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Hanno ritrovato la fede grazie ai loro figli

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Mathilde De Robien - pubblicato il 03/09/21

Chiedere il battesimo per il proprio figlio, poi iscriverlo a catechismo, possono essere occasioni preziose per ridestare una fede sonnecchiante.

«Sono venuta a Dio preparando il battesimo di mia figlia», confida Carole, madre 42enne. Qualche anno fa, per tradizione più che per convinzione, aveva chiesto il battesimo per sua figlia. All’epoca, ella stessa era battezzata ma non praticava: «Ero semplicemente battezzata, e pensavo che la cosa finisse là». 

Fu allora che il prete che la preparava al battesimo ebbe per lei questa parola luminosa: «In ogni momento si può tornare verso Dio. La prima comunione e la confermazione non sono riservate ai bambini». Una parola che ha rimbombato nelle orecchie di Carole, la quale ha poi ricevuto il sacramento della confermazione un anno dopo il battesimo della figlia. Altre, come Carole, hanno conosciuto una vera conversione, aprendo i propri cuori mentre i figli aprivano i loro a Cristo. 

Fin dai primi bagliori… 

Conversioni che non hanno alcunché di rumoroso, ma che si producono in maniera progressiva, al ritmo degli incontri e dell’approfondimento della fede. Così Eve, 45 anni, professoressa di tedesco e madre di due bambini, racconta come ha ritrovato la via della chiesa iscrivendo le figlie al catechismo. Benché nata e cresciuta in una famiglia di tradizione cattolica, fino alla nascita delle figlie Eve non era veramente praticante. E tuttavia conservava con emozione il ricordo della nonna, assai legata a Notre-Dame de la Salette e a san Francesco di Assisi, due figure che per lei sono sempre rimaste un punto di riferimento. In adolescenza, rigettò la fede in blocco. I suoi studi di storia la condussero a interessarsi al cristianesimo, al monachesimo… la spiritualità la interpellava, ma non aveva ancora vissuto veri incontri con il Signore. 

Un primo bagliore se ne mostrò durante la preparazione al matrimonio: fece un ritiro dai Carmelitani di Avon con il fidanzato; ricevette il sacramento della Riconciliazione e racconta di avervi «trovato qualcosa che non aveva trovato da nessun’altra parte». In quel momento la invase un sentimento di pace, di gioia, di liberazione, presto scordato col ritorno alla vita attiva. 

Solo quando le due figlie entrarono alle elementari, la chiamata del Signore si fece più pressante: le sue figlie volevano fare come le amiche e richiesero di partecipare al catechismo per prepararsi anch’esse, come quelle, al battesimo. «Mi sono dovuta mettere in gioco per le bimbe», si rammemora Eve: leggere loro passi della Bibbia, discuterne, portarle a messa… Un compito nuovo che l’ha indotta a prestare un orecchio nuovo alla Parola di Dio. 

Riportandomi alla Chiesa, le mie figlie hanno contribuito a che lasciassi i miei pregiudizi, ad approfondire la mia conoscenza della religione. 

Progressivamente, cominciarono ad andare a messa tutte le domeniche, poi tutti i giorni, profondamente toccata dall’esperienza che viveva col Signore. Alla fine, nel 2019, ricevette anch’ella il sacramento della Confermazione. 

Una fede ben radicata 

Sono conversioni che nascono talvolta a dispetto delle difficoltà. Caroline, 39 anni, sposata a un franco-colombiano, ha cominciato a praticare col loro arrivo a Bogotà. Espatriata lontana dai suoi in una città in cui non c’era, all’epoca, alcuna parrocchia francofona, la donna aspirava a una vita spirituale anzitutto per i suoi bambini: 

Sono sempre stata credente, ma non praticante fino in fondo. Quello che mi addolorava era che i nostri bambini, i quali avevano allora 5 e 3 anni, non avessero accesso a una vita di fede, al catechismo, e che la lingua fosse una barriera. 

Aspirazione alla quale presto corrispose l’arrivo dei missionari eudisti: 

In due mesi abbiamo avuto la nostra prima messa, poi il catechismo, i sacramenti, le veglie di preghiera, e oggi a Bogotà c’è una comunità francofona bene in forze, interamente sorretta dai volontari della comunità. Gesù e Maria sono tornati di casa da noi. 

Le domande dei bambini non sono estranee a queste profonde conversioni del cuore. Col loro sguardo puro e logico su Dio e sulla creazione del mondo, essi invitano gli adulti ad approfondire la loro fede e contribuiscono a far nascere delle nuove vocazioni. 

È il caso di Céline, madre di famiglia, confermata all’età di 30 anni e oggi autrice di una collezione di album illustrati che raccontano ai bambini le storie della Bibbia. Al momento del battesimo della loro prima figlia, la disegnatrice si è rimessa seriamente in discussione: 

Non ha senso – si disse – chiedere il battesimo per mia figlia se io non sono neanche confermata. 

Parallelamente, la figlia crebbe e cominciò a porle sempre più domande: 

Le rispondevo con piacere. Ho cercato delle piccole storie della buonanotte che mi permettessero di raccontare la Bibbia ai miei bambini, ma non ne ho trovate. 

Ecco perché ha creato la propria casa editrice di libri sulla Bibbia, Zoom sur la Bible. L’autrice testimonia con calore: 

È una gioia così grande sentire di crescere ogni giorno nella fede e poterla condividere in famiglia!

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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