Stefano Pagliarani, 64 anni, ha pedalato da Rimini a Noto per una promessa fatta alle suore carmelitane in nome di Santa Teresa di Lisieux.
Quanti proverbi ci regala il ciclismo? Il più gettonato è senz’altro: “Hai voluto la bicicletta? Allora pedala”. Vuol dire prendersi la responsabilità di sudare su quello che ci piace e su cui scommettiamo. E chi più dei santi c’invita a prendere la fede come una vera pedalata, a stare sulla strada dei nostri giorni cambiando marcia, passando borracce ai compagni, arrivando a ogni tappa col fiatone?
Mi ero segnata sull’agenda che a fine agosto le spoglie di Santa Teresa di Gesù Bambino sarebbero state ospitate a Santa Giustina, una piccola frazione di Rimini. Si trova a un’ora da casa mia e mi pareva un regalo splendido (come sempre il Cielo è strepitoso nel venirci incontro!). Sfogliando il Corriere ho scoperto che c’è una storia umana altrettanto meravigliosa, legata a questo piccolo paesino romagnolo devoto alla Santa di Lisieux.
Stefano Pagliarani, operaio Enel in pensione, ha inforcato la sua bicicletta non professionale per buttarsi in un’avventura impegnativa: attraversare tutto lo stivale italiano per andare a salutare le suore carmelitane di Noto. Dalla Romagna in Sicilia in bici, senza allenamento specifico… ma con la spinta di Santa Teresa:
Senza mai bucare, senza infortuni né contrattempi. E senza alcun allenamento specifico. Ma con una promessa, fatta in piena pandemia, da mantenere: «Dopo aver spedito per posta, l’anno scorso, una piccola statua di Santa Teresa alle Carmelitane di Noto, in Sicilia, Madre Agnese ha telefonato per ringraziare: dai, vienici a trovare, mi ha detto. E io, scherzando: certo, vengo in bicicletta!». La superiora però l’ha preso sul serio: «Vieni come ti pare, ti aspettiamo».