La causa di beatificazione dell’uomo all’origine della Dichiarazione del 9 maggio 1950, testo fondatore della costruzione europea, ha fatto un grande passo: riconoscendo Robert Schuman venerabile, la Chiesa cattolica considera che il politico ha perfettamente vissuto le virtù cristiane. La dichiarazione del titolo di “venerabile” è la prima tappa decisiva nel percorso di canonizzazione.
Il processo di Robert Schuman è stato aperto nel 1990. La fase diocesana, svoltasi nella diocesi di Metz (dove morì il presidente emerito dell’Assemblea parlamentare europea), si è conclusa nel 2004. Questa lunga procedura risulta dalle precauzioni assunte da papa Giovanni Paolo II, il quale intendeva evitare un recupero politico della figura cattolica – aveva confidato ad iMedia una fonte prossima al dossier.
Cosa che non aveva impedito al pontefice polacco di citare a più riprese l’opera di Robert Schuman, uomo «ispirato da una profonda fede cristiana». Benedetto XVI lodò anch’egli la sua azione, salutando la sua partecipazione alla costruzione europea e insistendo perché essa preservi l’eredità cristiana trasmessale dai Padri fondatori.
Quanto a papa Francesco, i suoi riferimenti all’uomo politico sono numerosi fin dall’inizio del suo pontificato: «Si può diventare santi facendo politica», aveva detto evocando il Francese davanti a circa 5mila membri della branca italiana della Communauté de vie chrétienne (CVX) nel 2015.
Adesso si apre una nuova fase del processo di Robert Schuman: perché venga dichiarato beato, secondo riconoscimento della Chiesa, sarà necessario che la Congregazione per le Cause dei Santi possa attestare un primo miracolo legato all’intercessione del venerabile. Un secondo miracolo comporterebbe il riconoscimento definitivo della santità personale nella forma della canonizzazione.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]