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UK non depenalizza l’aborto dopo la 24esima settimana

Aborto

Shutterstock | Di HENADZI KlLENT

Giovanna Binci - pubblicato il 04/08/21

Non passa a Westminster l'emendamento che voleva depenalizzare gli aborti dopo la ventiquattresima settimana. Una manovra "alla New York" per fortuna (anche delle donne) non riuscita.

È solo questione di tempo? 

Dopo la spinta sull’acceleratore dello Stato di New York nel gennaio 2019, con il Reproductive Health Act che permette alle donne di abortire fino al nono mese, ho sempre pensato che non ci sarebbe voluto molto perché anche nel vecchio continente si arrivasse a una proposta di legge simile.

Non ci è bastato importare il Big Mac. L’ultima “salutare” tendenza made in USA non potevamo lasciarcela sfuggire ed era solo questione di tempo. Peccato che questa volta, non parliamo dell’edizione limitata di un qualche hamburger con speck, Zola e patatine caserecce, ma di 100% ciccia umana. 

Depenalizzare l’aborto dopo 24 settimane

In UK, l’emendamento presentato dalla deputata Diana Johnson, puntava a non rendere più un crimine l’interruzione della gravidanza, consentita oggi solo fino alla ventiquattresima settimana. Grazie a un’azione incisiva di vescovi, dei comitati pro-life e di tante persone comuni, cattoliche e non, che hanno scritto ai parlamentari chiedendo il voto contrario all’emendamento, la proposta di modifica della legislazione è stata abbandonata dai deputati di Westminster lo scorso lunedì. (fonte avvenire.it

Si torna all’aborto a casa, in solitudine… 

La pandemia, complice la scusa della solitudine e dell’impossibilità di accesso a ospedali e cure adeguate (gravidanza, malattia del nuovo millennio) ha dato una mano alle lobby abortiste sdoganando, se possibile ancora di più, il “fai da te”. Torniamo al vecchio metodo casalingo di boniniana reminescenza. Ma, come? Non era “basta donne sole, basta donne che devono fare da sole e morire sole in casa”? Magari aggiungiamo pure l’opzione per via “epistolare“. Come i romanzi. Peccato che ce lo spaccino per “rosa”, ma in realtà è più Stephen King.

Così se insieme alle fasce snellenti vi è arrivato a casa un bambino che non avevate ordinato (non ci sono più i corrieri di una volta) potete rispedirlo al mittente senza costi aggiuntivi: che oggi, anche la vita deve avere certi requisiti di amazonabilita’ (vado fortissimo coi neologismi). 

…ma tranquilli: ora è tutto legale.

Forse i ferri da maglia li abbiamo rimossi, ma le nuove pillole che durante il lockdown da Covid19 sono arrivate nelle case di molte donne in UK, di danni ne han fatti lo stesso. 

“…le pillole abortive spedite a casa sono state usate oltre il limite legale delle 24 settimane di gravidanza e che le donne hanno avuto complicazioni come emorragie con le quali hanno dovuto fare i conti da sole” (agensir.it), 

si legge nel comunicato dei vescovi firmato dal responsabile per la vita John Sherrington. 

La stessa polizia britannica ha aperto delle inchieste sulla morte di un bambino sopravvissuto all’aborto e su due donne morte per colpa di complicazioni imputabili alle pillole ricevute per posta.

Almeno un po’ di sano egoismo, no? 

D’altronde, quando si mette la propria volontà e autodeterminazione davanti a tutto (e davanti a tutti, nel caso dell’aborto) è difficile garantire condizioni “umane” per le stesse donne (perché quei bambini, come umani, lo diamo per assodato che non li riconosciamo).

Tra gli altri diritti,

“l’emendamento avrebbe spazzato via le poche protezioni che ancora rimangono per i bambini non nati e consentito l’aborto su domanda oltre a rimuovere, per i dottori, la possibilità di fare obiezione di coscienza”, scrive ancora Sherrington. 

Forse, quello dei vescovi e dei cittadini britannici è stato solo un freno temporaneo, a rallentare una corsa che purtroppo sembra non arrestarsi nemmeno di fronte all’egoistica prospettiva di tutelare la propria salute.

Il fatto che certi cambiamenti ci sembrino inevitabili, non deve impedirci di continuare a lottare per ciò che è giusto. Per quei bambini, ma soprattutto per quelle mamme e papà che non possiamo lasciare soli, che è nostro dovere aiutare, non solo con la proposta di una interruzione facile di gravidanza. 

Ma del resto, per chi non crede che quella nel grembo materno sia a tutti gli effetti una vita,  questa è solo la storia del Big Mac che si ripete. 

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