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Il prete che ha pregato al capezzale di Lady D dice della grazia di quella notte

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Mathilde De Robien - pubblicato il 31/08/21
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Chiamato d’urgenza la notte del 31 agosto 1997 come cappellano di turno all’ospedale della Pitié-Salpêtrière, padre Yves-Marie Clochard Bossuet ha vegliato per quasi otto ore il corpo di Lady D. Oggi ha 73 anni ed è parroco a Notre-Dame des Foyers, a Parigi, e torna per Aleteia sulle grazie di quella notte.

Contattato verso le 2 del mattino del 31 agosto 1997, padre Yves-Marie Clochard Bossuet ha pensato a uno scherzo, sulle prime. Il portiere dell’ospedale, però, ha richiamato, insistito e finito per confidargli l’identità della persona che doveva andare a vegliare: Lady Diana, principessa di Galles, trasportata in stato gravissimo alla Pitié-Salpêtrière in seguito a un terribile incidente automobilistico nel sottopassaggio del ponte dell’Alma a Parigi. 

Ordinato prete due anni prima, all’età di 44 anni, dopo aver lavorato per Air France e per il ministero del Turismo, padre Yves-Marie Clochard Bossuet, che stava terminando il suo stage alla Pitié-Salpêtrière, si era proposto di sostituire il cappellano, in quel fine settimana. Neanche s’immaginava che notte lo aspettava. Quella domenica 31 agosto, verso le 3:30, fu accolto all’ospedale da Jean-Pierre Chevènement, ministro dell’Interno, e dall’ambasciatore di Gran Bretagna, Sir Michael Jay. Dopo diverse operazioni vane, alle 4 la principessa morì. Poco dopo il prete cattolico venne introdotto nella camera mortuaria in cui Lady D si trovava distesa, il corpo ricoperto da un lenzuolo. L’ambasciatore britannico chiese a padre Yves-Marie Clochard Bossuet di pregare e di vegliare su di lei fino a quando non fosse stato trovato un prete anglicano. 

Padre Yves-Marie Clochard Bossuet: Non mi faceva un effetto particolare che fosse la principessa di Galles… non sono un aficionado delle famiglie reali e non comprendo bene tanto entusiasmo a loro riguardo. Inoltre, non avevo particolare simpatia per Lady D: ritenevo che il suo contegno non si addicesse a quello della madre del futuro re d’Inghilterra – sarebbe potuta essere un po’ più discreta, sulla sua vita privata. Quando però mi sono trovato solo in quella camera, la prima cosa a cui ho pensato sono stati i suoi due bambini. Quei due bimbi a cui sarebbe stata annunciata la tragica morte della madre. 

È stata una buona lezione per me! Non pensavo che la Provvidenza mi avrebbe chiesto di prendere le distanze dai miei giudizi… Ora, volle invece il caso che una quindicina di giorni prima dell’incidente avessi letto su Le Monde un articolo molto favorevole alla principessa di Galles che mi aveva aperto gli occhi su di lei. Poi mi ero imposto di dimenticarlo. Quella notte, la Provvidenza mi ha invitato a ricordarmi di quell’articolo e a ricordare del carattere generoso della principessa, aperto agli altri e attento. Qualità che non avevo sospettato, in lei. Grazie a questo, avevo qualcosa da presentare al Signore: nello spazio di una notte, la grazia ha operato e ho potuto pregare in modo sincero per lei. Il profondo insegnamento che ne ho tratto e che non dovevo giudicarla, anche se spaziava in un universo che non era il mio. 

Qualche giorno più tardi, sono entrato in contatto con la madre di Lady D, convertita al cattolicesimo. Era commossa per il fatto che fosse stato un prete cattolico a vegliare per primo sul corpo della figlia. Mi ha parlato della prossimità di sua figlia a Madre Teresa. Lady D e Madre Teresa si erano viste a New York poco tempo prima delle loro morti rispettive, sopraggiunte a distanza di cinque giorni l’una dall’altra. Avendo lavorato per un mese a New York con Madre Teresa, la conoscevo bene, e la madre di Diana è stata molto toccata dall’interesse che Madre Teresa aveva per sua figlia. Un legame provvidenziale! Sono certo che Madre Teresa abbia interceduto per la principessa. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]