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Come impiegare la psicologia inversa con i bambini?

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Shutterstock | wong yu liang

María José García Crespo - pubblicato il 22/07/21

Vi è mai successo che vostro figlio non vi obbedisca in alcun modo? Forse è il momento di applicare la psicologia inversa

La psicologia inversa è una tecnica in base alla quale riusciamo a far sì che un’altra persona, in questo caso un figlio, faccia il contrario di quello che gli chiediamo. Ci sono circostanze e situazioni in cui decidiamo di impiegare questa tecnica. Gli psicologi raccomandano che prima di impiegarla se ne provino altre, ma a mali estremi, estremi rimedi!

In genere si inizia spiegando il perché delle cose, cercando di comprendere il punto di vista del figlio. Sappiamo che il modello autoritario non va bene, il che non indica una mancanza di disciplina. In questi casi, dire “Perché lo dico io e basta” non è la soluzione migliore, né la più efficace.

In questo scenario, possiamo impiegare il trucco della psicologia inversa. 

Chiedere l’opposto

In determinate fasi del loro sviluppo, i bambini vogliono sperimentare libertà e disobbedire per partito preso, come forma per affermare la propria autonomia. Questo può portare a vivere situazioni decisamente stressanti. Forse avete negoziato per troppo tempo con un figlio molto effusivo e siete sul punto di perdere la pazienza, o avete cercato di convincerlo senza successo a mangiare le verdure.

Visto che quello che il bambino cerca è disobbedire, chiediamogli esattamente il contrario, perché finisca per fare proprio quello che vogliamo. Ricorderete sicuramente qualche occasione in cui i vostri genitori hanno fatto lo stesso con voi. Non si tratta di usare questo strumento in ogni istante, perché significherebbe manipolare i figli, e questo non va certo bene.

Una forma comune di psicologia inversa è proibire un’azione. Quando dite “Non fare questo”, state anche dando il suggerimento di fare “questo”.

L’educazione dei figli è una missione titanica che richiede temperanza, per cui sarebbe bene tener conto di alcune considerazioni al momento di impiegare la psicologia inversa:

– Non prendere le cose in modo personale e non cercare un controllo eccessivo.

– Gestire bene le proprie emozioni per non scatenare sentimenti negativi né nei figli né in noi stessi.

– Valorizzare le loro necessità. Prima di impiegare questa tecnica, pensate se state chiedendo troppo o se non è un buon momento per richiedere una determinata azione. Dobbiamo sapere fin dove possiamo arrivare.

– Analizzare altre opzioni. A volte essere creativi è più efficace. Visto che non si può giocare a pallone in casa, date altre opzioni.

– Psicologia inversa con senso comune. Se le alternative non funzionano, solo in questo caso si può impiegare questa tecnica in modo puntuale, non come norma.

La psicologia inversa fa parte di un fenomeno della psicologia chiamato “reattanza”, in base ad alcune dichiarazioni di Jeff Greenberg, professore di Psicologia sociale dell’Università dell’Arizona, su livescience.com.

“L’idea della reattanza è che le persone sono profondamente motivate a proteggere le loro libertà. Quando sentono che la loro libertà è minacciata, ad esempio, pensano che quando le stia privando della capacità di prendere le proprie decisioni e reagiscono contro questa minaccia”, afferma. Possono quindi sentirsi arrabbiate o sulla difensiva, e possono cercare di invertire la minaccia. La psicologia inversa approfitta della reattanza di una persona.

“Le persone irritabili, testarde ed emotive tendono ad essere più propense alla reattanza”, sostiene Greenberg. Quelle più obbedienti, invece, tendono ad essere meno propense.

Si tratta di far sì che vostro figlio faccia qualcosa che volete suggerendogli di fare il contrario. Funziona meglio con i bambini nervosi o molto emotivi.

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Secondo il dottor Michael V. Pantalon, ricercatore della facoltà di Medicina dell’Università di Yale, “la psicologia inversa funziona perché a nessuno di noi piace che gli si dica cosa fare, al punto che spesso facciamo il contrario di quello che si vuole che facciamo semplicemente per ristabilire la nostra libertà”. Cosa potrebbe essere meglio di ottenere che qualcuno faccia qualcosa in sette minuti… o meno?

