Un progetto per aiutare i papà in difficoltà a ritrovare lo spazio per ricominciare e per costruire la relazione coi figli. Oggi molti papà soli vivono anche sotto la soglia di povertà. Oltre la crisi familiare, c'è una crisi di ruolo a cui dare spazio.
I metri quadrati non sono esagerati (circa tre stanze) , l’affitto è simbolico (il primo bando prevedeva 100€ al mese), ma quello che viene restituito a questi papà in termini di dignità e futuro non ha prezzo.
Una casa per papà
Il progetto del comune di Firenze si chiama “la casa dei babbi” e dal 2017 ospita in cinque appartamenti indipendenti uomini soli e in difficoltà sia economica che psicologica.
È di questi giorni la notizia che, dopo i primi 400mila euro stanziati quattro anni fa, si aggiungeranno cinque nuovi nuclei abitativi che andranno a bando questa estate. Una bella notizia, ma che dà anche tanto da pensare sulla crisi delle famiglie e di un ruolo di cui non possiamo restare orfani.
«E’ una situazione di transizione e le persone inserite”,
“Iniziano un progetto che prevede un sostegno psicologico, un accompagnamento educativo, insomma un percorso per ritrovare stabilità non solo dal punto di vista economico. Per loro e per i figli minori. Non ci sono tempi definiti»
Uno dei primi papà aiutati quattro anni fa è già riuscito a ripartire da solo.
Di solito sono reduci da separazioni e divorzi. Alle spalle storie simili, frutto di una legislazione forse obsoleta, male applicata e molto consuetudinaria quando si tratta di affido dei minori e diritto di mantenimento: questo denunciano molti padri e le sempre più numerose associazioni che nascono sul territorio per rispondere al loro grido di aiuto.
Papà nuovi poveri
Tralasciando il problema puramente legislativo, dell’applicazione più o meno corretta della legge, del cosiddetto fenomeno del mobbing genitoriale (cioè dell’abuso del genitore collocatario, in genere la madre, della sua potestà che va dalla manipolazione dei figli al sabotaggio delle visite), c’è un problema di riconoscimento del “ruolo” dei papà e di conseguenza, una mancanza di tutela.
Quando si deve dividere, anche i ruoli diventano dei beceri “doveri” da separare insieme ai divani e all’argenteria: le madri devono “esserci”, i padri devono “mantenere”.
Case da lasciare con mutui o affitti da continuare a pagare, nuove spese per trovare una sistemazione, assegni di mantenimento, spese indirette per i figli: molti padri si trovano ad affrontare un impoverimento economico e spesso, a vivere sotto la soglia di povertà mettendo a rischio anche il diritto di visita.
“in molti casi, nonostante la situazione economica in cui ci si trova, risulta difficile chiedere un sostegno economico agli enti comunali/regionali perché il valore ISEE è alto non avendo più i figli nello stato di famiglia. La bigenitorialità, la responsabilità congiunta nell’educazione dei figli, è irrealizzabile quando il papà non ha una casa e vive in macchina creando poi un circolo vizioso, con il rischio anche che il Tribunale per i minorenni possa togliergli i figli”,
raccontano i portavoce di un altro gruppo di sostegno ai papà, l'”Unione padri separati” in un recente appello su BolognaToday.