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Cosa pensa una bambina del Nepal del Dio del cardinale Tagle

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Antoine Mekary | ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 02/07/21

In un discorso toccante, il responsabile vaticano ha confessato che visitando i campi di rifugiati ritrova una parte di se stesso

“Il migrante che rifiutate potrebbe essere il nonno di un futuro cardinale!”

Il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Luis Antonio Tagle, lo ha detto di recente durante una conferenza su un programma di aiuti ai migranti. Si stava riferendo alla sua storia personale.

“Questi rifugiati mi riportano alle mie radici”, ha affermato con la voce carica di emozione. “In loro ho visto mio nonno, nato in Cina ma costretto a lasciare la sua terra natale per le Filippine insieme allo zio quando era ancora bambino, alla ricerca di un futuro migliore”.

Durante l’evento, svoltosi il 15 giugno, il cardinale Tagle ha parlato di quanto un incontro con i migranti ci aiuti a crescere nella fede e nella comprensione del prossimo.

Come direttore dell’ufficio incaricato dell’evangelizzazione, il cardinale Tagle visita i campi di rifugiati di tutto il mondo – Grecia, Libano, Bangladesh –, ma ricorda che la questione dei migranti può emergere ovunque ci troviamo.

Dal canto suo, ha detto, in questi incontri ritrova una parte di se stesso.

Aprire il cuore

Durante gli incontri con i migranti accadono sempre “cose incredibili”, ha affermato il cardinale, che per alcuni potrebbe essere il futuro Papa.

Il porporato ha raccontato come un anno, nella sua arcidiocesi di Manila, ha celebrato una Giornata Internazionale del Migrante il Giovedì Santo, decidendo di includere uomini e donne migranti – alcuni dei quali non cristiani – nella cerimonia della lavanda dei piedi, parte opzionale della liturgia in quel giorno della Settimana Santa.

Tra i migranti, ha ricordato, c’era una donna eritrea incinta. “I parrocchiani l’hanno vista arrivare – alta, molto elegante –, e si sono chiesti chi fosse”, ha commentato. Il cardinale ha spiegato che veniva dall’Eritrea, e tutti “erano stupiti perché non sapevano nemmeno che esistesse quel Paese”, chiedendosi come una persona di una terra così lontana potesse essere arrivata nelle Filippine.

È questo il beneficio del fatto di rendere visibili i migranti, ha concluso il cardinale. Fa sì che la gente sia “curiosa”, e poi “aperta”. La donna eritrea, ha riferito, ha poi ottenuto una borsa di studio, ed è riuscita a portare lì sua madre per aiutarla.

Un Dio bellissimo

Il cardinale ha anche ricordato quanto i migranti restino colpiti dal sostegno offerto loro dai membri della Chiesa cattolica in tutto il mondo.

In ogni campo visitato dal presule filippino, ha detto che gli è stato chiesto: “Perché ci stai aiutando?” La sua risposta è sempre la stessa: “Perché credo in un Dio che mi dice di amarti”.

Una reazione alla sua risposta lo ha particolarmente colpito, ha detto con gli occhi pieni di lacrime. È venuta da una bambina in un campo del Nepal, che gli ha detto: “Il tuo Dio è bellissimo!”

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