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Sacerdote e dieci fedeli sequestrati in Nigeria “piangevano e chiedevano aiuto”, dice un testimone

NIGERIA

Aid to the Church in Need

Francisco Vêneto - pubblicato il 25/05/21

“Stanno uccidendo i cristiani come polli”. La frasi pronunciata due anni fa da un arcivescovo è ancora tragicamente attuale

Un sacerdote e dieci fedeli sequestrati in Nigeria “piangevano e chiedevano aiuto”, ha affermato un testimone, la cui identità non è stata rivelata, in alcune dichiarazioni all’organizzazione giornalistica Sahara Reporters, con sede a New York e specializzata nella copertura di questioni legate all’Africa.

Il sequestro è avvenuto la mattina di lunedì 17 maggio durante un’invasione di malviventi armati nel villaggio di Kadaje, nello Stato nigeriano di Kaduna.

Durante l’attacco, otto persone sono state assassinate.

La fonte che ha parlato all’équipe di Sahara Reporters ha dichiarato che gli abitanti del villaggio “piangevano e chiedevano aiuto”, ma nessuno è giunto in loro soccorso, neanche i militari che dovrebbero difendere la regione, scenario frequente degli attentati perpetrati dagli estremisti islamici legati al gruppo jihadista Boko Haram.

“Abbiamo gridato per chiedere aiuto, ma non è mai arrivato, neanche con la presenza dei militari. In questo momento ci sono 11 persone scomparse e 8 morti. Tra le persone scomparse c’è un sacerdote”.

Apparentemente, la violenza sarebbe avvenuta come risposta a una serie di attacchi aerei dell’Esercito nigeriano contro presunti luoghi occupati da criminali nello Stato di Kaduna. L’offensiva militare era stata confermata il 14 maggio da Samuel Aruwan, commissario statale per la Sicurezza e le Questioni Interne.

Mediante un comunicato ufficiale, il commissario aveva affermato che “molti malviventi sono stati uccisi, e i loro campi sono stati distrutti in un attacco aereo. Queste operazioni, che includono interdizione dello spazio aereo, riconoscimento armato e pattugliamenti, continueranno nei prossimi giorni nell’area di Kaduna e in altre zone di interesse dello Stato. Saranno pattugliate anche le principali linee ferroviarie”.

I cristiani uccisi “come polli”

Nel corso degli anni, la Nigeria è diventata teatro sanguinoso delle azioni di gruppi radicali islamici. Oltre a Boko Haram, il Paese ha subìto la violenza dei pastori nomadi di etnia Fulani, che formano anch’essi una setta estremista musulmana. Gli obiettivi principali di questi gruppi sono i cristiani locali.

Il 26 aprile 2019, l’arcivescovo di Kaduna, monsignor Matthew Man-oso Ndagoso era arrivato a rilasciare una dichiarazione fortissima al portale cattolico LifeSiteNews dicendo “Stanno uccidendo i cristiani come polli”.

La frase dell’arcivescovo ha fatto il giro del mondo, ma da allora ben poco è cambiato nella situazione drammatica dei cristiani perseguitati nel Paese. La violenza cronica prosegue, e viene difficilmente affrontata dai cosiddetti “grandi media” mondiali. Allo stesso modo, il genocidio in atto interessa poco o niente i “professionisti dell’indignazione internazionale”.

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