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Devastati da sei aborti (spontanei), Inès e Bruno ritrovano la gioia presso la “Consolatrice degli Afflitti”

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Mathilde De Robien - pubblicato il 01/07/21
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In occasione di quest’anno consacrato alla famiglia, Aleteia è andata incontro a quanti mettono in pratica le piste che papa Francesco ha sviluppato nella sua Esortazione Apostolica post-sinodale “Amoris Lætitia” per rinforzare il sostegno dato alle coppie e alle famiglie. Oggi abbiamo incontrato Bruno e Inès Rouy, giovani albergatori presso il santuario mariano di Verdelais (Gironde, Francia).

Sposati da tredici anni, Bruno e Inès Rouy hanno abbandonato il loro mestiere e il comfort della vita cittadina per trasferirsi nel cuore di Verdelais, paesino a 60 km a sud di Bordeaux, nell’ostello del santuario mariano dedicato a Maria Consolatrice degli Afflitti. La diocesi ha affidato loro, per un lasso di due anni, la missione di accogliere i pellegrini del santuario. Da sei mesi, l’ex viticultore e l’ex illustratrice hanno rilevato un vecchio hotel, ristrutturato dalla diocesi e amministrato – fino al loro arrivo – da dei dipendenti, con l’intento di fare dell’ostello un vero luogo di riposo e di ristoro spirituale. 

Un senso dell’accoglienza, insomma, che non si limita all’ostello: 

In effetti, Inès e Bruno sono felici di presentare il santuario ai pellegrini, e di introdurli alla Vergine invocata con l’epiteto di “Consolatrice degli afflitti” – ed essi per primi hanno imparato per intima esperienza a conoscerla così. 

Un cambio di vita radicale, per questa coppia di quarantenni che assapora la calma e la bellezza del posto, nonché una vita scandita dal ritmo delle messe in basilica e degli Angelus. Una missione che viene da una ferita affidata qualche anno fa a Nostra Signora di Verdelais. Inès e Bruno hanno perduto sei figli, «sei intercessori in cielo» (amano dire), per via di altrettanti aborti spontanei in sequenza. 

Cinque anni fa, la coppia aveva fatto un pellegrinaggio fino a Verdelais per affidare alla Vergine il loro desiderio di avere un bambino: avevano promesso di fare il pellegrinaggio di ritorno come rendimento di grazie quando avessero avuto fra le braccia un bambino. E tuttavia, poiché non cercavano di tentare il Signore ed erano riconoscenti a Cristo per moltissime altre ragioni, hanno fatto il contrario: durante questo pellegrinaggio, riflettendo sul modo in cui potevano rendersi utili, si sono visti a servire qui: 

Oggi in questo luogo, ricco di 900 anni di storia, la coppia accoglie gruppi, parrocchie, sacerdoti e numerosi pellegrini che vengono o passano per affidarsi a Nostra Signora la Consolatrice. «C’è sempre viavai», dicono Inès e Bruno: «Il luogo attira con la sua bellezza e con quel che vi accade». Maria è invocata come “consolatrice degli afflitti”. 

La Vergine tocca i cuori nella misura in cui è piena di comprensione e di tenerezza verso tutti gli afflitti, avendo conosciuta ella stessa la prova e l’afflizione. Ella conduce quindi quelli che la invocano a gustare la misericordia, la tenerezza e la consolazione che vengono dal Padre. Cinque ex voto sono stati recentemente posti in basilica per testimonianza delle grazie che Maria ha fatto piovere. Un luogo benedetto il cui primo miracolo risale al 1185: un giovane cieco aveva riavuto la vista. Tra il 1819 e il 1883 sono stati recensiti poi non meno di 133 casi di miracolo. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]