In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;
trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Nascosto è la parola giusta per descrivere il regno dei cieli:
Non è un tesoro evidente, ma un tesoro che ha bisogno di tempo per essere scovato e che molto spesso è seppellito nel campo delle cose di ogni giorno, quelle che non guardiamo più, quelle che pensiamo non possano riservarci niente di nuovo. È un tesoro che fa cambiare tutto, perché è grazie ad esso che si trova il coraggio di dar via tutto, di rischiare tutto, di mettere in gioco ogni cosa.
È un tesoro che ti fa sentire di nuovo vivo, perché vivo è solo chi si mette in gioco. È aver trovato un motivo per cui dare la vita, e proprio per questo sentire la grande responsabilità di non perderlo.
Il regno dei cieli è un affare, non è il culto del sacrificio o della logica solo del perdere. È l’affare di poter rinunciare a tutto perché si è trovato finalmente il meglio. L’incontro con Cristo è l’incontro con un dettaglio non evidente della vita che capovolge però tutta la prospettiva. È un incontro che dà di nuovo valore al campo delle cose che viviamo solo perché tu sai che dentro c’è nascosto qualcosa di molto importante.
È sapere questo che ci fa guardare con occhi diversi un matrimonio che sembra non dirci più nulla, una routine che sembra solo sfibrarci, un lavoro che sembra non ripagare mai veramente le nostre aspettative. Il regno non è la chirurgia estetica di ciò che si vede della vita, ma la scoperta di qualcosa che vi è nascosto e che non sapevamo esistesse. È così che nasce di nuovo la fedeltà, il coraggio e la passione. Questo tipo di vita è per sua natura una provocazione per gli altri perché non c’è nessun apparente motivo per cui vivere così, eppure uno vive così.