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Omofobia: riscoprire la bellezza dell’annuncio cristiano su amore e affettività

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Miguel Cuartero Samperi - pubblicato il 31/05/21

L’acceso dibattito politico e culturale creatosi attorno alla proposta di Legge sull’omofobia (DDL Zan) può e deve essere per la Chiesa l’occasione per riprendere in mano quella che è la sua missione in campo educativo sul tema della sessualità e dell’affettività. In effetti, in ambito catechetico, familiare e scolastico, la Chiesa è chiamata ad annunciare la bellezza della verità sull’amore umano come una risposta alle più profonde aspirazioni degli uomini e delle donne di oggi e come una “via infallibile alla gioia”.

È questo il titolo del libro di Davide Silvestrini, giovane professore di religione a Roma, recentemente pubblicato dalle edizioni Cantagalli. L’autore si propone di offrire un panorama sull’insegnamento del Magistero su amore e sessualità attingendo in particolare al libro Amore e Responsabilità di Karol Wojtyla, un testo che – afferma Silvestrini – «illumina la mente e nutre l’anima, prendendosi cura del corpo e delle relazioni». La lettura e lo studio del testo di Wojtyla ha suscitato nell’autore il desiderio di divulgare e rendere accessibile a tutti la ricchezza dell’insegnamento del papa polacco. L’autore inoltre ha voluto accogliere l’appello di papa Francesco che, al numero 284 (e seguenti) dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia chiede di prendersi cura dei giovani prendendo sul serio l’educazione sessuale, ma anche l’educazione al pudore, alla tenerezza, all’amore. Un libro che vuole ricordare «che esiste una verità ragionevole e inequivocabile sulla persona, sull’amore, sulla sessualità, sulla responsabilità»; dedicato in modo particolare ai giovani che «devono potersi rendere conto che sono bombardati da messaggi che non cercano il loro bene e la loro maturità» al fine di «aiutarli a riconoscere e a cercare le influenze positive, nel tempo stesso in cui prendono le distanze da tutto ciò che deforma la loro capacità di amare» (AL 281).

L’anno speciale dedicato da Papa Francesco alla famiglia (19 marzo 2020 – 26 giugno 2022) in vista dell’Incontro Mondiale delle Famiglie in programma a Roma dal 22 al 26 giugno 2022, rappresenta per l’autore un’imperdibile occasione per «risvegliare il cuore dei fedeli e non verso una più profonda comprensione del disegno divino sulla persona, sul matrimonio e sulla famiglia». In questo contesto il libro rappresenta un contributo di notevole importanza per i giovani, le famiglie, i catechisti e gli educatori.

Presentando il suo libro, Silvestrini ricorda due aspetti fondamentali di Amore e Responsabilità: le riflessioni dell’allora sacerdote polacco scaturirono dai suoi incontri con giovani universitari e con coppie di giovani sposi. Sono dunque di grande attualità per i giovani che oggi si affacciano alla vita col desiderio di realizzare il piano di Dio nel campo affettivo e sessuale. Inoltre il testo di Wojtyla nasce in un contesto storico difficile, in «un tempo in cui la fede cattolica è perseguitata da due ideologie del male», minacciata dall’ideologia comunista e dall’edonismo consumista. Un contesto culturale per certi versi simile a quello attuale, in cui la verità sull’amore proclamata dalla Chiesa è minacciata da un’ideologia atea e nichilista e da un «narcisismo aggressivo» che mette al primo posto il principio di autodeterminazione e un falso concetto di libertà e di diritti individuali.

Il saggio prende le mosse da un’indagine antropologica sulla natura dell’uomo e le sua caratteristiche fondamentali (prima fra tutte la libertà), contrapponendo al principio dell’utilitarismo – che logora e danneggia le relazioni umane – quello del personalismo che stabilisce l’amore come «l’atteggiamento adatto, valido, onesto e giusto» per relazionarsi con l’altro.

