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Vaccini anti-Covid: non è vero che la miocardite ha a che fare con la trombosi

COVID SHOT

Tama2u | Shutterstock

Catholic-factchecking.com - pubblicato il 30/06/21

Fuorviante un video in circolazione su Internet che stabilisce un nesso tra le due patologie

Su internet circola un video in cui una donna che si identifica come Jane Ruby avverte che i vaccini stanno facendo sì che gli adolescenti sviluppino la miocardite, che in Israele sarebbero stati individuati 17.000 casi e che questa patologia può essere collegata ai casi di trombosi. Questa informazione è fuorviante.

Anche se dopo il vaccino Pfizer in Israele, Stati Uniti e altri Paesi sono state individuati casi di miocardite e potrebbe esistere un legame con il vaccino, in Israele i casi suddetti sono stati solo 148 dal dicembre 2020 al maggio 2021, e questa patologia non ha nulla a che fare con le trombosi, collegati a vaccini di altri tipi e che interessano un altro profilo di popolazione vulnerabile, ricorda Catholic FactChecking.com.

“I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) affermano che ci sono stati solo pochi casi, ma ce ne sono di più: resoconti di Israele hanno stabilito che sono stati 17.000, ovvero un caso su ogni 25.000 vaccinati con Pfizer […]. Questi casi di miocardite potrebbero essere all’origine delle trombosi”, si legge nelle informazioni che circolano in rete.

Varie organizzazioni internazionali, come i CDC e la Food and Drug Administration (FDA), hanno confermato che si sono verificati alcuni casi di miocardite – un’infiammazione del cuore provocata dal sistema immunitario come risposta a un’infezione virale – in giovani che hanno ricevuto un vaccino a m-RNA, ma per il momento gli interessati sono stati isolati con sintomi lievi. Attualmente, si sta svolgendo un’analisi per verificare se l’origine sia il vaccino.

Nel caso di Israele, in un rapporto diffuso dal Governo si afferma che dopo più di 5 milioni di vaccinazioni si sono verificati 148 casi di miocardite. I numeri forniti dalla Ruby sono quindi ben lontani dalle cifre ufficiali delle autorità israeliane, che hanno anche riconosciuto che se non è da escludere un “possibile collegamento” tra i due fenomeni, è ancora allo studio degli esperti.

Assenza di correlazione con la trombosi

Manca qualsiasi prova per avvalorare l’affermazione per la quale i casi di miocardite potrebbero essere dietro i casi di trombosi riferiti mesi fa, in primo luogo perché la miocardite si è verificata dopo l’iniezione di vaccini a m-RNA (come Pfizer o Moderna) e perché la questione dei coaguli di sangue è legata a iniezioni a vettore virale (come AstraZeneca o Janssen).

In secondo luogo, si tratta di eventi scatenati per motivi diversi: “La questione delle trombosi è un problema di predisposizione individuale ed è legata a fattori genetici della persona che soffre del problema stesso, mentre nel caso della miocardite non è chiaro se ci sia una predisposizione genetica. Ad ogni modo, è probabilmente dovuto anche a un meccanismo autoimmune”, ha detto a Verificat Alberto García Lledó, portavoce della Società Spagnola di Cardiologia (SEC). In altri termini, è il corpo che, quando attaccato da un virus o inoculato con un vaccino, attiva le difese immunitarie e attacca le cellule considerate pericolose. A volte questa iperstimolazione fa anche sì che alcuni tessuti del corpo umano vengano intaccati, e in questo caso c’è un’infiammazione cardiaca.

“In principio, non dovrebbe esserci un legame tra eventi trombotici associati a un tipo di vaccino e la possibile associazione della miocardite ad altri vaccini”, ha osservato l’esperto.

Non è una sorpresa”

In terzo luogo, i casi di miocardite si sono verificati in adolescenti e giovani uomini, mentre i casi di trombosi si sono verificati nelle donne adulte, quindi profili diversi di fasce di popolazione vulnerabile.

“La miocardite, più comune nei maschi, è una malattia molto diffusa tra i giovani (18-25 anni) e si verifica in risposta alle infezioni virali, probabilmente scatenata da un errore del sistema immunitario che, cercando di eliminare il virus che attacca l’organismo, forma anticorpi che possono danneggiare il cuore”, ha affermato García Lledó. “Ciò si verifica a livello epidemiologico in vari momenti dell’anno: in autunno, quando ci sono più virus respiratori, e in estate, con i virus che provocano la diarrea”.

García Lledó ha spiegato che il fatto che nel contesto di una campagna di vaccinazione vengano registrati più casi di miocardite “non è una sorpresa né un’eccezione”, visto che “potrebbero provocarla molti stimoli del sistema immunitario per alcuni virus”.

“Casi di miocardite e pericardite, inoltre, sono stati riportati dopo vaccinazioni contro il vaiolo con una chiara associazione, e meno chiaramente dopo la vaccinazione contro influenza, tetano, colera, epatite B e papillomavirus”.

Anche se sono stati riferiti due casi con esito fatale, poi, nella maggior parte dei casi si tratta di un problema di lieve entità. L’esperto esorta quindi tutti a non preoccuparsi perché “il paziente in genere si riprende rapidamente e senza conseguenze”.

Un altro elemento da considerare è il fatto che la miocardite interessa anche il pericardio (lo strato esterno protettivo del cuore). In questi casi, “il paziente ha dolori simili a quelli dell’angina pectoris, e in questa situazione, più facile da diagnosticare, in genere non ci sono grandi complicazioni e il disturbo viene trattato con farmaci antinfiammatori”, ma “il più delle volte si presenta come condizione asintomatica, e fortunatamente di solito non lascia alcuno strascico”, ha concluso García Lledó.

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