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Cristo è la luce che ci serve anche in pieno giorno

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Di Pikoso.kz|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 28/06/21

Chi decide di seguire il Signore deve essere pronto al viaggio; non è una fede rassicurante ma liberante, la nostra.

In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai».
Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre».
Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti».
(Mt 8, 18-22)

Fede o rassicurazione?

A che cosa ci serve Dio? Sembra brutto formulare così questo interrogativo ma forse una domanda così diretta può smascherare quello che sovente c’è al fondo del nostro credere: semplice bisogno di sentirci rassicurati.

Mettersi in viaggio

Forse è il medesimo motivo che anima lo scriba che per primo si avvicina a Gesù nel Vangelo di oggi: “«Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»”. Che tradotto significa: “Se mi cerchi perché stai cercando sicurezze, sappi che io sono innanzitutto colui che toglie le sicurezze e costringe al viaggio”.

Dentro la precarietà

Gesù non serve a rassicurarci, ma a darci un motivo per cui affrontare tutta la precarietà della vita. Il Dio che tiriamo fuori nel momento del bisogno scompare immediatamente dopo aver risolto il nostro bisogno, ma il Dio di Gesù Cristo, il Dio reale non ci lascia mai non soli nella cattiva sorte, ma anche nella buona.

La luce in pieno giorno

La Sua non è una luce che ci immaginiamo per affrontare il buio, ma è una luce che è con noi anche in pieno giorno. Non è un modo per evitare la vita, ma esattamente un modo per affrontarla. Nessuno può essere Suo discepolo se cerca solo un “punto d’appoggio”.

Compagni di viaggio, non di fuga

Si può essere Suoi discepoli solo se si accetta che Egli sia compagno di viaggio e non fuga. Allo stesso tempo non si può seguirlo pensando che ci sarà un giorno in cui potremmo farlo e sarebbe bello farlo, ma che questo giorno non è mai oggi ma sempre domani. Ogni giorno domani.

Non rimandare, seguimi ora

Ogni giorno con un “valido” motivo per cui ci diciamo che Lo prenderemo sul serio ma non appena avremmo finito di “seppellire una faccenda” in sospeso: “«Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre».

Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti»”. Quando ti accorgi che una cosa è vera non bisogna mai rimandarla. Certe cose esigono da noi scelte radicali e non tentennamenti che alla fine ci fanno solo vivere male e insoddisfatti.

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