– I figli sanno perfettamente cosa è richiesto da loro. Anche se non obbediscono, capiscono ciò che si sta chiedendo loro, ma hanno deciso di essere testardi. Ricorrete al vostro ego. È un buon momento per impiegare la psicologia inversa.

– Amano sfidarvi. Alcuni bambini amano fare sistematicamente il contrario di quello che chiedono i genitori. Date loro delle opzioni, ma rafforzate quella che non volete che scelgano.

– Create un’aura di mistero che darà più emozione a quello che vogliamo realmente che facciano.

– Amano combattere. Se non vogliono fare qualcosa, sfidateli a vedere chi vince e ci si impegneranno. Trasformate in un gioco chi si veste prima e sarà fatta.

– Preferiscono decidere. Se non vi obbediscono, potete provare a dar loro varie opzioni. Anziché ordinare “Mangia la verdura”, potete provare con “Cosa preferisci, insalata o spinaci?” È un modo intelligente di dominare la situazione senza che se ne rendano conto.

– L’adolescenza è quel periodo meraviglioso in cui è tutto un “Tu non ne hai idea”. Visto che “non ne abbiamo idea”, suggeriamo proprio il contrario.

– Valutate se sono disobbedienti o nervosi per il fatto di dover intraprendere un’attività che li fa sentire insicuri. Esortateli nella giusta direzione tenendone conto.

– Usate il rafforzamento positivo. Date opzioni tra cui decidere e premiate la decisione positiva. Il premio non dev’essere necessariamente materiale – bastano l’affetto, il riconoscimento verbale o qualche attività speciale. Dipende dalla portata della decisione.

– Non serve cercare per tutto il tempo di convincere i figli, perché possono sentirsi diretti. Impiegando la psicologia inversa potete permettere ogni tanto che credano di aver vinto.

– Non impiegate la psicologia inversa se vostro figlio è uno di quelli che analizzano troppo le cose, perché indovinerà le vostre intenzioni e diffiderà.

– I figli vogliono fare ciò che volete, ma si sentono insicuri o hanno paura, e anche se non lo dicono voi che li conoscete bene lo sapete. In questi casi serve una piccola spinta da parte dei genitori.

Non applicarla sistematicamente

Alcuni autori mettono in guardia sui rischi del fatto di impiegare la psicologia inversa in modo abituale. Susan Fowler è una famosa scrittrice e oratrice, giornalista del The New York Times e coach, e afferma che “bisogna fare attenzione per evitare che queste strategie [di psicologia inversa] possano risultare controproducenti. I bambini possono percepire la manipolazione a un chilometro di distanza”. L’esperta raccomanda invece di predicare con l’esempio.

Anche John Gottman, professore di Psicologia, sconsiglia l’uso della psicologia inversa con gli adolescenti, ritenendola ambigua e poco efficace. Per questo, ricorda che è uno strumento da usare solo in modo sporadico.

I professori MacDonald, Nail e Harper hanno realizzato uno studio – pubblicato su tandfonline.com – che valorizza l’uso della psicologia inversa nel mondo reale tra gli adulti. I partecipanti hanno presentato esempi di psicologia inversa e hanno parlato del successo e della frequenza dell’uso di questa tattica. I dati hanno suggerito l’esistenza di due forme di psicologia inversa, una usata come tattica di persuasione generale, l’altra specificatamente per ottenere la tranquillità interpersonale. 

Le situazioni che richiedono questo uso potenziale della psicologia inversa si possono verificare, secondo l’ipotesi, quando una fonte di influenza si aspetta contraddizione, negatività o insoddisfazione di fronte alle proprie richieste.

Quando un adolescente crede che userete la psicologia inversa, potete cercare un effetto inverso-inverso suggerendo quello che volete che faccia, ma stavolta in modo indiretto e non ovvio.

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