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Il cuore della donna: ama e soffre fino (quasi) a spezzarsi

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Di VisualWorker|Shutterstock

Paola Belletti - pubblicato il 08/09/21

Il cuore, come organo vitale, è per la salute delle donne il punto più vulnerabile. Impariamo a prendercene cura

Ho letto con grande interesse l’ultimo numero del settimanale BenEssere, ricco di interviste, approfondimenti, testimonianze. Per il pubblico del nostro magazine For Her ho pensato che potesse essere utile rilanciare alcune preziose indicazioni della prof.ssa Graziottin riguardo la cura del nostro cuore e la prevenzione delle malattie alle quali proprio noi donne siamo più esposte.

La professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia medica San Raffaele Resnati, nel rispondere alla lettera di una lettrice approfondisce un tema legato alla salute femminile mettendo in luce i fattori di rischio e i comportamenti che possiamo mettere in atto per ridurli.

Rosalba, che le scrive, osserva come noi donne siamo da diversi anni ormai molto sensibilizzate sulla prevenzione e cura del tumore al seno, ma poco o nulla sappiamo e facciamo per contrastare i ben più consistenti rischi cardiovascolari.

La domanda di una lettrice

Mi ha molto stupito vedere una ginecologa così attenta al nostro cuore!
Anche io avevo molta paura del tumore al seno e non avevo mai pensato ai problemi che potevamo colpire questo organo. Mi sono guardata allo specchio e ho fatto
l’esame di coscienza su quello che posso cambiare, come lei ha suggerito.

BenEssere, settembre 2021

La salute del cuore delle donne

Il corpo umano, e nella fattispecie quello della donna che è orientato ma non riducibile alla sua superba capacità generativa, vive in un equilibrio complesso e meraviglioso; per esempio proteggendo con l’azione ormonale per tutta l’età fertile il muscolo cardiaco dal rischio infarto. Ma questa condizione si deteriora naturalmente con l’arrivo della menopausa e si aggrava con uno stile di vita inadeguato.

Ecco perché l’infarto del miocardio è la prima causa di morte per le donne.

L’infarto, come evento acuto e spesso fatale, porta con sé un senso di ineluttabilità, come si trattasse di un fulmine che si abbatte all’improvviso sulla vita di una persona e ne segna la sorte: dobbiamo rassegnarci a sperare che non ci colpisca?

I fulmini non sono invece preannunciati da nubi che si addensano, vento, pioggia, lampi che si vedono a distanza?

Come sempre c’è molto che dobbiamo sapere, fare e non fare. Ecco cosa risponde la prof.ssa alla lettrice e a tutte le donne:

La protezione degli ormoni

(…) gli estrogeni sono potenti fattori protettivi per la salute del cuore e delle arterie in età fertile.

Dopo la menopausa, le malattie cardiovascolari, infarti in testa, aumentano nettamente nelle donne che invecchiano “naturalmente”.

Le Terapie ormonali sostitutive (Tos), dopo la menopausa, sono invece grandi amiche del cuore. Se iniziate tempestivamente, all’inizio della menopausa o comunque entro dieci anni dopo l’ultimo ciclo, riducono del 35-40 per cento il rischio cardiovascolare. Vi pare poco?

BenEssere, settembre, pag 38

Il carico di emozioni

C’è un secondo fronte da presidiare che nel vissuto di tutte noi è immediatamente evidente, ma che forse non abbiamo mai pensato potesse avere una sua precisa traduzione sul piano fisico.

Il carico di ansia, sofferenze, emozioni intense, stress, dolori che attraversano le nostre esistenze e che la donna tende a sentire con molta più intensità degli uomini ha un costo e dobbiamo conoscerlo e, anzi, intervenire per tempo per ottenere tutti gli sconti possibili.

La fede riduce l’ansia ma la vita “picchia duro” lo stesso

Di sicuro chi ha la grazia della fede dispone già di un fattore preventivo potentissimo, ma non dobbiamo dimenticare che il corpo ha le sue leggi e dobbiamo conoscerle e obbedirvi, con intelligenza.

Se pensiamo poi alla lettura spirituale della nostra comune chiamata alla sofferenza vediamo che è così anche per il nostro modello perfetto, Maria SS: Lei si fa carico delle sofferenze che incontra e di quella suprema che vede vivere da Suo Figlio. Non è proprio Lei la donna cui una spada (o molte) ha trapassato cuore e anima?

