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Spiritualità
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Perché mantengo la calma anche se ho già perso il controllo della mia vita?

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 02/08/21

I cambiamenti non mi schiacciano troppo, non sento di avere solo una possibilità di essere felice

Dietro ogni passo che faccio si nasconde Dio che tocca i miei passi. Dietro ogni decisione che prendo c’è Dio stesso che sostiene la mia vita. E io credo che tutto dipenda da me.

Mi sento come un dio che cerca di allineare gli astri in modo tale che tutto funzioni alla perfezione.

Ma poi vedo che cambio, e che quello che un giorno è sembrato innamorare il mio cuore all’improvviso non mi soddisfa.

Quello stesso volto di cui mi sono innamorato, o la sua tranquillità e la sua calma. All’improvviso mi infastidiscono cose che prima amavo. E fuggo da abitudini che una volta mi riempivano il cuore.

Starò male io o cambio? Nessuno mi ha detto che quello che prima mi piaceva avrebbe smesso di piacermi.

Ignoravo le conseguenze della decisione che ho preso un giorno convinto che fosse la via d’uscita migliore. Nulla è per sempre? Tutto cambia?

Alcune cose restano, altre cambiano

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Ci sono cose che restano nel tempo, stabili e salde. E continuano a farmi innamorare col passare degli anni.

Ce ne sono però altre che cambiano, o meglio, sono io che cambio e ora non suscitano più allegria in me. Altre cose che una volta odiavo attirano la mia attenzione.

Come sempre non riesco a fare tutto bene, men che meno in modo perfetto. E non riesco a sostenere il mondo con le mie mani deboli. Sono così fragile, e il mondo è così pesante…

Mi schiaccia il passare del tempo che lascia capelli bianchi nella sua fuga senza che me ne renda conto. Temo di ripetere errori del passato o altrui. E può essere che le cose che faccio bene non valgano per sempre.

Cambio, tutti cambiano, non mi importa di constatare il passare del tempo e vedere che non sono lo stesso che ha iniziato a camminare un giorno lodando Dio per il miracolo della vita.

Ho sofferto e ho vissuto. Mi sono rallegrato e ho accolto tristezze nell’anima. Non mi importa di constatare che sono debole e piccolo.

I contrattempi insegnano

JUMP

L’alba mi rallegra come prima, e al tramonto mi sento stanco come sempre, e felice come sempre. Vorrei essere la persona che viene descritta qui:

“Era, a mio avviso, quella che si sentiva più a suo agio con se stessa. Non soccombeva mai al pessimismo; vedeva i contrattempi come lezioni vitali positive dalle quali usciva rafforzata”.

Lucinda Riley, Matilde Fernández, Sheila Espinosa Arribas, Las siete hermanas 1: La historia de Maia.

Voglio sentirmi a mio agio con me stesso. I cambiamenti non mi schiacciano troppo, non sento di avere solo una possibilità di essere felice.

Voglio imparare dai contrattempi di ogni giorno. E trarre qualcosa di positivo da ogni caduta.

Non c’è male che duri in eterno, come le cose buone finiscono quando meno lo desidero. Sono più di quello che ho perduto.

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E i sogni, alcuni diventeranno realtà, altri moriranno prima ancora di nascere. E la vita è un lungo cammino che percorro in base ai miei limiti, imparando ogni giorno.

Anche quando il dolore, la croce e la malattia possono avermi strappato delle cose. Olatz Vázquez commenta quello che ha perduto nella sua malattia:

“Stabilità emotiva; un giorno vuoi divorare il mondo e pensi di poter fare tutto, e quello successivo l’unica cosa a cui pensi è stare a letto. Capelli; nel mio caso due volte. Persone; ho perso moltissime persone. Sono rimasta delusa molte volte. E il controllo; il cancro mi ha fatto lasciare il volante con cui guidavo la mia vita, e ora vado senza mani, senza freni e in picchiata”.

La vita mi dà delle cose e poi me le toglie, o le perdo. Una malattia fa parte della vita e non è facile assumerlo. Ma sono più di tutto quello che perdo con essa, più di tutto quello che la sorte mi toglie.

Mantengo la pace grazie a chi è al mio fianco

PEACE

Mi aggrappo all’amore che custodisco nell’anima. E valorizzo come un dono di Dio tutto quello che mi accade.

Non smetto di sorridere anche quando perdo molto. E sento l’ingiustizia sulla pelle come una minaccia, come una realtà che ferisce.

Mi fa paura pensare alle cose che possono accadermi. Il futuro mi aspetta, inquieto e impegnativo.

Mi spaventano le possibili disgrazie che immagino nella mia fantasia viva e sveglia. Non mi dispero quando nulla va com’era stato pianificato.

Abbraccio senza paura di abbracciare. Aspetto il futuro senza paura. Mi rallegrano le cose che ci sono, anche se desidero quelle che ancora non arrivano. Non tremo e non perdo la pace perché Dio è al mio fianco in tutte le mie battaglie.

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