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Qual è il segreto per un matrimonio duraturo e felice?

OLD, COUPLE, DANCING
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BenEssere - pubblicato il 07/07/21
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Esiste un segreto per un matrimonio duraturo? Uno studio americano condotto da Karl Pillemer, durato quattro anni, ha portato a una sorta di vademecum sulla base dell’esperienza di alcune coppie: ingredienti semplici ma non proprio.

di Maria Teresa Antognazza

Capelli bianchi, a passeggio nel parco, mano nella mano. Quale immagine più serena di due anziani uniti da una lunga relazione di coppia? Simona e Paolo a maggio festeggiano cinquant’anni di matrimonio. Enrico e Michela, invece, spegneranno le candeline delle nozze d’oro a settembre.

Serena e Giulio hanno superato il traguardo di quelle di diamante, e sono a quota 63, per la precisione. Veri e propri record di durata della vita a due. Ma qual è il loro “segreto”?

«Se pensiamo a questi anni trascorsi insieme», confida Michela, che si è sposata a 20 anni, «possiamo dire che ci sono alcune cose che ci hanno uniti e che hanno tenuto vivo il nostro amore: avere dei valori e degli obiettivi in comune, tenere viva la comunicazione tra di noi, appartenere a una comunità più ampia, pregare insieme».

Una vita molto attiva, con intensi ritmi di lavoro anche all’estero per lui; la gestione della famiglia, prima con l’accudimento a tempo pieno delle due figlie e poi di due nipoti, per lei,
hanno contribuito a consolidare l’unione di Simona e Paolo.

«Abbiamo alle spalle anni di grande sintonia perché ciascuno era “padrone” di uno spazio preciso e, contemporaneamente, ci univano passioni comuni, come i progetti di sviluppo della famiglia e i viaggi.

Il momento più faticoso del nostro stare insieme è stato negli ultimi mesi, che siamo entrambi stati a casa, pensionati e costretti a diradare gli impegni familiari per l’emergenza sanitaria.

Finché», sottolinea la moglie, «io ero la “regina” assoluta della casa e mi muovevo in totale autonomia nella gestione familiare le cose filavano lisce come l’olio. Adesso che anche mio marito sta molto tempo in casa, e interviene anche nelle faccende domestiche, il segreto per non farsi la guerra tutti i giorni è una grande e costante pazienza».

Pazienza, dialogo, condivisione degli obiettivi comuni nell’educazione dei figli
e nello stile di vita sono gli ingredienti fondamentali anche per una vita insieme lunghissima come quella di Serena e Giulio.

Anche quando si tratta di affrontare le spigolosità della vita e dei diversi caratteri, la strada – spiegano le tre coppie – è quella del confronto e del dialogo serrato.

«Nessuno dei due ha mai rinunciato alle proprie idee», sottolinea Simona, «e spesso ci sono discussioni, perché ognuno ha il suo carattere. Ma poi quello che prevale è il desiderio di far pace e di accordarsi su come andare avanti, facendo in modo che entrambi si sia soddisfatti della vita che si sta costruendo».

Uno studio americano condotto da Karl Pillemer, geriatra e professore alla Cornell University di Ithaca, nello Stato di New York, durato quattro anni, ha messo a tema la durata dei matrimoni di settecento pensionati, sposati in media da 43 anni, per giungere a una sorta di vademecum, intitolato The marriage advice project, Consigli per un buon matrimonio.

Le esperienze raccontate dalle coppie hanno messo in luce alcuni elementi di forza necessari a cementare la relazione: spirito di rinuncia e resilienza, per affrontare un’esperienza complessa, su cui occorre lavorare per tutta la vita; un grande innamoramento come molla iniziale dell’unione; comunanza di visione su alcuni valori fondamentali della vita, come il rapporto con la religione, con il denaro, l’educazione dei figli, il peso della carriera e il tempo libero; la disponibilità a mantenere vivo un dialogo franco e aperto, indice di flessibilità emotiva.

«Quando ci siamo conosciuti», raccontano Enrico e Michela, «arrivavamo da due esperienze giovanili diverse ma avevamo ideali in comune e lungo gli anni ci siamo confrontati diverse volte su quali dovessero essere i nostri obiettivi insieme.

Così abbiamo cominciato la vita familiare: abbiamo deciso, oltre ad avere i nostri figli, di essere aperti ad altre prospettive e abbiamo aperto la nostra casa ad accoglienze di ragazze madri, sole o con figli, il tempo necessario perché fossero autonome.
Non sono mancate le difficoltà ma, oltre a poter contare su alcuni amici fidati, quello che ci ha aiutati è stata la capacità di restare fedeli ai nostri ideali.
Quando i figli poi sono cresciuti l’esperienza dell’accoglienza è terminata e con la stessa dedizione ci siamo ritrovati nonni a stare vicino ai nostri nipoti».

La flessibilità e la disponibilità a uno stile di famiglia aperta agli altri sono due caratteristiche che hanno segnato anche la vita di Serena e Giulio, da sempre attivi in parrocchia, nella caritativa e nel mondo scout.

«Durante tutti questi anni, anche ne riodi più difficili e davanti alle sfide più grandi, che arrivavano da dentro e da fuori la nostra famiglia o dei nostri quattro figli, ci siamo sempre confrontati con schiettezza e rispetto e abbiamo sempre condiviso i nostri pensieri
e le nostre emozioni, accettandoci reciprocamente anche quando avevamo
posizioni diverse».

Secondo i protagonisti dello studio di Pillemer, la relazione con il coniuge deve
venire prima di ogni cosa, anche prima dei figli
, dei suoceri, del lavoro e degli amici. Questo perché è alla base di un rapporto sereno con tutti loro.

Tuttavia, per la durata del matrimonio è di particolare importanza curare con attenzione il rapporto con i suoceri, perché si impari a rispettare una “giusta distanza”; sebbene a volte la relazione possa rivelarsi “spinosa”, la maggior parte delle esperienze raccolte dallo studioso americano mostrano la ricerca di compromessi e punti di contatto, per ricavarne benefici reciproci.

«Il matrimonio è fatto di migliaia di micro interazioni», afferma Pillemer, «come vezzeggiare l’altro o fare piccoli gesti inaspettati. Molti degli intervistati ammettono che l’incapacità di dare e ricevere complimenti è uno dei loro più grandi rimpianti». Ma c’è anche un ultimo consiglio delle coppie mature e riguarda il rispetto reciproco:

«Le coppie sposate da lungo tempo», sottolinea il geriatra, «avvertono che il pericolo del matrimonio è conoscere l’altro così bene da poterlo ferire con estrema durezza».

Non approfittare di questa vulnerabilità, in realtà, è il vero significato del rispetto. Per le coppie credenti, infine, la condivisione della pratica religiosa è un altro collante fondamentale.

«La comunità è stata un elemento importante per la nostra unione», spiega Michela, «sia la comunità ristretta delle nostre famiglie sia quella della parrocchia e dell’Azione cattolica, nelle quali ci siamo impegnati assumendo diversi ruoli.

Infine la preghiera: ogni giorno, ancora oggi, nonostante i ritmi impegnativi di certe giornate, riusciamo a ritagliarci pochi minuti per leggere insieme un brano di vangelo e una preghiera.

Questo rito quotidiano è stata la linfa che ha ispirato le nostre scelte e che ha rafforzato i nostri valori e la nostra relazione anche nei momenti difficili».

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