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Nel segno di Maria il 4° ritiro del Movimento femminile delle donne cristiane

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Giusy D'Amico

Paola Belletti - pubblicato il 10/09/21

Si è svolto nel giorno della Natività di Maria, l'8 settembre 2021, il quarto ritiro spirituale di un movimento che si pone a servizio della Chiesa e della missione della donna e che non vuole essere la versione cattolica del femminismo radicale.

Il quarto ritiro del Movimento

Lanciato in rete l’8 settembre del 2017, anno della sua fondazione, in occasione della festa della Natività della Beata Vergine Maria, il Movimento femminile delle donne cristiane prosegue, spedito e umile, il suo cammino.

Si è svolto infatti due giorni fa il quarto ritiro spirituale presso la Basilica di S. Teresa di Gesù Bambino ad Anzio.

Nel pieno rispetto delle misure per il contenimento del contagio da Covid 19 (se ci fosse una tassa su questa espressione, credo, avremmo già abbassato di qualche punto il debito nazionale) si è snodato tra preghiera – con le Lodi mattutine, la meditazione della Parola, la catechesi di Don Antonello Iapicca e la celebrazione della Santa Messa. Prima di concludere il ritiro c’è stata anche la condivisione di una testimonianza di vita (e morte e resurrezione) di una giovane donna da poco deceduta proprio a causa dell’infezione da Sars-CoV-2 che l’ha sorpresa in piena e durissima battaglia con una patologia oncologica.

Il commento della fondatrice

Così racconta Giusy D’Amico la natura del movimento, i passi compiuti finora e la ricchezza della giornata condivisa.

Negli ultimi due anni il movimento, presente sul web con una pagina Facebook che pubblica temi di interesse sulla vocazione della donna e una newsletter che segnala eventi e contributi, ha organizzato momenti di raccoglimento come questo che si è appena concluso.

Confronto, preghiera e ascolto sono i pilastri per confermare la nostra comune chiamata di donne a servizio della chiesa, della famiglia e della vita, contro il pensiero unico dominante.

Non è femminismo cattolico

Questo nutrito gruppo di donne, caratterizzato da un particolare stile di umile determinazione e intelligente disponibilità al servizio, non vuole essere una proposta alternativa ai personali percorsi di fede; ognuna anzi è incoraggiata a proseguire con il proprio percorso, restando innestate nella vita di comunità in parrocchia o di movimenti ecclesiali.

Proprio per il fatto che sono tutte donne già in cammino si sono ritrovate a condividere l’intenzione di valorizzare e sostenere la missione della donna in un tempo attraversato da turbolente ideologie che attaccano e sviliscono il suo ruolo e negano, in vari modi, la sua chiamata alla maternità, biologica certo ma soprattutto spirituale, della quale la prima è segno e figura. Il femminismo radicale, l’ideologia gender, la grande apostasia non sempre silenziosa in corso: sono tutti “reparti” militari di un esercito che ha tra i propri obiettivi strategici la donna e la sua capacità di dare la vita.

Come realtà nascente e in uno spirito di piena obbedienza e di servizio alla Chiesa, lo donne del movimento hanno deposto nelle mani del nuovo vescovo, da poco nominato, la loro disponibilità perché le guidi, le corregga e ne faccia uso per il bene del popolo di Dio. Sono di fatto una voce, mai urlata, che ripete con fermezza al mondo di oggi che la felicità della donna non può nascere dal falso mito dell’auto affermazione, ma solo nella vera donazione di sé.

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Il programma della giornata

Al mattino, prima della recita delle Lodi, don Gianni Contino ha offerto una prima meditazione introduttiva che si è concentrata sulle tre grandi “costellazioni nel firmamento dell’universo femminile”, prosegue Giusy:

Introduzione e lodi mattutine


– il momento in cui tratta dalla costola di Adamo Dio ha creato un prodigio, una donna capace con Lui di cooperare alla creazione di altri uomini.
La missione cosmica di generare alla vita immortale.
Tratta dalla costola di Adamo e poi dal costato di Cristo come nuova Eva, la donna porta con sé il prodigio di dare alla luce, alla vita nuova.
– la figura di Maria alla quale ogni donna cristiana orienta il suo essere donna, sposa, madre è a fondamento della famiglia, dove Dio ha scelto che nascesse il suo unico Figlio e Salvatore del mondo.
Solo alle donne apparve Cristo appena Risorto, solo a loro fu affidato il primo annuncio.