La vita del cuore delle donne

La medicina, come sempre quando è praticata in scienza e coscienza, scopre la meraviglia della natura umana, innanzitutto nella sua irriducibile unità di corpo, mente e spirito. Ecco cosa osserva ancora l’esperta:

(…) ascoltando molto le donne ho imparato quanto i dispiaceri, il dolore ela solitudine, lo stress e i conflitti, l’ansia e la depressione, e le preoccupazioni che non ci fanno dormire di notte siano un carico pesantissimo per il nostro cuore.

Perché causano un aumentodi adrenalina e cortisolo, e determinano contrazione della parete delle arterie, responsabile sia di aumento delle resistenze vascolari con aumento della pressione arteriosa (“ipertensione”), sia vasospasmo.

Soprattutto se le arterie coronarie sono già malate per arteriosclerosi, infiammate per eccesso di colesterolo depositato lungo le pareti dei vasi, il vasospasmo anche da stress emotivo può causare conseguenze pericolose. Tra queste, il dolore al cuore (angina). Nei casi più gravi può precipitare la morte delle fibre muscolari che costituiscono la struttura del cuore, il miocardio, con infarto miocardico acuto.

Nelle donne, la “morte per crepacuore” è più frequente rispetto agli uomini, proprio per questa maggiore sensibilità femminile ai fattori emotivi.

Ib.

Sentire quasi il cuore spezzarsi

Sì, si può morire di crepacuore, ma si può anche sentire nel cuore un dolore che nasce proprio da esperienze di sofferenza intense o molto prolungate, senza morirne.

Esiste una vera e propria sindrome, scoperta per la prima volta da un medico giapponese che l’ha chiamata Tako-Tsubo dalla forma che assume il cuore, in conseguenza ad un forte stress ( e che ricordava il cestello col quale i pescatori catturano i polpi). Sono proprio le donne le più colpite, sia per il venire meno dell’ombrello ormonale sia per il nostro modo di vivere e di lasciarci attraversare dalle emozioni e dal dolore.

Farsi carico del dolore che si incontra

Riflettendo su questo fenomeno ho pensato immediatamente ad una donna che ha proprio scritto nella sua vita e ora in tutto il suo corpo questa missione: accorgersi, ascoltare e farsi carico di tutto il dolore che vede nelle persone che incontra: Chiara Amirante. Anche a lei è stata diagnosticata, tra gli altri disturbi che la affliggono, la “sindrome del cuore spezzato”. Ma lei, consapevole di “raccogliere troppo dolore” lo vive saggiamente: curandosi al meglio, ascoltando i medici e offrendo questi “pezzi di cuore” per il bene delle anime.

Cosa si può fare per custodirlo?

Per il fronte spirituale non c’è niente di meglio che l’esercizio della regina delle virtù, l’umiltà; per il miocardio, organo mirabile che sostiene la vita di tutto il nostro corpo, bisogna essere oneste con sé stesse, osservarsi e modificare le cattive abitudini sostituendole con altre benefiche.

Secondo la prof.ssa Graziottin esistono veri e propri

(…) stili di vita “salvacuore” che non costano nulla e ci danno tantissimo in termini di longevità in salute. Richiedono solo costanza e perseveranza.

Ib.

Dai fattori di rischio ai comportamenti che preservano

Innanzitutto conviene mettersi davanti allo specchio, in senso letterale ma con la predisposizione d’animo di chi è allenato all’esame di coscienza:

Il sovrappeso e il grasso viscerale

Ecco perché suggerivo di guardarsi allo specchio: se siamo sovrappeso o francamente obese, con aumento del volume dell’addome (grasso viscerale) abbiamo già in agguato molti fattori biologici di rischio per la salute del nostro cuore.

Ib.

Ipertensione e colesterolo

Oltre al sovrappeso, altri fattori da intercettare ma con l’aiuto del medico e di analisi specifiche sono l’ipertensione e il colesterolo. Entrambi sono molesti compagni di viaggio per il nostro muscolo cardiaco, lo affaticano, oppongono resistenza alla sua spinta e arrivano a ostruire il normale flusso sanguigno arrivando a favorire trombosi e infarti.

Il diabete

Un altro nome nella lista dei nemici pubblici del cuore è il diabete:

in Italia soffrono di diabete 3.200.000 persone, che sanno di esserlo, e un altro 1.000.000 che ancora non lo sa, perché da tempo non misura la glicemia. Quindi oltre quattro milioni di persone, più della metà donne, il cui cuore e i cui vasi arteriosi sono
messi a serio rischio dal diabete.

L’infiammazione

Un altro soggetto da tenere d’occhio e il più possibile lontano dal nostro sistema cardio vascolare è l’infiammazione. Il grasso è produttore infido di molecole infiammatorie, per questo il parametro del peso e dell’equilibrio corporeo resta uno dei più importanti. L’infiammazione, soprattutto quando diventa cronica, è il ponte aereo che permette di far arrivare con tutti i comodi nel nostro organismo una serie di patologie severe dai tumori, alle malattie neurodegenerative alle patologie cardiovascolari.

