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Come compiere bene le opere di misericordia?

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padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 27/05/21

La cura dell'anima “di base” per le comunità cristiane

“Non puoi limitarti a parlare, devi agire”. Vero o falso?

Non rispondete subito.

Vero o falso? “Non giudicare la gente da quello che dice – giudicala in base a quello che fa”.

Circa il punto 1: Sì, ma una persona dev’essere in grado di parlare, o la gente non saprà perché dovrebbe agire.

Circa il punto 2: Sì, ma non sempre. E se quello che si dice è vero, cambia la vita, o la salva addirittura? Non vorreste ascoltare quella verità, anche da qualcuno che non la vive appieno? Quello che dico può essere meno credibile, ma ciò non fa sì che le parole che possono cambiare o salvare la vita siano meno vere.

Come vivere le opere di misericordia spirituale? Ascoltiamo San Pietro: “Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni” (1 Pietro 3, 15).

Lo prendo come mio metro di misura: ammetto che non tutti devono essere grandi teologi o apologeti, ma ogni cristiano che abbia passato l’infanzia dev’essere in grado di offrire qualche tipo di testimonianza a favore di Cristo e qualche forma di “primo soccorso” spirituale.

Gli standard di base

Diamo una rapida occhiata alle opere di misericordia spirituale e identifichiamo “una cura standard di base”.

1 Ammonire i peccatori

Possiamo farlo senza che sembri che stiamo giudicando? Le persone che non sono mai state nella stessa stanza di una Bibbia conoscono il versetto “Non giudicate e non sarete giudicati”, non avendo idea di cosa significhi nel contesto, ma sembrano sempre averlo a portata di mano. La Scrittura chiarisce che abbiamo il dovere di mettere in guardia le persone contro il pericolo: “Fratelli miei, se qualcuno tra di voi si svia dalla verità e uno lo riconduce indietro, costui sappia che chi avrà riportato indietro un peccatore dall’errore della sua via salverà l’anima del peccatore dalla morte e coprirà una gran quantità di peccati” (Giacomo 5, 19-20).

2 Insegnare agli ignoranti

Molti sanno poche cose giuste e molte cose errate sulla fede cattolica. La gente dev’essere indirizzata alla verità – il che vuol dire che dobbiamo avere familiarità con la Sacra Scrittura e un buon catechismo. Why Do Catholics Do That?, di Kevin Orlin Johnson, è un buon libro da avere a portata di mano.

3 Consigliare i dubbiosi

Le persone che dubitano davvero (in contrasto con i credenti pigri che usano il dubbio come scusa) soffrono molto e meritano la nostra compassione. Dovrebbero essere indirizzate da un buon confessore e da un bravo direttore spirituale, ma non ce ne sono molti! Possiamo comunque pregare per i dubbiosi, e offrire di camminare con loro nel dubbio verso la fiducia filiale che Dio desidera per noi.

4 Consolare gli afflitti

Nella Scrittura vengono ritratte molte persone che soffrono. “Guai a chi è solo e cade senz’avere un altro che lo rialzi!” (Ecclesiaste 4, 10-11). Entrare nella sofferenza di un’altra persona può essere doloroso, ma anche molto fruttuoso. Dobbiamo essere pronti a risollevare il prossimo e a camminare con lui, magari anche per un lungo tratto, perché il dolore richiede tempo.

5 Sopportare pazientemente le persone moleste

I torti che subiamo possono portare facilmente al risentimento, una delle peggiori tossine spirituali. Il consiglio che do spesso (e a volte metto in pratica!) è “Dare alla gente il beneficio del dubbio; assumere sempre che una persona stia avendo una giornata peggiore della propria. E ricordare che noi abbiamo già offeso infinitamente Dio, e tuttavia abbiamo ricevuto misericordia – e dobbiamo ricambiare”.

6 Perdonare le offese

Affronto la questione conoscendo la mia stessa debolezza. Non voglio sembrare troppo disinvolto. È facile dire “Perdonare gli altri fa guarire”. È vero, ma a volte abbiamo bisogno di guarire prima di poter perdonare. Cercate la guarigione di cui avete bisogno, e affidate tutto alla giustizia e alla misericordia di Dio.

7 Pregare Dio per i vivi e per i morti

Promettiamo di pregare per gli altri quando ci viene chiesto, ma temo che abbiamo dimenticato il nostro privilegio e il nostro dovere di pregare per i defunti. Molti funerali contemporanei sono diventati semicanonizzazioni. Abbiamo dimenticato il Purgatorio e la necessità di intercedere per i defunti?

Voglio far parte di una comunità impegnata in queste sette opere, e scommetto che vale lo stesso per voi. Non può accadere se non lo facciamo insieme. Iniziamo!

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