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Il matrimonio si celebra in casa. La svolta della diocesi di Livorno

COUPLE GETTING MARRIED

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/06/21

Sarà possibile come opzione alla celebrazione tradizionale in chiesa. Il vescovo spiega i motivi di questa scelta

Nella diocesi di Livorno sarà possibile celebrare il matrimonio religioso anche in casa. La disposizione ha ricevuto il via libera da parte del consiglio presbiteriale, come riporta il settimanale diocesano.

Il rifiuto di sposarsi in chiesa

«Con questa disposizione – spiega il vescovo di Livorno Simone Giusti – abbiamo pensato di facilitare in parte un ritorno al matrimonio religioso. È paradossale che alcune coppie si rifiutino di sposarsi in chiesa dicendo che non hanno i soldi per il matrimonio, come se il sacramento costasse, ed anche molto». 

In realtà «è la festa del matrimonio che è diventata sempre più costosa nell’era del consumismo: con suonatori in chiesa, servizio fotografico da star, ricevimenti da favola, viaggi di nozze nelle località più incredibili. La celebrazione del sacramento del matrimonio non costa nulla, al massimo se una coppia lo vuole, lascia un’offerta per i poveri e non per il prete» (La Repubblica, 19 giugno).

Mossa anti-convivenza

«Dobbiamo far sentire la vicinanza della Chiesa – continua il vescovo di Livorno – che accompagnerà la coppia nella scelta di una vita cristiana».

E’ la contromossa del pastore della Chiesa livornese nei confronto di quella convivenza ‘more uxorio’ che viene considerata da molti ‘tappa irrinunciabile’ prima di approdare al matrimonio cristiano. La riscoperta della vocazione del matrimonio come grazia è il cuore della nota pastorale firmata dal vescovo Giusti che vuole riportare al centro questo sacramento.

WEDDING

“Non vogliamo una caccia alla location”

Dunque cerimonie semplici, sobrie in presenza di poche persone anche in luoghi familiare come appunto, la casa.

«Non deve partire ora la caccia alla location – dice don Alberto Vanzi – alle ville e ai castelli dove celebrare l’unione del secolo. Noi vogliamo solo smontare pregiudizi culturali, religiosi e abbattere gli stereotipi. Cerchiamo con questa nota pastorale di spingere i giovani a sposarsi. Noi abbiamo fornito le indicazioni per fare la scelta».

Nessun matrimonio “clandestino” 

Un passaggio, della nota pastorale che a Livorno stabilisce la possibilità di celebrare il matrimonio a casa, appare decisivo:

«Non si tratta di ritornare a celebrare matrimoni nella clandestinità, sempre stigmatizzati dalla Chiesa, né di trovare location spettacolari anche nel contesto domestico. Questa proposta vuole mostrare una Chiesa che va incontro alle difficoltà personali dei suoi fedeli» (La Nazione, 20 giugno).

Il vescovo: seguiamo consigli del Papa

«Il Santo Padre ci chiede di sperimentare vie nuove con coraggio e ne ha dato l’esempio – ricorda il vescovo Giusti – quando durante il volo da Santiago del Cile a Iquique, unì in matrimonio uno steward e una hostess cileni, i quali convivevano già da tempo ed erano già sposati civilmente. Quando il Pontefice chiese loro perché non si fossero sposati con matrimonio religioso, i due spiegarono che ciò era dovuto al crollo della chiesa dove avrebbero dovuto sposarsi a causa del terremoto del 2010. Da lì la decisione di sposarli seduta stante». 

L’essenzialità del Sacramento

«L’essenziale del Sacramento del matrimonio – conclude il vescovo – è la ferma volontà di volersi unire cristianamente per ricevere la grazia di Dio e poter edificare una bella famiglia cristiana. Con questo non si vuol togliere importanza e bellezza alle cerimonie che molti giovani riescono a vivere, ma la Chiesa deve andare incontro a chi non può farlo e rimuovere per quanto possibile tutti quegli “impedimenti” di natura sociale e morale che inducono molti a scegliere la convivenza» (Avvenire, 21 giugno).

Clicca qui per collegarti al sito della diocesi di Livorno. 

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