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Argentina: con il sostegno di Planned Parenthood, stilata una “Lista Nera” pro-vita

#LAGESTAPOARGENTINA;

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Esteban Pittaro - pubblicato il 15/06/21

La reazione è stata quasi immediata. #LaGestapoArgentina si è imposta rapidamente come tendenza sulle reti sociali, e molti hanno riconosciuto l'operato a favore della vita

Presentato come un’indagine giornalistica volta ad articolare protagonisti del pensiero pro-vita, chiamati “reazione conservatrice”, “destra ademocratica” o “nuova destra”, un sito web ha visto la luce questa settimana in Argentina suscitando un’ondata di critiche.

Funzionari nazionali, siti e account di Twitter i cui proprietari vengono identificati con nome, cognome e foto e particolari che non hanno mai diffuso pubblicamente appaiono menzionati in un sito di cui a piè di pagina si legge esplicitamente il promotore: IPPWH – International Planned Parenthood Federation/Western Hemisphere Region.

Tra i circa 400 menzionati nella lista, appaiono persone ed entità che possono essere difficilmente considerate conservatrici, come l’Unione Civica Radicale, o ademocratiche, come il senatore Esteban Bullrich. Ci sono anche singoli che hanno dedicato tempo e risorse a sostenere il rifiuto della nuova legge sull’aborto in Argentina, o si sono semplicemente espressi con veemenza in base alle proprie convinzioni. Nella lista figurano anche medici, giudici, avvocati e parlamentari.

“L’obiettivo di questa indagine è identificare i membri principali e la loro rete di contatti, vedere come agiscono in Argentina e il loro rapporto con la Spagna, e apportare uno sguardo storico su questo ‘nuovo’ conservatorismo”, hanno affermato i responsabili del sito, sei giornalisti di vari mezzi di comunicazione.

La reazione

La reazione è stata quasi immediata. #LaGestapoArgentina si è imposta rapidamente come tendenza sulle reti sociali, e molti hanno approfittato dell’occasione per riconoscere il lavoro di chi opera a favore della vita:

Ci sono state anche espressioni di sostegno da parte di figure pubbliche, e perfino individui con idee simili a quelle promosse sul sito hanno osservato la gravità di questo tipo di pubblicazioni. Il vincitore dell’Oscar Juan José Campanella ha avvertito che “questro non è progressismo, è fascismo puro e duro. Sono i più reazionari del Paese e non hanno alcun limite”.

Figure politiche come l’ex candidato alla Persidenza Ricardo López Murphy hanno affermato che “l’unico obiettivo è perseguitare chi la pensa in modo diverso”.

Discriminazione

L’articolo 14 della Costituzione argentina ribadisce il diritto di pubblicare idee senza censura previa e di ricorrere alle autorità. Anche con visioni diverse, dice l’articolo 16, “tutti gli abitanti sono uguali davanti alla legge”.

Per questo, esiste una legge contro la discriminazione, la legge 23.592, che mette in guardia su “atti o omissioni discriminatori per motivi come razza, religione, nazionalità, ideologia, opinione politica o professionale, sesso, posizione economica, condizione sociale o caratteri fisici”. Essendo contro l’aborto, le persone indicate possono essere discriminate, nonché collegate a strutture o correnti di pensiero con cui non concordano.

Al momento dell’elaborazione di questo articolo il sito era irraggiungibile, non si sa se per volontà dei responsabili, saturazione di traffico o misure legali intraprese.

Maccartismo

Negli anni Cinquanta del Novecento, il senatore Joseph McCarthy (1907-1957) ha promosso una persecuzione politica contro persone o istituzioni basata sulle accuse di slealtà, sovversione o tradimento nei confronti della patria per il fatto di essere comunisti. Circa 500 persone entrarono a far parte di una lista di perseguitati, e molti altri sospettati, come Charles Chaplin, lasciarono gli Stati Uniti.

Indipendentemente dal fatto che in questo caso non ci sia un uso politico diretto di queste informazioni, il fatto che si espongano pubblicamente individui e istituzioni perché la pensano diversamente suscita più di un interrogativo, e al di là delle intenzioni dei responsabili, che possono essere del tutto lecite in un contesto democratico in cui si protegge la possibilità di pensarla diversamente, i precedenti nazionali e internazionali ogni volta che si elaborano liste di questo tipo non sono positivi.

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