L'imposizione o l'equivoco nel discernimento della vocazione tende a generare persone frustrate. Ma come cercare e raggiungere una vita felice, piena di senso?
Il discernimento della vocazione esige il confronto personale e la percezione più profonda di sé. Chi si sente confuso deve cercare aiuto in persone solide, che abbiano una buona formazione, per svolgere un lavoro di organizzazione interna, con la quale si creano le condizioni per guardare più profondamente dentro di sé.
Per il cristiano, il discernimento implica anche la preghiera, il rapporto di intimità con Dio. Ogni persona è chiamata (“vocazione” deriva dal latino “vocare”, chiamare) da Dio a una vita realizzata e piena.
Definizione
La definizione più semplice della vocazione è “chiamata”. Si tratta di una chiamata a uno stato di vita, ma è innanzitutto la chiamata di Dio a risvegliarsi alla propria vita.
Prendere coscienza del fatto che la vocazione è una chiamata di Dio alla vita deve portare alla percezione di come si vive questa chiamata, questa vita che è stata data non solo come dono, ma anche come incombenza, come compito; ovvero, come sviluppare questa vocazione, questa chiamata che si è ricevuta al concepimento.
“Vocazione” è diverso da “attitudine”. Le attitudini definiscono, ad esempio, la professione di una persona, mentre la vocazione definisce uno stato di vita. Ciò vuol dire che la chiamata della vocazione si verifica a un livello più profondo dentro di noi: quello esistenziale. Non è solo quello psicologico. Abbraccia e comprende tutto: la persona nella sua realtà fisica, psichica e spirituale.
Al giorno d’oggi le persone hanno molta difficoltà a percepire la propria vocazione fondamentale, ovvero se sposarsi o consacrarsi, perché hanno grande difficoltà a percepirsi nella propria vita. Se è così, è ancora più difficile percepire come si svilupperanno.
Ad esempio, se la persona vuole discernere se la sua chiamata è vivere la vita di celibato, deve conoscere la sua realtà fisica quanto a necessità e manifestazioni.
Bisogna anche avere coscienza della realtà psicologica, nel senso del suo sviluppo, ovvero se esiste la chiamata a voler vivere un rapporto specifico con qualcuno o la chiamata a vivere l’affettività in modo generale, nella condivisione con tutti.