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Trasformiamo la critica in stupore

CURIOSITA'
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 06/07/21
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La gelosia ci porta a vedere solo il nostro bene. Allora fissiamo i nostri occhi su Cristo e impariamo dal suo sguardo compassionevole verso il mondo a trasformare critica e invidia in stupore.

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato.
Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!».
Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.
Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore.
Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi!
Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!».
(Mt 9,32-38)

Le opere di Dio sono sempre accompagnate da due atteggiamenti contraddittori: lo stupore e la critica.

Lo stupore è accorgersi del bene. La critica è non sopportare che ci possa essere bene all’infuori del mio.

Anche nella Chiesa di oggi questo doppio atteggiamento accompagna l’opera del vangelo. E la cosa peggiore non è la critica dei lontani ma quella dei nostri, quella di chi più di tutti gli altri dovrebbe gioire per il bene. Anche i nostri ambienti non sono immuni da certe patologie. Certe logiche distruttive di critica possono fermentare nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nei nostri movimenti invidie, gelosie, facendo scattare meccanismi distruttivi di critica e di male.

Più critichiamo e più ci sembra di essere nel giusto. Ma basterebbe guardarsi con lealtà nel cuore e accorgersi che in fondo la verità della nostra critica risiede nel fatto che siamo solo un po’ invidiosi e gelosi. Ma Gesù sembra reindirizzare i nostri sguardi su ciò che davvero conta:

Forse è una strategia del diavolo: tenerci occupati con ragionamenti mediocri e distrarci da ciò che conta. Il vangelo di oggi invita tutti noi ad entrare nello sguardo compassionevole che Gesù ha sul mondo e interrogarci su come possiamo rendere questa compassione di Gesù esperienza viva per molti.

Primeggiare occulta il Vangelo, servire invece lo rende manifesto. Se ognuno di noi si sottoponesse a questa conversione avremmo alleggerito di molto lo stress dei nostri ambienti.