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Cos’è l’accompagnamento spirituale e come si svolge?

KATOLICY W NANTES MODLĄ SIĘ PRZED KOŚCIOŁEM

SEBASTIEN SALOM-GOMIS/AFP/East News

Catholic Link - pubblicato il 07/07/21

L'accompagnamento spirituale personale è la scienza e l'arte di guidare i cristiani verso la santità

L’accompagnamento spirituale personale è la scienza e l’arte di guidare i cristiani verso la santità, e si realizza attraverso i consigli che una guida o un orientatore spirituale offre alla persona consigliata. Questa realtà è stata costantemente presente nella vita della Chiesa per tutta la sua storia.

L’obiettivo è aiutare a far sì che ciascuno armonizzi, in base alla propria personalità, liberamente, i diversi aspetti del suo comportamento, per raggiungere l’unità di vita in circostanze ordinarie.

San Giovanni della Croce portava un esempio grafico per esortare a far sì che le persone contassero sempre su qualcuno nel loro cammino spirituale. Nei suoi “Detti di luce e amore” sottolineava che “l’anima virtuosa ma sola, senza Maestro, è come il carbone acceso ma isolato, il quale invece di accendersi si raffredderà”.

Questo mezzo di santità è sempre esistito, con modalità diverse, ed è stato ampiamente consigliato nella tradizione ascetica. Abbiamo un’abbondante esperienza dei santi al riguardo – San Girolamo, San Vincenzo Ferrer, Santa Teresa, San Josemaría…

Ad esempio, San Pietro de Alcantara ha scritto: “Una delle cose più ardue e difficili di questa vita è saper andare verso Dio e trattare con lui familiarmente. E non si può certo procedere per questa strada senza una buona guida”.

Un esempio contagioso di accompagnamento spirituale

Nel XIX secolo, Torino era una città che guardava con speranza al futuro e con sorpresa ciò che accadeva nelle sue strade. Colpisce la concentrazione di uomini di Dio che si è verificata in quella città. Quasi tutti avevano un elemento comune che li univa nonostante le tante differenze: la loro guida spirituale, un sacerdote esemplare, San Giuseppe Cafasso.

Per questo, nel suo ufficio arrivavano continuamente vescovi, commercianti, sacerdoti, operai, militari e ogni tipo di persone che avevano bisogno di un buon consiglio. Tornavano a casa con l’anima in pace e pieni di buone idee per santificarsi.

Le grandi qualità che resero molto popolare Cafasso erano la sua calma e la sua serenità. Curvo fin da giovane e piccolo di statura, aveva sempre un sorriso gentile sul volto.

La sua voce incantava, e dalla sua conversazione irradiava un’allegria contagiosa. Tutti lodavano la sua tranquillità immutabile.

La gente diceva: “È piccolo nel corpo, ma gigante nello spirito”. A chi gli si rivolgeva ripeteva sempre: “Nostro Signore vuole che Lo imitiamo nella sua mitezza”.

Questo umile sacerdote fu forse il più grande amico e benefattore di San Giovanni Bosco e di molti altri seminaristi poveri, e uno dei migliori formatori del XIX secolo.

Come approfittare dell’orientamento?

Dio si avvale anche della personalità dell’orientatore spirituale per aiutare chi viene diretto: talenti, conoscenza, esperienza, vita di preghiera, ma anche debolezze, pregiudizi, mancanza di esperienza… entra in gioco tutto.

Ecco qualche idea per approfittare meglio di questo strumento:

Chi? La prima cosa è selezionare bene con chi parlare – può trattarsi di un sacerdote o di un laico. Vale la pena di compiere un’accurata ricerca prima di scegliere un accompagnatore spirituale.

Dopo tutto, si sta cercando una persona a cui, in parte, si affida la salvezza e la santificazione della propria anima.

Quando? Bisogna anche cercare di trattare periodicamente l’accompagnamento. All’inizio può essere mensile, poi si passa a quindicinale, e certe persone con una vita interiore molto ricca riescono a cercarlo ogni settimana.

Per quanto tempo? Anche se le necessità variano, in genere una sessione ben preparata non ha bisogno di più di venti minuti o mezz’ora.

Quando si fa con molta frequenza, diminuisce la durata di ogni incontro. Un consiglio: cercate di non lasciare mai l’incontro senza aver fissato la data successiva.

Disposizioni? Farsi conoscere semplicemente, senza riserve, come un malato che va dal medico per curarsi. Bisogna evitare di essere complicati ed essere semplici e obiettivi, raccontando tutto quello che vale la pena di riferire. La sincerità è l’arma migliore contro la tiepidezza.

Propositi? È bene concretizzare le risoluzioni prese dalle normalmente poche parole del consiglio dato. Queste risoluzioni devono essere portate nella preghiera e nell’azione, e poi bisogna parlarne, se possibile, nell’incontro successivo, far propri i consigli.

Di cosa parlare? Andrebbero sicuramente sempre trattate la qualità e quantità della preghiera, la lettura spirituale e la vita sacramentale.

La lotta per vivere come cristiani nel matrimonio e nella famiglia, sul lavoro, nelle amicizie e nella vita sociale dev’essere normalmente considerata in modo specificio. È importante approfondire i difetti o le mancanze che impediscono di compiere progressi più rapidi verso la santità.

E l’apostolato? Col tempo, anche gli sforzi per condividere la fede in modo naturale con coloro che ci circondano possono diventare un argomento di discussione.

Questi sforzi possono dare buoni risultati a livello di grazie di Dio, riconciliazioni, conversioni e vocazioni.

Come abbiamo visto, l’accompagnamento spirituale è un passo importante per aiutarci a identificarci con Cristo per poterci aiutare a costruire, attraverso la preghiera e il sacrificio, la civiltà dell’amore e della verità.

In definitiva, significa scegliere qualcuno che ci aiuterà ad arrivare in cielo.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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