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Don Maurizio Patriciello: sono prete, ma sono anche cittadino

Da Campania Felix a Terra dei Fuochi

@DR

Lucandrea Massaro - pubblicato il 28/06/21

Il Presidente del Consiglio Draghi lo ha ricordato nel suo intervento cosa sia la laicità “non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, bensì tutela del pluralismo e delle diversità culturali”

Ci sono preti che sono un patrimonio, uno di questi è certamente padre Maurizio Patriciello, un uomo e un sacerdote che si batte per il bene delle proprie pecorelle. E’ un prete che denuncia, è un prete che sta col suo gregge, è un prete di strada che non può sopportare che le persone che gli sono state affidate muoiano per l’inquinamento e gli abusi della Terra dei Fuochi. Per questo Padre Maurizio è conosciuto fuori dalla sua terra, per questo è apprezzato e lodato.

In una breve testimonianza rilanciata da Famiglia Cristiana, egli ricorda come quando si impegna senza remore su questi temi, nessuno gli abbia mai “rinfacciato” il suo essere prete, nessuno ha gridato – di fatto – all’ingerenza della Chiesa negli affari dello Stato. Anzi le autorità lo invitano, lo lodano e lo ringraziano per la sua testimonianza di vita e di fede. Anche quando addirittura si sostituisce allo Stato e alle sue inefficienze e burocratismi. Lì nessuno gli fa la morale, accade però che con la stessa franchezza e lo stesso spirito di servizio, Padre Maurizio – che incidentalmente è cattolico – dica che il ddl Zan ha delle pecche, non che non vada approvato, ma che vada migliorato

Vivo ed esercito il mio ministero sacerdotale in uno Stato laico. Solo qualche vecchio garibaldino potrebbe credere che io abbia nostalgia di uno stato teocratico. Il reato è una cosa, il peccato un’ altra ben diversa. In questi giorni si discute su un disegno di legge che va a influire pesantemente sulla vita di tutti. Intervenire per apportare un qualche contributo è un dovere di tutti. Quante volte abbiamo udito il rimprovero, a cose fatte: ma dove eravate? Nessuno è infallibile, nemmeno Zan e coloro che credono di dover sposare in pieno il suo ddl. A tutti, per un motivo o un altro, può sfuggire qualcosa. Tutti abbiamo bisogno di tutti. L’ italia, Paese laico ma non ideologicamente ateo, sa da lunga e sperimentata tradizione filosofica e teologica che l’uomo è molto di più di quel che appare a prima vista. “Avvenire” ha reso e sta rendendo agli italiani un servizio immenso. Sta dando la parola a tutti coloro che hanno intravisto nel ddl qualche tallone di Achille. Giuristi, femministe, fratelli e sorelle omosessuali, filosofi, politici e opinionisti, che argomentano con squisita competenza le loro convinzioni, forti solo della voce del diritto. Decido di condividere sulle mie pagine facebook queste importanti riflessioni. Tanto basta. Ed ecco arrivare insulti di ogni tipo, accuse di omofobia, di mancanza di carità. Tutti gli errori che gli uomini di Chiesa hanno potuto commettere nel corso dei secoli mi vengono rinfacciati per mettermi a tacere. Resto basito. Per evitare inutili contrasti blocco i più facinorosi. Non mi piace questo clima di caccia alle streghe. E pensare che il ddl non è ancora legge. Non oso immaginare se dovesse diventarlo così come è.

Famiglia Cristiana

E lancia un monito, che è un metodo: non rinunciare ad essere se stessi, non rinunciare ad esercitare i nostri diritti e doveri di cittadini e di liberi pensatori, di non fare mai figli e figliastri, naturalmente, ma la piena libertà si ha solo nel confronto tra opinioni liberamente espresse, se esse vengono da una esperienza religiosa non sono meno degne di altre

Sono un prete ma non per questo ho rinunciato ad esercitare la mia intelligenza. Per la verità, ero prete anche quando, con i piedi immersi in una discarica dove lo avevo accompagnato, ringraziai un ministro della nostra amata repubblica. Mi abbracciò, e con le lacrime agli occhi, mi rispose: « Sono io a dover ringraziare lei, don Maurizio. Per quello che fa per la nostra terra, la nostra gente». Quanta forza mi diede quell’ abbraccio squisitamente laico. Sono un prete, ma non mi sono mia chiesto se chi bussa alla porta della chiesa – tante volte l’unica ancora aperta – sia un ateo, un agnostico o un credente. Sono un prete, uno dei tanti preti italiani che amano l’ Italia e tentano di servirla. Repetita iuvant. Con i nostri mille difetti, ci siamo. Guai – a noi Chiesa e a te Stato laico e democratico – se dovessimo tirare i remi in barca e chiuderci nelle nostre comode sagrestie per un falso e antiquato concetto di laicità. 

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ddl zanlibertà religiosa
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