Volgendo poi lo sguardo alla dimensione corporea della natura umana, l’autore analizza poi i vari aspetti legati alla sessualità e all’affettività sottolineando sia la visione cristiana del corpo che le derive e le minacce che la contraddicono. In questo senso si parla delle diverse interpretazioni dell’impulso sessuale (quella religiosa, quella rigorista-puritana e quella psicologica) così come dei vari tipi di amore (a. di compiacenza, a. di concupiscenza, a. di benevolenza; della simpatia, dell’amicizia e dell’amore sponsale che è dono di sé, totale ed esclusivo). Anche i temi della castità e del pudore sessuale vengono affrontati nel perimetro della antropologia cristiana che richiede di chiarire i concetti di concupiscenza, di peccato e di impudicizia per poter accedere al significato positivo di queste virtù: della castità come rispetto della persona e vera libertà nei confronti di un uso utilitaristico ed egoistico del corpo e del piacere; del pudore come sentimento di inviolabilità e atteggiamento di protezione della persona stessa e della sua intimità affettiva e sessuale. Solo tornando ad una visione antropologica cristiana sarà «possibile elevare la persona e il suo impulso sessuale alla dignità che loro spetta».

La seconda parte del libro affronta con acutezza, dal punto di vista della fede e della filosofia cristiana, alcuni problemi di grande attualità, «pericoli che minacciano la fede, l’amore, ma anche la speranza» e che mettono a rischio il cammino verso l’autentica felicità. L’autore passa dunque in rassegna il pericolo del relativismo etico che nega la verità sulla persona umana e sfocia in un utilitarismo egoista, così come lo gnosticismo che, in quanto “idealismo disincarnato dalla realtà”, è nemico del corpo e della materia e dunque contrasta la “fertilità cristiana” per promuovere un uso del sesso che esclude ogni tipo di donazione e di fecondità. Le tesi della destrutturazione sociale e dell’indifferentismo sessuale promosse dall’ideologia comunista nella frangia del femminismo radicale (passando dalla lotta di classe alla lotta di genere) non sono altro che l’applicazione pratica dei principi gnostici in un contesto globale di nichilismo filosofico e di relativismo etico. Tre brevi capitoli finali sono dedicati all’ideologia gender. Qui si analizzano i suoi presupposti, teorizzati dalla filosofa femminista Judith Butler, la sua visione antropologica, i legami col marxismo e col pensiero gnostico e la sua inconciliabilità con la fede cattolica.

In questo contesto la discussione (sia quella mediatica ma anche quella politica e accademica) sulle diverse modalità di famiglia, sui matrimoni omosessuali, sull’identità di genere percepita, sull cambio di sesso, sull’educazione sessuale nelle scuole, sulla contraccezione, sull’aborto, sull’utero in affitto (per elencare alcuni dei temi caldi che puntualmente diventano terreno di scontri tra fazioni) diventa sempre più difficile se i presupposti filosofici e antropologici dai quali si parte sono agli antipodi dalla visione cristiana della persona e dell’amore umano.

Uno dei punti più discussi dell’attuale proposta di legge “Zan” sul contrasto alle discriminazioni di genere prevede l’istituzione di una “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” che prevede incontri di formazione “nelle scuole di ogni ordine e grado” al fine di rieducare i giovani su questi temi sensibili. L’idea che i ragazzi di ogni età ricevano dai docenti e dalle associazioni di categoria lezioni sulla sessualità e sull’affettività da prospettive lontane e opposte alla visione antropologica cristiana e alla legge naturale (considerata da molti un residuo archeologico del pensiero reazionario) crea di certo un problema per gran parte delle famiglie e per i giovani stessi. È qui che la Chiesa può contribuire notevolmente al dibattito, non per desiderio di censura o per il bisogno di imporre il proprio pensiero, ma per indicare quella “Via infallibile alla gioia” che forse molti uomini e donne stanno cercando nel modo sbagliato, ma che si dischiude in tutta la sua bellezza davanti a chi desiderasse intraprenderla.

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