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“Misericordia”. Così la famiglia di Taliercio ha perdonato i suoi assassini

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/07/21

Il 5 luglio 1981, 40 anni fa esatti, il direttore del Petrolchimico di Porto Marghera venne ammazzato dalle Brigate Rosse dopo 46 giorni di sequestro. La famiglia, come lui, molto credente, decise di rispondere con il perdono al barbaro omicidio

La misericordia di Dio ha spinto i familiari di Giuseppe Taliercio a concedere il perdono ai suoi assassini. 

Il 5 luglio 1981, 40 anni fa esatti, il direttore del Petrolchimico di Porto Marghera venne ammazzato dalle Brigate Rosse dopo 46 giorni di sequestro. Il corpo sarà ritrovato crivellato da 17 colpi di pistola esplosi da Antonio Savasta. 

Il figlio: “La misericordia ci ha accompagnato sempre”

Famiglia Cristiana (5 luglio) riporta le parole dei familiari di Giuseppe Taliercio.

Il figlio Cesare Taliercio, che allora aveva 18 anni, si trovava in casa con la sorella Bianca e i genitori la mattina in cui i brigatisti, travestiti da finanzieri, si introdussero nell’abitazione e rapirono suo padre. «Dopo 35 anni cosa suscita in me la parola “misericordia”? Difficile da dire. Allora contavamo in quella di Dio, che ci ridesse mio padre», spiega. «Ma anche dopo, la misericordia ci ha accompagnato sempre». Era quanto insegnava papà Giuseppe ai suoi cinque figli, col suo silenzioso esempio.

«Anche il lavoro, per lui che era credente, era una missione. E solo dopo la sua morte venimmo a sapere che, nonostante tutti i suoi gravosi impegni, trovava il tempo di dedicarsi alle famiglie bisognose della città, attraverso il volontariato nella San Vincenzo», racconta Cesare. 

La moglie: “La pace è un grandissimo dono”

La moglie di Giuseppe Taliercio, Gabriella, cresciuta con lui nell’Azione Cattolica, a proposito della “difficile” misericordia ebbe a dire: «Quando qualcuno si meraviglia per il perdono che abbiamo concesso ai suoi assassini, io e i miei gli rispondiamo in modo semplice: la strada del perdono, dell’amore e della bontà è l’unica che Pino ci ha insegnato. La pace è un grandissimo dono e ringraziamo il Signore che ce la offre e chiediamo a tutti di pregare per questi brigatisti che anche per loro nisca questa tragedia, e che l’uomo torni ad amare e a non odiare più».

L’assassino: non capivo perchè era così sereno 

Savasta, nel 1985, all’inizio del processo disse dell’ingegnere: «Tentava di spiegarci il senso della vita e io non capivo da dove prendesse la forza per essere così sereno». 

Se è vero che esercitare misericordia significa rinunciare all’esercizio del potere e al male che potresti fare su chi hai nelle tue mani e salvarlo, conclude Famiglia Cristiana, il brigatismo rappresentò l’antimisericordia, macchiandosi di una speciale infamia, per la quale passerà alla storia. 

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