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Hidilyn Diaz vince l’oro e ringrazia la Madonna della Medaglia Miracolosa

HIDILYN DIAZ

Vincenzo PINTO | AFP

Paola Belletti - pubblicato il 28/07/21

Hidilyn Diaz ha rotto un digiuno quasi centenario per la sua nazione, aggiudicandosi il primo oro nel sollevamento pesi femminile e stabilendo un nuovo record olimpico.

L’attesa di 97 anni delle Filippine per una medaglia d’oro alle Olimpiadi è finita dopo che Hidilyn Diaz hatrionfato nel sollevamento pesi femminile da 55 chilogrammi ai Giochi di Tokyo.

Diaz è scoppiata in lacrime mentre registrava il suo sforzo per vincere la medaglia d’oro con un sollevamento complessivo di 224 chilogrammi. Il totale ha stabilito un record olimpico, un chilogrammo avanti rispetto al cinese Liao Qiuyun, che detiene il record mondiale di 227 kg stabilito durante i Campionati del mondo 2019.

ABC News

E’ il 25 luglio 2021, ma le Olimpiadi sono quelle del 2020.

Campionessa di Dio

God’s champion è il titolo di una categoria di Stories che Hidilyn posta sul suo profilo Instagram e contengono sono citazioni della Sacra Scrittura. Se la fede fa parte della propria vita si dovrà pur vedere anche da come si usano i social, no?

Hidilyn Diaz conquista l’oro all’età di 30 anni e stabilisce il nuovo record olimpico.

“Non posso credere che il mio nome sia nel record olimpionico. Quindi sono davvero grata”, ha affermato la Diaz. “Dio è incredibile! Dio è incredibile!”.

Sapere chi ringraziare

Dopo aver vinto la campionessa filippina ha ringraziato e lodato Dio, sollevando un’altra medaglia di altra lega e di un altro ordine di valore: la sua Medaglia Miracolosa. Il tanto e mai abbastanza citato Chesterton dice, tra le altre sue impossibili intuizioni, che la disperazione di chi non crede in Dio è di non avere la più pallida idea di chi ringraziare quando capitano cose belle (o per la vita tutta!)

Il momento peggiore per un ateo è quando prova un sentimento di gratitudine e non ha nessuno da ringraziare.

GKC

Il dito in alto era il suo continuo grazie al grande Sponsor, Dio. Poiché davvero senza di Lui non è possibile alcun successo. E’ quello che le ha scritto il cardinale Jose F. Advincula, lo riporta l’account Twitter della cattedrale di Manila

NON C’È VERO SUCCESSO SE NON VIENE DA DIO

Card. Jose F. Advincula

Lo sport e la fede, vicini per natura

La Diaz aveva pubblicato una foto della Sua preziosa Medaglia prima della vittoria epocale per il suo paese. Ecco il testo del post:

“Grazie per la consegna, @davepan83. (…) Grazie a tutti per le vostre preghiere, non dobbiamo solo affrontare gli avversari in partita, c’è anche un virus. Quindi per favore pregate per la nostra sicurezza”.

Una volta ottenuta, per i propri meriti atletici e mentali e l’aiuto soprannaturale per lei innegabile, ha di nuovo ringraziato tutti e sollevato la Medaglia più diffusa, famosa e potente al mondo; la stessa ordinata ad una giovane novizia a inizio Ottocento in una viuzza di una Parigi alla vigilia di sconvolgimenti politici. Suor Caterina Labouré, delle Figlie delle Figlie della Carità incontrerà tre volte la Beata Vergine Maria e sarà Lei stessa a dirle come far realizzare quella medaglia che porterà grandi grazie a chi la indosserà con fede.

Queste Olimpiadi sui generis per molti aspetti continuano ad offrirci storie ed esempi benefici: se pensiamo alle atlete di casa nostra non può che venirci in mente la magnifica Federica Pellegrini, l’unica atleta donna a conquistarsi 5 finali olimpiche di fila; si è piazzata settima alla finale ed è felice, felice di quel che ha fatto, di come ha lavorato, anche se non ha vinto.

O la farfalla della ginnastica artistica, Vanessa Ferrari, un’altra irriducibile che anche lei trentenne si è guadagnata un’incredibile finale, superando persino la super favorita Simone Biles. E la spettacolare fuoriclasse atleta USA ci ha a sua volta offerto qualcosa di vero persino ritirandosi e mostrando con umiltà la propria fragilità.

L’arte di fallire e di vincere davvero

E solo il genio cristiano applicato allo sport poteva far arrivare, per il cuore e la penna di Don Gionatan De Marco, cappellano degli azzurri olimpici , una lettera tanto bella alla giovanissima Benedetta Pilato su quanto importante sia fallire, imparare a cadere, saper rinascere. Siamo noi la sola fede che impugna una croce e predica la Resurrezione.

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