I benefici del movimento fisico

Sì, bisogna guardarsi allo specchio e fare pace con la bilancia. Ma soprattutto trovare uno stile di alimentazione corretto e introdurre il movimento fisico nella nostra routine quotidiana. Se la sua mancanza produce un domino di effetti nefasti, la sua pratica, anche leggera ma costante, innesca invece una tempesta positiva di benefici, oltre al controllo del peso: maggior elasticità e benessere cerebrale, miglioramento e stabilizzazione dell’umore, salute delle ossa, assimilazione della vitamina D ( se si sta all’aria aperta e al sole).

Il peso dello stress

Sentiamo di più e più a lungo, ci accorgiamo dei dettagli, soffriamo le sfumature del tono di voce, ci opprimono i conflitti nelle relazioni. Sì, siamo fatte un po’ tutte così e di solito abbiamo anche di fianco un uomo che cerca di convincerci che facendo come lui vivremmo molto meglio.

Lo sappiamo già ma riconosciamo anche che “mascolinizzarci” su questo aspetto ci risulta molto difficile. Il cuore delle donne, lo confermano gli studi clinici, è più sensibile ai fattori psicologici e allo stress persistente.

Un errore che di sicuro non dobbiamo compiere è attardarci a dire al mondo intero, o almeno alla fetta che ci è più vicina: “ve l’avevo detto” e “avevo ragione”.

Intanto le virtù e le caratteristiche che sono più connaturate agli uomini possiamo sicuramente imitarle (equilibrio, temperanza, forza, obiettività, e quel sanissimo “chissene” che ogni tanto ci risparmierebbe psicodrammi); così come loro possono e devono fare con quelle che la nostra natura ci fa interpretare al meglio (benevolenza, pietà, capacità di prendersi cura dell’altro, ascolto, protezione…).

Infine, molto concretamente, dobbiamo rimuovere i comportamenti nocivi e introdurne e stabilizzarne di benefici: via i vizi, benvenute (per restare) sane abitudini!

Non per la prova costume ma per la prova cuore

Conclude la prof.ssa indicando un terzo gruppo di fattori di rischio che però sono modificabili da noi:

(…) legati allo stile di vita, che dipendono solo dalla nostra buona volontà e dal nostro impegno. Tra questi fattori negativi per il cuore spiccano inattività fisica, alcol, fumo, droghe.

camminare tutti i giorni, almeno mezz’ora a passo veloce, meglio ancora 45-60 minuti.
Eliminare il fumo e le droghe e ridurre l’uso di alcolici a uno-massimo due bicchieri di vino alla settimana. Ridurre al massimo glucosio e saccarosio, seguire un’alimentazione variata e sana e puntare a mantenere il normopeso (o a dimagrire fino a raggiungerlo) per tutta la
vita. Non per la prova costume ma per la prova cuore.

Il prezzo del dolore

Esistono poi gli eventi acuti “precipitanti”, che scatenano l’evento acuto, fino all’infarto mortale: il dolore profondo, soprattutto quando nasce dagli affetti più cari, da lutti reali e simbolici, può essere fatale.

Ib.

Sì, il dolore psicologico, emotivo e spirituale ha un prezzo che spesso paga proprio il nostro cuore. E se per le quote fisiologiche di sofferenza che spetta a tutti e che anzi ci permette di maturare e crescere anche il nostro muscolo è ben attrezzato, nelle prove più dure, sotto le croci più pesanti, rischia di soccombere.

Penso di nuovo alla Madonna, all’Addolorata: non è stupefacente, sapendo quanto la sua umanità fosse piena e libera e quindi ancora più capaci di soffrire, vederla dritta sotto la Croce?

Certo ci sono prove e argomenti più robusti e ufficiali ma anche questo suo non cadere, non spezzarsi, pur essendo attraversata dal dolore più grande, mostra che è una creatura preservata dalla nostra debolezza.

Prendiamocene cura

Il cuore delle donne, dunque, è particolare: la sua grande forza e capacità di amare e la sua vulnerabilità. Impariamo a prendercene cura.

C’è un ultimo nota bene che riferisce la’autrice e che è particolarmente interessante in questo periodo contrassegnato dalla pandemia da Covid-19:

un recentissimo studio condotto in Gran Bretagna su 1.863.478 donne ha dimostrato
che il fare terapia ormonale sostitutiva dopo la menopausa riduce il Covid grave o fatale del 78 per cento.

Ib.

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