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Da Babilonia al mutismo di Zaccaria: la vera storia dell’Arcangelo Gabriele

SAINT GABRIEL

Fr Lawrence Lew, O.P. | Flickr CC BY-NC-ND 2.0

Una rappresentazione dell'arcangelo Gabriele.

don Marcello Stanzione - pubblicato il 12/07/21

“San Gabriele è inviato a Daniele, al fine di spegnere un poco la sua sete di desideri che lo fa pregare, digiunare, piangere. Egli gli rivela, in una vasta visione, i destini del Regno di Dio sulla Terra”

Al nome di San Gabriele, la mente si riporta spontaneamente a quelle pitture del mistero dell’Annunciazione, così frequenti in Italia, nelle quali si vede l’arcangelo, con un ramo di giglio in mano, penetrare nella dimora dove Maria prega silenziosamente. 

Rendiamo grazie a San Gabriele, che ci ha insegnato a lodare la Santa Vergine! Il suo nome evoca la scena inenarrabile il cui svolgimento è stato l’Incarnazione del Verbo.

SAINT GABRIEL
Una rappresentazione dell’arcangelo Gabriele.

Messaggero della buona novella

Gli Angeli sono i messaggeri di Dio. Ve ne sono alcuni il cui l’invio è riservato nelle circostanze più solenni, sono gli arcangeli. Ve ne sono altri che sono impiegati in ministeri terribili di giustizia divina. In mezzo a tutta questa moltitudine di Spiriti angelici, che circondano il Trono di Dio, San Gabriele ci appare come il Messaggero per eccellenza della buona novella. La sua missione è di annunciare un Vangelo (Lc.1, 19).

Daniele a Babilonia

Egli ha cominciato durante l’Antico Testamento la predicazione di questo Vangelo angelico, prefazio del Vangelo umano.

Sulla fine della prigionia, Dio suscitò in Babilonia Daniele, uno dei quattro grandi profeti. E’ animato per il suo popolo d’una carità bruciante, porta alla presenza di Dio i peccati dei suoi fratelli. Il suo cuore è dilatato, divorato da tali desideri di liberazione per il suo popolo, ch’egli merita il nome toccante di “uomo dei desideri”. 

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La caduta di Babilonia.

“Settanta settimane di anni”

San Gabriele è inviato a Daniele, al fine di spegnere un poco la sua sete di desideri che lo fa pregare, digiunare, piangere. Egli gli rivela, in una vasta visione, i destini del Regno di Dio sulla Terra. 

Gli mostra la venuta prossima del Santo dei santi, che porrà fine all’iniquità e compirà le profezie. Gli dà la data precisa di questa apparizione del Messia promesso: essa avrà luogo in “settanta settimane di anni”. Questa profezia così chiara è la pietra d’angolo degli ebrei che li convince irrefutabilmente della venuta del Salvatore e nello stesso tempo annuncia la loro irrimediabile dispersione (Dan.9).

Gabriele incontra Zaccaria

Comunque i tempi si avvicinano, il ciclo misterioso delle settimane di Daniele è quasi completamente realizzato. Dopo un lungo intervallo di tempo durante il quale ogni comunicazione sembra essere sospesa tra il Cielo e la Terra, Gabriele s’impegna di nuovo. Egli si reca al Tempio di Gerusalemme, nell’ora in cui il sacerdote faceva fumare l’incenso davanti all’Altissimo, forse nella stessa ora del sacrificio della sera che l’aveva portato presso Daniele. 

Il sacerdote di servizio al Tempio era un uomo giusto e timorato di Dio, chiamato Zaccaria. 

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Il profeta Zaccaria.

Il mutismo di Zaccaria

Egli scorge l’Arcangelo in piedi, a destra dell’altare dei profumi. E’ spaventato. Ma Gabriele lo rassicura e gli predice la gioiosa notizia ch’egli sarà, malgrado la vegliarda età, il padre di un bambino destinato a divenire il precursore del Messia. Zaccaria esita a credere, ed è colpito da mutismo. Era riservato al bambino promesso di slegare con la sua nascita la lingua di suo padre.

La salvezza del mondo nelle mani della Vergine

Sei mesi dopo, l’Arcangelo Gabriele prende nuovo slancio. Questa volta si reca in Galilea, va a trovare una ragazza della stirpe reale di Davide, che vive nella povertà, e che è rimasta vergine sotto il velo di un casto matrimonio. Egli si presenta a Lei con un rispetto infinito, come Ambasciatore della Santissima Trinità. 

La salvezza del mondo è rimessa dall’Arcangelo nelle mani della Vergine, se Ella dona il suo consenso, il Cielo si aprirà ed il Salvatore discenderà. Maria si turba nella sua umiltà, l’Arcangelo la rassicura. 

La missione di San Gabriele

Ella esita per il suo amore alla verginità, l’Arcangelo dissipa le sue apprensioni. Il celeste Ambasciatore ha vinto, egli ottiene il consenso di Maria. Questa, con un atto di fede eroica, attira in Lei e incorpora il Figlio di Dio. Quante azioni di grazie non dobbiamo a San Gabriele per aver portato a termine una così delicata e così sublime ambasciata! 

Egli è veramente, secondo una bella espressione degli antichi, il Paraninfo delle nozze del Verbo con l’umanità. Si chiamava così l’amico incaricato d’introdurre lo sposo nella camera nuziale. San Gabriele ha introdotto lo Sposo celeste in questa camera nuziale che era il seno verginale di Maria. Là il Verbo ha sposato la nostra natura.  

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