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Manuale di “educazione sessuale” ridicolizza la Vergine Maria in Spagna

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By fizkes/Shutterstock

Francisco Vêneto - pubblicato il 28/06/21

“I cittadini non meritano di pagare con le proprie imposte le persone che infrangono la legge e usano il denaro di tutti per imporre la loro ideologia”

Un manuale di “educazione sessuale” ridicolizza la Vergine Maria in Spagna. Si tratta della guida “Ribelli di Genere”, pubblicata nell’aprile 2021 dalla prefettura di Getafe, nella Comunità Autonoma di Madrid.

I partiti dietro questo abuso ideologico volto a promuovere l’ideologia di genere, oltre che le proprie prerogative, sono quelli che si autodichiarano “progressisti”, nella fattispecie una coalizione tra il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) e Podemos, entrambi di sinistra.

I sei manuali di “educazione sessuale” spingono bambine e adolescenti a masturbarsi e approfittano per ridicolizzare la Madonna.

L’abuso commesso dalla prefettura è stato punito dalla Giustizia perché ferisce diritti fondamentali come la libertà religiosa e il diritto all’educazione. La Giustizia di Madrid ha infatti accettato il ricorso presentato dagli avvocati cristiani, che hanno chiesto di ritirare la circolazione del presunto materiale “inclusivo”, che – per tanto per cambiare – esclude tutto ciò che non si sottomette alla visione ristretta e impositiva del mondo dei promotori.

Imposizione ideologica ed estrapolazione di competenza

L’argomentazione presentata dall’Associazione Spagnola degli Avvocati Cristiani si è basata sulla “gravità e irreparabilità del possibile intaccamento dei diritti fondamentali che sono in gioco”. Il suo presidente, Polonia Castellanos, ha dichiarato:

“Il prefetto di Getafe dovrebbe rinunciare perché, nell’affanno di imporre la sua ideologia, ha estrapolato le sue competenze e ha violato diritti fondamentali consacrati nella Costituzione. I cittadini non meritano di pagare con le proprie imposte le persone che infrangono la legge e usano il denaro di tutti per imporre la loro ideologia, soprattutto quando si tratta dei nostri figli”.

La risoluzione imputa al municipio la “gravità della condotta” di agire “al di fuori della sua sfera di competenza”, provocando una “lesione” dei “diritti fondamentali di prima categoria, come la libertà religiosa e il diritto all’istruzione”.

Accogliendo il ricorso, si è stabilito il termine di 20 giorni per ritirare tutti i manuali “educativi”.

Anche la diocesi di Getafe ha espresso il proprio rifiuto del materiale di “forte stampo ideologico”, elaborato grazie al cattivo uso delle risorse pubbliche.

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