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Danni al Dna, effetti collaterali, scarsa efficacia: tutte le bugie dei no vax

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Dosi del vaccino AstraZeneca contro il Covid-19.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/07/21
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Un docente di storia della medicina intervistato da Avvenire tranquillizza sulle informazioni false fatte circolare da chi è ossessionato dai vaccini anti Covid

Un mare di bufale che hanno l’obiettivo di sfiduciare le persone a farsi il vaccino: sono quelle che fanno circolare quotidianamente i cosiddetti no vax, persone contrarie e ossessionate dai vaccini e in particolare da quello anti Covid. 

Il professor Andrea Grignolio, docente di Storia della medicina e Bioetica, all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Cid-ethics al Cnr, spiega come smontare le tesi dei no vax, fatte circolare in modo capillare sopratutto sui social network. 

VACCINE

«Ci sono due categorie - dice in un’intervista ad Avvenire (19 luglio) gli "esitanti" che, in periodo non pandemico, sono il 10-15% della popolazione e oggi il 20-30%, non si immunizzano ma sono aperti al dialogo; e poi i no vax che in periodo non pandemico si stimano nel 3-5% e oggi sono tra il 7 e il 10%: sono inconvincibili, fanno dell’antivaccinismo una marca identitaria».

I no vax sostengono che i vaccini anti covid sono stati prodotti e autorizzati in tempi ristretti. Quindi non sono affidabili.
«Per i vaccini - premette il professore Vignolio - questa critica è sempre stata sollevata, anche dopo sperimentazioni standard. In questo caso, invece degli abituali 3-5.000 volontari ne sono stati utilizzati almeno tre volte di più. E quando ormai siamo a milioni di dosi somministrate i riscontri sono positivi».

Ma chi non ha fiducia nei vaccini, fa notare Avvenire, insiste sul fatto che i veri problemi si verificheranno in futuro.
«Il meccanismo psicologico dei no vax è sempre quello - ribatte il docente di Storia della medicina - non potendo dimostrare effetti avversi nel presente rimandano al futuro, cioè ad un tempo indimostrabile. Questo è un classico delle bufale no vax».

«L’Aspirina - spiega l’esperto - ha un numero di reazione avverse superiore di 2.500 rispetto al vaccino. Mangiare uova è più rischioso. Noccioline, arachidi, latte hanno provocato conseguenze peggiori. I farmaci hanno rischi. Ma in medicina occorre pesare il rischio con il beneficio. Almeno sulla carta».

«Il nostro cervello - prosegue Vignolio - ha grande difficoltà a pesare i rischi con i benefici, è "disadatto". Per questo tanti genitori, messi di fronte alla scelta di vaccinare o meno i figli, decidono di non decidere, cioè non scelgono».

«Anche questo non è vero - replica il docente del San Raffaele -. Nessuno dei vaccini in circolazione interagisce con il nucleo della cellula dove risiede il Dna, di conseguenza non c’è possibilità di modificazione del codice genetico. È un’altra bufala. Tuttavia, quando abbiamo letto che i vaccini – sia quelli a vettore virale, sia quelli a Rna – erano stati definiti "genetici", siamo tutti saltati sulla sedia». 

Quando si usa la parola "genetica" «si va incontro ad un’ondata di rifiuto, come nel caso, anche questo errato, degli Ogm. Perché l’idea che il nostro organismo possa essere modificato è la paura di Frankenstein, è la paura della scoperta che sfugge di mano, altera il destino umano e finisce o per sottometterlo, o deviarlo. È una paura ritornante che toglie lucidità rispetto alla falsità di cui si parla».

La lista di disinformazione dei no vax prosegue con un’altra fake news che Vignolia rileva:  

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