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Fondato il primo monastero cattolico del Tagikistan, Paese con soli 120 fedeli

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БорисМир, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Francisco Vêneto - pubblicato il 26/07/21

Il Paese, che apparteneva all'estinta e atea Unione Sovietica, ha ora 7 suore e 2 sacerdoti

È stato appena fondato il primo monastero cattolico del Tagikistan, Paese di 9 milioni di abitanti con appena 120 fedeli della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

L’Istituto del Verbo Incarnato è la famiglia religiosa responsabile del nuovo monastero di vita contemplativa nel territorio di questo Paese dell’Asia Centrale, la cui popolazione è a maggioranza musulmana. Il monastero è dedicato a San Giovanni Paolo II.

La presenza della Chiesa cattolica in Tagikistan risale alla fine degli anni Settanta, quando il Paese faceva parte dell’ormai estinta Unione Sovietica. Il regime comunista, ferocemente ateo, impediva la pratica pubblica della fede e considerava la religione un veleno, ma per Provvidenza quello stesso regime ha finito per favorire l’arrivo del cattolicesimo nella regione, perché i primi sacerdoti e laici cattolici vi sono stati mandati come deportati.

Padre Pedro López, al servizio pastorale della piccola comunità cattolica tagika, si è espresso così circa il nuovo monastero:

“Ha un grande significato, perché sono religiose che pregano per i frutti di apostolato a cui stiamo lavorando, ed è molto opportuno in questo tempo di conflitto. È un privilegio molto grande”.

Nella fondazione del monastero, la celebrazione eucaristica è stata presieduta da padre Jerzy Maculewicz, amministratore apostolico del vicino Uzbekistan. C’è stata anche una toccante processione con l’immagine di Nostra Signora di Luján, patrona dell’Argentina, intronizzata nell’edificio del monastero.

“È stato emozionante perché non sono cose che siamo abituati a vedere in questo Paese. Non ci sono divieti espliciti, ma in genere non ci sono manifestazioni pubbliche della fede [cristiana]”.

Il nuovo monastero ha quattro religiose dell’Istituto del Verbo Incarnato, provenienti da Uzbekistan, Paraguay e Argentina. L’edificio è situato accanto a una delle uniche due chiese cattoliche presenti nel Paese, una parrocchia dedicata a San Giuseppe.

Oltre alle quattro religiose contemplative appena arrivate, la comunità cattolica locale include altre tre suore di vita attiva e due sacerdoti.

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