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Ci si può rifare una vita dopo un duro colpo?

ŻAL

Tero Vesalainen | Shutterstock

Orfa Astorga - pubblicato il 22/07/21

Ricominciare è possibile, e si può recuperare la propria dignità dopo un colpo nella vita

“Quando pensavo di aver raggiunto più successo, all’improvviso ho verificato che mi risultava molto difficile recuperare la mia dignità, davanti a me stesso e agli altri”, raccontava afflitto un uomo divorziato da poco.

“Capisco quello che intende. È un po’ come un viaggio: se vogliamo arrivare bene alla nostra destinazione, dobbiamo obbedire a segnali come alt, diminuire la velocità, pericolo, ecc.. Dobbiamo fare qualcosa di simile anche nel cammino della vita, che presenta anch’esso dei segnali a cui bisogna obbedire.

C’è chi segue a qualsiasi costo segnali che indicano la direzione che la società è solita celebrare, come successo, prestigio, denaro, piacere… Altri, invece, seguono quelli che orientano ad amare il mondo, senza cadere nel mondano. E parleremo di questi segnali, perché per chi riesce a rettificare nulla è perduto, men che meno la dignità”.

“La ascolto. C’è qualcosa che mi dice che quello che afferma sulla dignità è vero”, ha detto pensoso.

I segnali della vita

“Molto bene. Alcuni dei segnali a cui mi riferisco sono:

L’interiorità. Più importante dei successi o dei risultati ottenuti è il fatto che la persona sia capace di riconoscere se stessa nelle sue virtù e nei suoi difetti, per essere chi dev’essere, di fronte a Dio e agli altri.

Valorizzare l’esistenza. La qualità di vita che si può ottenere non serve a niente se non si ringrazia per la vita stessa facendone il miglior uso possibile, nel servizio agli altri.

Vivere saggiamente. La persona più semplice e con poca formazione accademica può essere più saggia e felice di una ricca o con un dottorato, perché vive con una coscienza morale aperta e senza limiti alla verità dell’amore.

La capacità di donarsi agli altri. È quello che fa davvero essere la persona, e non la capacità di ricevere benefici attraverso transazioni di successo, per quanto possano essere lecite.

Riposare in se stessi. Significa imparare ad essere felici, senza che la nostra libertà e la nostra pace interiore dipendano necessariamente dall’opinione altrui, o dal corso degli eventi.

Distacco. Al margine dei mezzi materiali di cui si dispone, si può vivere distaccato da questi, perché la vera povertà consiste nel mettere tutta la nostra vita nelle mani di Dio”.

Ricominciare è possibile

“A dire il vero, quei segni non li ho riconosciuti in molti modi. E che mi dice del segno che ho lasciato e che mi fa vergognare?”

“Resta sempre un residuo ineluttabile di dignità, per il quale una persona può tornare sui suoi passi, per rifarsi una vita seguendo i segnali giusti”.

“Nonostante tutto, penso che mi risulterà molto difficile essere quello che voglio essere davvero”.

“Per questo, la lotta deve consistere nel rifarsi una vita mentre si recupera la dignità, e per questo è necessario attraversare un processo di purificazione, in cui si dovrà cambiare in modo incondizionato.

Può riuscirci tenendo conto del primo segnale del cammino: la sua interiorità.

Facendolo, sentirà una voce che le dirà:

‘Ricomincia ora e lascia stare il passato con le sue inutili lamentele, puoi ricostruirti approfittando delle tue esperienze, per comportarti in modo tale da meritare la dignità con cui sei stato creato da Dio’”.

Essere chi si è chiamati ad essere

“Quando avrà poi camminato abbastanza seguendo i segnali corretti, cerchi di recuperare i suoi amori per quanto possibile”.

“Recuperarli? Magari!”

“Ha buone possibilità, se usa la sua dignità ripristinata, e qualunque cosa accada non dovrà più lasciarsi schiavizzare da niente. Si persuada del fatto che può ancora essere chi vuole essere, chi deve essere”.

Alcuni mesi dopo, quell’uomo aveva recuperato la sua famiglia e aiutava altri grazie alla sua esperienza.

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