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A Padova sulle orme di Sant’Antonio e San Leopoldo Mandić

Basilica of Saint Anthony of Padua

volkova Natalia | Shutterstock

Bret Thoman, OFS - pubblicato il 25/05/21

Un pellegrinaggio in quella che alcuni ritengono sia la più antica città italiana

Padova è una città affascinante. È abbastanza caratteristica per sembrare una piccola città, ma ha tutti i servizi di una più grande. I locali dicono che sia la più antica città italiana, anche se è un’affermazione discutibile. Ciò che è vero è che la sua università è una delle più antiche d’Europa.

Per il pellegrino ci sono due principali attrazioni religiose. La destinazione di pellegrinaggio per eccellenza è basilica di Sant’Antonio. Un santo francescano meno noto è il cappuccino San Leopoldo Mandić, anch’egli sepolto qui. Per chi ama l’arte religiosa, la Cappella degli Scrovegni, piena di affreschi dipinti Giotto nella sua età matura, è da non perdere.

Sant’Antonio da Padova (1195-1231)

Sant’Antonio è uno dei santi più amati nel cristianesimo. Nato in Portogallo, lasciò gli Agostiniani per i Francescani dopo essere rimasto toccato vedendo i resti di cinque protomartiri francescani uccisi in Marocco e le cui salme vennero portate in un’abbazia portoghese.

Anche Antonio partì per il Marocco, sperando di predicare il Vangelo, ma si ammalò e dovette ripartire per tornare in Portogallo. La sua nave naufragò, e lui approdò invece in Sicilia, puntando poi verso nord e rimanendo in Italia, dov’era noto per il suo instancabile servizio ai poveri e ai malati. La sua conoscenza della Scrittura e l’eloquente predicazione colpirono molti – dalla nobiltà agli analfabeti –, impressionando perfino lo stesso San Francesco.

Dopo la morte di Antonio abbondano leggende e miracoli. È stato uno dei santi canonizzati più rapidamente nella storia ecclesiale, e nel 1946 è stato proclamato Dottore della Chiesa.

In occasione di una sua esumazione avvenuta circa tre secoli dopo la sua morte, la lingua e le corde vocali vennero trovate incorrotte. La festa di Sant’Antonio si celebra il 13 giugno.

La basilica di Sant’Antonio

La basilica di Sant’Antonio è la principale tra tutte le chiese di Padova. Nota localmente come “Il Santo”, la sua costruzione venne iniziata poco dopo la morte di Sant’Antonio nel 1230 e completata nel secolo successivo.

Progettata da Nicola Pisano, è coperta da sette cupole, due delle quali a forma piramidale. Appena dopo l’ingresso, sulla sinistra, c’è un grande monumento in cui si conservano i resti di Sant’Antonio. La tomba marmorea venne decorata dai migliori artisti del XIII secolo.

Dietro l’altar maggiore, nell’abside, c’è una cappella in cui le più importanti reliquie di Sant’Antonio sono visibili dai visitatori. Le più note sono la lingua incorrotta e le corde vocali.

San Leopoldo Mandić

Un santo francescano meno noto è San Leopoldo Mandić. Come Antonio, non era italiano. Era nato nel 1866 in Dalmazia, oggi parte della Croazia.

Da bambino ebbe vari problemi di salute, e rimase piuttosto piccolo di statura. Era impacciato e balbettava, ma divenne molto forte spiritualmente. A 16 anni entrò tra i Frati Cappuccini nella provincia settentrionale d’Italia, e trascorse il resto della sua vita nel Paese.

La chiamata principale di Leopoldo fu come confessore. Per 34 anni, trascorse la maggior parte della sua giornata nel confessionale. Gli altri frati spesso lo criticavano per la sua scarsa severità visto che garantiva sempre l’assoluzione, ma fra’ Leopoldo credeva che la misericordia di Dio fosse illimitata.

Leopoldo è morto di cancro a 76 anni ed è stato canonizzato da Papa San Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1983. È considerato l’“Apostolo dell’Unità” per i suoi sforzi per riunire la Chiesa cattolica e quella ortodossa. La sua festa si celebra il 12 maggio.

La chiesa di San Leopold Mandić

La chiesa cappuccina che ospita i resti di San Leopoldo Mandić è situata subito fuori dalla centro cittadino. A seguito dei bombardamenti della II Guerra Mondiale, la chiesa e parte del convento in cui viveva sono stati demoliti, ma la sua cella e il suo confessionale sono rimasti intatti.

Si dice che prima della morte abbia predetto: “La chiesa e il convento verranno colpiti dalle bombe, ma questa piccola cella no. Qui Dio ha esercitato tanta misericordia che deve rimanere come monumento alla bontà divina”.

La Cappella degli Scrovegni

Situata appena fuori dal centro di Padova, la Cappella degli Scrovegni è un’attrazione di spicco. Costruita come cappella per custodire la tomba della nobile famiglia degli Scrovegni, è stata trasformata in un museo.

All’interno è esposto uno dei cicli di affreschi medievali meglio conservati al mondo. Giotto lo dipinse nel 1305, verso la fine della sua vita (il ciclo di San Francesco venne invece dipinto quando era giovane). Gli affreschi raffigurano la vita della Vergine Maria e di Gesù, come anche il Giorno del Giudizio.

(Tempo permettendo, non perdetevi il Caffé Pedrocchi. Fondato nel 1831, la sua specialità è il caffè omonimo, simile al cappuccino con uno strato di crema alla menta sopra un caffè caldo. Proibito aggiungere zucchero o mescolare con un cucchiaino!)

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