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Impariamo a riconoscere l’albero dai frutti

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Di mythja|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 23/06/21

E' un esercizio di intelligenza e umiltà, questo che il Signore ci insegna e che possiamo applicare anche a noi stessi. Che frutto ho portato oggi? Ho indossato maschere da agnello ed avevo invece un cuore da lupo? Ostento una bontà che non è ancora mia? Deponiamo le maschere da pecora e lasciamo che il lupo si converta.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.
Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere».
(Mt 7, 15-20)

“Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete”.

Dai frutti li riconoscerete

Ma c’è anche da dire che prima che vengano smascherati hanno solitamente il tempo di fare molti danni. Infatti è un male antico quello di travestirsi da buoni, da giusti, da moralisti, da praticanti, ma la verità è che molto spesso uno che ostenta qualcosa è perché fondamentalmente non ce l’ha.

Non si può ostentare bontà, povertà, umiltà, senza cadere nel ridicolo, infatti chi usa queste cose per vantarsi solitamente non è né buono, né povero, né umile. Gesù dice che “dai frutti li riconoscerete”, ma vorrei aggiungere che c’è anche qualche altro modo per accorgercene.

I falsi profeti

Diffidate di chi si prende troppo sul serio, di chi non sa sorridere di se stesso, di chi fa finta di ascoltare ma parla solo lui, di chi dà troppe pacche sulle spalle facendoti sentire sempre un po’ sbagliato.

I falsi profeti hanno sempre tutto chiaro per questo odiano il confronto, non dialogano ma sentenziano, non uniscono ma uniformano. Ecco perché il vangelo non ha paura a dire che di persone così non ci si può fare nemmeno un buon fuoco, ma solo fuoco di scarto, quello che i contadini accendono per smaltire i rifiuti delle piante, i rami secchi e le foglie morte:

“Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere”.

Esame di coscienza

Per questo, arrivata la sera, quando facciamo il nostro esame di coscienza, dovremmo attraversare con coraggio tutte le foglie di cui siamo fatti, tutta l’apparenza di cui siamo rivestiti, e cercare almeno un frutto che dica che quella giornata non è stata sprecata.

E se non ne troveremo nemmeno uno, almeno avere l’umiltà di offrire al Signore il nostro niente senza credere che il fumo di cui tanto spesso è piena la nostra vita possa ingannare anche Lui.

Gesù loda chi ammette la propria miseria, ha invece in grande antipatia gli ipocriti. Deponiamo le maschere da pecora e lasciamo che il lupo si converta.

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