duramente criticata dopo l'esibizione ai Seat Music Awards all'Arena di Verona. Solo un triste sfogo in prosa per salutare i fan e per congedarsi dal mondo virtuale, da cui però, leggendolo, trapela benissimo il tono di voce deluso e rassegnato della Loretta nazionale.
Vestita come un pagliaccio, ridicola, un viso di plastica sono solo alcuni dei duri commenti sui profili social e il sito web della cantante che proprio a Verona festeggiava l'anniversario dei quaranta anni del suo brano più amato.
Gli insulti feriscono. A tutte le età. Non importa da quanto tempo tu sia nella mischia o quante ne abbia viste. È impossibile passare sopra alla cattiveria.
Ti si attacca addosso peggio dell'odore del fritto sui capelli e puoi censurarla come hanno fatto i social media manager sull'account della cantante, ma brucia maledettamente, per dirlo Goggi-style.
Incassi il colpo, con eleganza, come ha fatto lei che di classe ne ha da vendere e poi prendi le distanze:
Mi ha fatto molta tenerezza vedere questa donna, con alle spalle una carriera che la dice già lunga e non ha nulla da dimostrare direi, sempre sorridente e con un temperamento forte e deciso, mettere in mostra la sua vulnerabilità. Scusarsi, giustificare e nel mentre difendere il suo essere anche "fuori moda" o fuori tempo per avere scampo dai "leoni da tastiera" sempre sul pezzo (di qualcun altro…).
Una grande lezione. Perché se è vero che gli insulti fanno soffrire è anche vero che spesso, la cosa più difficile da fare davanti all'odio gratuito è proprio tacere ed evitare di diventare vittima dello stesso gioco perverso.
Contro quei "commenti di una cattiveria, un'arroganza, una gratuità indescrivibili, tali da costringere il mio staff a cancellarne alcuni" difendersi ha poco a che vedere col rispondere a ogni hater e invece ha molto più a che fare col "non ti curar di loro". Non solo perché è ciò che vogliono, ma perché continuerebbe a ferie noi, quell'odio che monta come l'albume delle uova quando fai le meringhe.
È un attimo ritrovarsi una ciotola piena e non sapere più nemmeno dove è cominciato.
Ci sono vittorie che non hanno l'ultima parola o la ragione in tasca.
Pochi di noi avrebbero il coraggio di fare un passo così definitivo uscendo da quei social che sono parte integrante della nostra vita. Loretta Goggi, forse anche perché non ancora così legata ai meccanismi digitali e appartenente a quel mondo fatto di incontri senza Zoom, telefonate invece che faccine Whatsapp e compagnia, si è concessa questo che a me sembra un lusso più dell'ultimo paio di Louboutin.
Raccolgo l'ennesima lezione di "buon gusto", come lo ha definito lei stessa, ed educazione di Loretta, ma soprattutto l'esempio di quel moderno e tanto di moda "self care" che, invece, non ha età:
l'odio non ci fa bene (ho il sospetto che aumenti anche la cellulite), abbiamo il coraggio di prendere le distanze.
È un lusso che davvero tutti possiamo concederci.