Riflettendo su questo privilegio si potrebbe anche osservare che noi siamo proprio capaci di prossimità alla morte e alla vita, quando sono quasi la stessa cosa, quando l’una cede il posto all’altra. Non è solo vicinanza temporale ma anche fisica ai luoghi della morte; proprio lì, esattamente lì e allora siamo introdotte alla notizia della Resurrezione.

Momento di deserto

Su questo evento il capitolo 16 del Vangelo di Marco ha aperto un’ora di “deserto” con le Scritture, un intenso dialogo personale con lo Sposo.

E’ seguito un momento di confronto di esperienze che ha posto in luce il combattimento che ogni donna oggi è chiamata a sostenere: contro l’idea di liceità di abortire, di divorziare, di rinunciare alla famiglia e ai figli per la carriera – che non è mai a misura delle madri, in una corsa quasi sempre finalizzata a raggiungere gli uomini.
È stato sottolineato come siamo chiamate anche ad essere custodi delle differenze perché non si perda la ricchezza che esse rappresentano nel progetto della creazione.

La catechesi di Don Antonello Iapicca e la Santa Messa

La catechesi di Don Antonello, che è disponibile sulla pagina Facebook che l’ha trasmessa in diretta, è una meditazione oserei dire proteica: aiuta ad aumentare la nostra “massa muscolare spirituale”.

Davanti ad una catechesi dedicata alla donna ci si aspetterebbe, superficialmente, una accentuata esaltazione del ruolo femminile, delle nostre caratteristiche magari un po’ tipizzate e caricate; un’insistenza su ciò che è nostro esclusivo, pertinente al solo genio femminile; un inno alla potenza della maternità, della cura, dell’educazione dei figli.

La vocazione alla maternità è per tutti i cristiani

Non è così, perché la vocazione femminile stessa è molto di più ma innanzitutto, osserva don Antonello, ciò che la Parola dice della donna nella Chiesa è vero per tutti.

Ciò che è vocazione materna e sponsale è una chiamata per tutti i cristiani. Questa meditazione, solidamente fondata sulle parole di Cristo, è come se ci permettesse, proprio come donne, mogli e mamme, di liberarci della cappa che questi ruoli spesso sembrano metterci addosso; apre nuovi passaggi, mostra nel profondo cosa significa essere madri e donne.

Permette persino di avere un’arma in più per gestire i disturbi legati alla menopausa: no, non siamo riducibili alla nostra capacità generativa biologica, che pure è compito prezioso e inderogabile; e non diventiamo inutili dopo che questa vocazione temporanea si è conclusa. Non siamo madri da consumarsi preferibilmente prima della scadenza. La fertilità biologica ha un limite e vi obbediamo in tutta serenità; ma la nostra dignità di figlie redente da Cristo eccede questo pur benedetto confine.

Costui sarà per me fratello, sorella e madre

Ogni cristiano è, per Cristo stesso, fratello, sorella e madre; chiunque compie la volontà del Padre è Sua madre. Ci era sembrata una boutade, le altre innumerevoli volte che ci siamo imbattute in questa Parola? una divina provocazione, un ostentato distacco dagli affetti carnali e terreni?

Non è così; questa distinzione solo all’apparenza crudele è ciò che aumenta addirittura la dignità stessa di Maria, rendendola ancora più Madre; lei che pure lo ha portato nella carne e, sola fra tutte le donne, Gli ha donato membra e fattezze.

Maria è quella in cui grandi cose ha fatto l’Onnipotente, quella che, a detta sua e aveva ragione, tutte le generazioni chiameranno Beata. Ed è la donna umile e alta più che creatura.

La testimonianza di Luana: nella malattia e nella morte, la vittoria di Cristo

La giornata, che si era aperta con la preghiera e la lettura del manifesto del movimento, si è conclusa con una testimonianza intensa di vita e di fede fino all’abbandono e alla morte nella certezza della vittoria di Cristo. A raccontarla è un’amica della giovane donna deceduta, Luana:

una donna salita al cielo dopo un lungo combattimento che l’ha vista passo passo unirsi a Cristo crocifisso, affidandosi alle preghiere di quanti la sostenevano da tempo, compreso il gruppo di preghiera perpetua del Movimento Femminile che in tempo di lockdown recitando quotidianamente il rosario per le tante vittime, ha spesso ricordato la sua sofferenza.

Giusy D’Amico, concludendo il suo resoconto vissuto, dà a tutte appuntamento al prossimo anno e ci invita ad adottare nella preghiera e nel combattimento quotidiano un’altra donna, per sostenerla contro le forze del mondo che si oppongono alla sua vera realizzazione.

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