Spesso l’enneagramma, una vera e propria mappa della personalità, in ambito cattolico è soggetto a riserve (vedi ad esempio Kosloski “I cattolici possono usare il sistema di personalità dell’enneagramma” in Aleteia 22 giugno 2021). Si tratta di pregiudizi che nascono da false paure o da valutazioni molto parziali, che ne travisano lo scopo.
I teorici dell’enneagramma “cattolico”, secondo diversi autori cattolici sfavorevoli all’enneagramma, sarebbero certamente influenzati dal cosiddetto new age. Gli autori ostili all’utilizzo ecclesiale cattolico dell’enneagramma affermano: “A parte le indubbie origini gnostiche gurdjeffiane del metodo influenzate dal movimento sufi, l’enneagramma è dentro una linea di psicoterapia che superando la linea scientifica si colora certamente di riferimenti pseudo-religiosi e di una religiosità di tipo gnostico, e il suo simbolo universale a nove punte si è affermato come uno dei segni distintivi popolari del new age” (cfr. Massimo Introvigne, Storia della New Age, Ed. Cristianità 1994).
L’Enneagramma, in realtà, per i suoi utilizzatori e fruitori cattolici non è una dottrina di salvezza, ma uno strumento di auto-conoscenza finalizzato alla crescita umana e spirituale. Tale strumento sta riscontrando applicazioni positive in una varietà di contesti, che vanno dalla formazione aziendale al lavoro di gruppo, e così via. Il padre Camilliano Arnaldo Pangrazzi dal 1977 al 1983 ha lavorato quale cappellano al St. Joseph Hospital di Milwaukee, USA.
Un giorno, all’inizio degli anni 80, mentre ispezionava i titoli dei libri nella sezione psicologia di una libreria della città, è stato colpito dal titolo di una copertina “The Enneagramm”.
Ha dato un’occhiata superficiale al testo e l’ha acquistato, depositandolo inizialmente nello scaffale dei suoi libri, ma ripescandolo poi per una lettura più attenta. Anni più tardi sarebbe ritornato negli USA (11-25 agosto 1991, Cleveland, Ohio), per frequentare due settimane intensive di “Basic Enneagram” con il padre gesuita Patrick O’Leary e la suora domenicana Maria Beesing, primi autori di un libro pubblicato sull’Enneagramma, ricevendo da loro la certificazione all’insegnamento del Corso Base.
L’entusiasmo per lo strumento lo ha motivato, successivamente, a scegliere come tema della sua Tesi di Dottorato al Camillianum di Roma: “L’Enneagramma e l’antropologia cristiana: un modello per il mondo della salute”. Una tesi corroborata da un’estesa ricerca, condotta in Italia e Spagna, per esplorare eventuali rapporti tra la propria tipologia enneagrammatica e ricorrenti problemi di salute.
Per molti anni ha diffuso poi la conoscenza dell’Enneagramma in Italia, e Padre Pangrazzi scrive:
Quindi secondo il sacerdote Camilliano tutto ciò che è buono, costruttivo e aiuta le persone ad essere migliori, da qualunque cultura o tradizione provenga, merita di essere onorato e affermato.
In un mondo come quello attuale, in cui si cerca, nel rispetto del pluralismo, di promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, ben vengano strumenti come l’enneagramma che non sbandierano appartenenze esclusive, ma si adoperano per migliorare l’uomo e la società. Potenzialmente qualsiasi strumento può essere usato per il bene o per il male, perfino la stessa libertà umana.
C’è chi può usare l’enneagramma per fare pace con sé stesso e diventare più comprensivo e sensibile verso gli altri, e chi per giudicare, etichettare o mortificare il prossimo.
L’enneagramma non è un sistema di fede, ma uno strumento aperto al trascendente, quale espressione della piena realizzazione umana. In questo senso, si colloca in un orizzonte aperto alle diverse tradizioni di fede, senza fare proprie le categorie di un particolare sistema religioso.
E’ noto come la sua divulgazione al vasto pubblico sia avvenuta inizialmente ad opera di Gesuiti e di religiosi nord-americani che lo hanno usato nel corso di ritiri e corsi di formazione destinati a missionari, sacerdoti e laici per favorire l’introspezione, promuovere le relazioni interpersonali comunitarie, migliorare il lavoro in équipe, aiutare nella formazione così via. E’ difficile pensare che così tante persone siano rimaste ammaliate dallo strumento senza ravvisarne i pericoli.
In realtà chi fa uso dell’enneagramma non abbandona Dio, la Bibbia o la fede per conseguire la propria salvezza con questo mezzo. Si avvale piuttosto della mediazione dei nove tipi per comprendere meglio sé stesso, imparare ad essere più tollerante ed accogliere nei confronti del prossimo, acquisire maggiore consapevolezza degli ostacoli che possono interferire nel proprio rapporto con Dio e con gli altri. Perché osteggiare un potenziale aiuto alla propria crescita personale, relazionale e spirituale? Perché qualcuno lo ha associato al new age?
Il fatto che alcuni autori siano in sintonia con il new age, non significa che l’enneagramma come tale, o quanti lo usano appartengano a questa variegata e complessa galassia o ne assecondino gli orientamenti. Il valore dello strumento dipende molto dall’etica di colui che lo usa. Dovremmo allora come cattolici abbandonare l’enneagramma e lasciarlo unicamente nelle mani degli esoteristi del new age?