Un talento fiorito nelle favelas di San Paolo, Rebeca arriva a Tokyo dopo tre rotture del crociato: "Non sono arrivata qui da sola e ho avuto molto aiuto spirituale da parte di Dio".
Eravamo talmente entusiasti degli ori di Jacobs e Tamberi che ieri l’argento di Vanessa Ferrari nel corpo libero è passato un po’ in sordina, pur essendo qualcosa di clamoroso. Brava! E i riflettori olimpici della ginnastica sono ancora così tanto puntati sulla grande e fragile Simone Biles da lasciare in penombra altre storie molto luminose.
Rebeca Andrade ha 22 anni e ha vinto l’oro al volteggio. E’ un talento fiorito tra le favelas di San Paolo.
Sono qui dopo momenti difficili, con l’aiuto della mia famiglia e di Dio.
La grazia di uno scoiattolo
La specialità di Rebeca è il volteggio, questo significa che trova il suo ‘elemento’ nel prendere la rincorsa, saltare, fare acrobazie sopra il cavallo, per poi ricadere a terra in perfetto equilibrio. Ogni disciplina sportiva è una manifestazione fisica di una tensione interiore. Il volteggio è il salto di un ostacolo con tutta la creatività umana capace superare la forza di gravità.
All’uomo non basta opporsi alla gravità, deve mettere la sua firma creativa anche nel saltare gli ostacoli. Questa è proprio la trama di vita di Rebeca.