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La Germania sembra lontana, ma la Lettera del Cardinal Marx mi è vicina.

REINHARD MARX

Degreezero-CC BY-SA 4.0

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 05/06/21

Don Fortunato Di Noto, sacerdote e fondatore di Meter riflette sulle dimissioni del Cardinal Marx, vescovo di Monaco-Frisinga

Alla mia terra siciliana è legato, nel passato e ancor oggi nel presente, il flusso e-migratorio. Ancora oggi per chi si ricorda, in questa terra di Sicilia, inneggia il fatto che fummo liberati dalla nefasta guerra ‘mondiale’ e dal ‘predominio dei tedeschi’. Per chi ha qualche residuo di nozione storica la terra tedesca ci rimanda a Lutero e alle sue ‘innovative tesi’ contro la Chiesa di Roma, la sua mondanità e l’essersi allontanata dal Vangelo.

Posso intuire, ma non analizzo, le dinamiche socio-politiche-ecclesiali dei poteri che si scontrano e si demoliscono e non può essere ritenuta secondaria l’affermazione che, il card. Marx si dimette per cp-responsabilità, per un noi dove lui c’è e si sente parte.

Come non considerare e non avere consapevolezza che la Chiesa non rinnova strutture, ma ciò che la struttura di peccato ha generato?

E’ stata sempre la sofferenza, il dolore, la violenza perpetrata e subita, l’innocenza deturpata e vilipesa, la condizione degradata dei piccoli, dei poveri e dei lontani, il grido non ascoltato e il silenzio soffocato sempre di più che ha squarciato il buio e le tenebre e che sta rinnovando la Chiesa. Ditemi che non è così. Solo gli stolti pensano il contrario.

La riforma della Chiesa è già partita dai piccoli.

Non da 10 anni, da sempre. Perché ogni grido di dolore, Dio lo ascolta e i potenti li confonde e li ‘zittisce’.

Le volontarie dimissioni del card. Marx non mi hanno sorpreso, né scandalizzato. Ho avuto modo di ascoltarlo e di seguirlo e di incontralo (mi riempiva il cuore della vaga somiglianza come ‘peso’ e i caratteri somatici ‘quasi simili’ e la barba) e ho notato che aveva a cuore quel noi, quella corresponsabilità sulla questione degli scandali sessuali nella Chiesa, nella sua Germania.

Gli scandali sessuali nella Chiesa e, non posso non aggiungere, nella Società tutta, sono più che una vergogna, e tutti ne siamo responsabili. Responsabilità condivisa. Tutti siamo responsabili e tutti dovremmo avere il coraggio di ‘metterci a disposizione’ per lavorare insieme seriamente e senza tentennamenti.

Sarebbe opportuno rileggere la Lettera al Popolo di Dio di Papa Francesco, lì troviamo non solo un ‘benefico appello e un impegno permanente’; è secondo la mia opinione, il terreno fertile della Lettera del Card. Marx (sulla questione degli abusi) e che molti analisti di cose vaticane stanno ‘sorvolando’ o considerando ‘marginali. E non è così e non è solo un mio personale parere.

In una intervista che rilascia nel 2018 a Vatican News dissi:

“Una delle espressioni, secondo me, che guida tutta la Lettera al Popolo di Dio di Papa Francesco è: “Abbiamo abbandonato i bambini”. In quell’abbandono e in quei bambini c’è tutto l’ardore, l’angustia, l’impegno che Papa Francesco (di tanti uomini e donne di buona volontà) ha messo in campo con la sua autorità affinché i bambini abbiano sempre e comunque il punto di riferimento che è la Chiesa, che è una madre, una madre che accoglie, una madre che protegge, una madre che dà la vita per i propri figli. E appunto in quell’abbandono c’è il recupero forse faticoso, nel poter rivedere tra le braccia della Chiesa madre un ambiente accogliente, premuroso, attento, ma anche che sappia con profetica denuncia dire le cose come stanno affinché, guardando in faccia il male, possiamo affrontarlo. E’ veramente una lettera impegnativa, durissima e soprattutto una lettera che è capace di dare sensi profondi ad un’azione a favore dell’infanzia, sempre nuova e sempre rinnovata. Io sono convinto che la riforma della Chiesa sta partendo proprio dal grido dei bambini”.

La riforma della Chiesa è già partita dal grido di dolore dei bambini, del passato, del presente e speriamo mai più del futuro.

Nella Lettera del Card. Marx risuona potentemente il tempo buio, oscuro che la Chiesa ha vissuto e sta vivendo a causa della sordità e paralisi ‘burocratizzata’ di un impegno radicale (cosa che è già in atto da tempo!) per la difesa dei piccoli, dei prediletti del Signore. Come si può ancora tacere o sorvolare tale impegno della Chiesa?

Come non possono risuonare queste pesanti e soppesate parole del Card. Marx?

«Mi piace essere sacerdote e vescovo e spero di poter continuare a lavorare per la Chiesa in futuro. Il mio servizio per questa Chiesa e per il popolo non finisce. Tuttavia, per sostenere un nuovo inizio, che è necessario, vorrei portare la mia parte nella responsabilità degli eventi passati. Credo che il vicolo cieco che stiamo affrontando in questo momento possa diventare un punto di svolta. Questa è la mia speranza pasquale e continuerò a pregare e a lavorare affinché si realizzi».

La speranza è pasquale per coloro che hanno ritrovato la vita dopo un abuso, di una Chiesa lacerata e divisa a causa di sacerdoti, vescovi e laici battezzati che hanno perso la via e operato il male.

La Pasqua è dono a tutti se ci facciamo sorprendere e beneficare dallo Spirito del risorto.

Su questa strada siamo incamminati da molto tempo; è una strada che non ritorna più indietro: è quel camminando camminando, è quel cammina l’uomo quando sa bene dove andare. E’ strada percorsa e che si sta percorrendo nella Chiesa nonostante le forze ostacolanti.

La percorro questa strada da 30 anni e non possiamo più tacere, nascondere, trattare questa piaga con leggerezza: “Si tratta di una piaga che, da una parte, richiede di essere affrontata con rinnovata determinazione dalle istituzioni pubbliche, dalle autorità, e dall’altra, necessita di una presa di coscienza ancora più forte delle famiglie e delle diverse agenzie educative. Anche oggi vediamo quante volte nelle famiglie, la prima reazione è coprire tutto; una prima reazione che c’è sempre anche in altre istituzioni e anche nella Chiesa. Dobbiamo lottare con questa abitudine vecchia di coprire. So che voi siete sempre vigili nel proteggere i bambini anche nel contesto dei più moderni mezzi di comunicazione”.

(dal Discorso del Santo Padre Francesco ai Membri di Meter, 15 maggio 2021)

La Chiesa è bella perché debole, sanata perché ferita e se un membro soffre tutto il corpo soffre.

Il Sinodo, la sinodalità deve aiutarci a capire dove dobbiamo andare nella e con la Chiesa, verso chi dobbiamo volgere lo sguardo: “venite a me, voi tutti affaticati e oppressi, Vi ristorerò”.

Lui, il Signore della vita e della storia, darà vita alla Chiesa sempre più stanca, disorientata, mondanizzata e secolarizzata di sacro.

La strada è tracciata da Papa Francesco e abbiamo il dovere di continuare, costi anche il ‘sangue’ credibile e non solo credente.

Non abbiamo bisogno di business management, ma di pastori che non siedono in cattedre di pestilenza, ma in cattedre d’amore

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