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Leader servitore: come il capitano Kjaer è stato cruciale per salvare Eriksen

Eriksen e o capitão Simon Kjaer

Football.ua, CC BY-SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons | Дмитрий Садовников, CC BY-SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons

Francisco Vêneto - pubblicato il 14/06/21

La missione di Simon Kjaer quel giorno era compiuta: non aveva più bisogno di rimanere in campo fino al fischio finale

Il capitano della Nazionale di calcio della Danimarca, Simon Kjaer, è stato decisivo sabato scorso per salvare la vita dell’amico e compagno di squadra Christian Eriksen, svenuto in campo alla fine del primo tempo durante la partita contro la Finlandia negli Europei di calcio 2021.

Chiarezza di pensiero e rapidità

Il difensore 32enne ha agito con rapidità, autocontrollo e capacità di leadership impressionanti per soccorrere il centrocampista 29enne che lottava per la vita nello stadio di Copenhagen. È stato lui a correre per prestare i primi soccorsi, organizzare un cordone umano con gli altri giocatori per isolare il compagno e consolare la compagna di Eriksen, Sabrina Kvist Jensen.

Subito dopo che Eriksen è caduto, Kjaer è corso dalla zona di difesa all’angolo sinistro del campo e ha posto subito in atto i primi soccorsi proteggendo il collo del compagno, girandolo su un lato e aprendogli la bocca per liberare le vie respiratorie nel caso in cui stesse avendo una convulsione. I medici della squadra avversaria, la Finlandia, sono arrivati in 23 secondi, e mentre insieme ai paramedici assistevano il giocatore, Kjaer ha allontanato i compagni di squadra e organizzato un cordone umano per difendere il più possibile Eriksen, riducendo la visibilità della scena per gli spettatori già molto colpiti.

Kjaer e il portiere Schmeichel hanno poi calmato i compagni, visibilmente scioccati e alcuni dei quali in lacrime. I paramedici effettuavano manovre di rianimazione respiratoria sotto lo sguardo attento del capitano danese, mentre la maggior parte dei compagni di squadra dava le spalle a Eriksen in gesto di rispetto e protezione della sua privacy.

Quando Sabrina è riuscita ad arrivare al campo dagli spalti, circa 10 minuti dopo il malore di Eriksen, il capitano e il portiere sono corsi ad abbracciarla e a confortarla. Sabrina ed Eriksen stanno insieme da quasi 9 anni e hanno due figli.

Guidare i compagni, consolare la moglie

Mentre la famiglia, i compagni di squadra e i tifosi della Danimarca vivevano uno dei momenti più drammatici della storia della loro Nazionale di calcio, accompagnati dal vivo da milioni di persone in tutto il mondo, il capitano Kjaer ha compiuto un altro gesto da leader mentre i paramedici portavano via Eriksen dal campo in barella coperto da teli bianchi: è corso dalla metà del campo, dove si trovava con Sabrina, fino dal giocatore, ha scostato il panno che gli copriva il volto e gli ha rivolto delle parole di incoraggiamento, accompagnandolo fino all’uscita.

Dopo l’assistenza d’emergenza in ospedale, Eriksen si è ripreso ed è riuscito a inviare un messaggio per tranquillizzare i compagni. La partita era stata interrotta da quasi due ore quando è stata ripresa dal 42° minuto del primo tempo.

Nonostante l’impatto emotivo, il capitano Kjaer ha voluto giocare la fine del primo tempo e tornare in campo al secondo, ma è stato poi sostituito al 16° minuto.

La missione di Simon Kjaer quel giorno era compiuta: non aveva più bisogno di rimanere in campo fino al fischio finale.

Il tecnico Kasper Hjulmand ha dichiarato che lui stesso era in forte dubbio all’idea di continuare o meno la partita. “Le emozioni erano schiaccianti”, ha confessato.

In panchina, il coraggioso capitano è stato consolato da compagni e membri della commissione tecnica. Il leader servitore sa anche che non ha bisogno di fingere di essere di ferro: nella sua vulnerabilità, la sua forza è ancora più fonte di ispirazione.

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