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Sapevate che non tutti i cattolici sono obbligati ad andare a Messa?

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Shutterstock | MikeDotta

Padre Henry Vargas Holguín - pubblicato il 24/05/21

Chi è dispensato dalla Messa di precetto, e quando non è obbligatorio andare in chiesa?

I cattolici che hanno un impedimento legittimo non hanno l’obbligo di andare a Messa. La Chiesa lo riconosce quando ci sono ragioni serie, valide e di forza maggiore, qualcosa di eccezionale, puntuale o straordinario.

Quali sarebbero le ragioni che dispensano o esentano i fedeli dalla Messa di precetto?

Ad esempio, si può pensare a una malattia che non permette di uscire di casa, la cura di persone malate o anziane, la cura di bambini piccoli (Catechismo, 2181), un lavoro obbligatorio o legittimo (militari, poliziotti, personale medico, personale di vigilanza…), un viaggio inaspettato e irrimandabile, un’occupazione che non può essere abbandonata o rimandata, quando c’è solo un sacerdote nel paese e si è assentato e il paese vicino è molto lontano e non c’è modo di andare o tornare, vivere in un luogo in cui non si celebra la Messa, ecc., o chi è dispensato dal proprio parroco (Codice di Diritto Canonico, Canone 1245).

Se qualcuno dubita su un caso concreto o vuole fare le cose bene e con coscienza, si raccomanda di chiedere in parrocchia o di chiedere la dispensa al parroco.

Messa vespertina

La Chiesa facilita il compimento del precetto proponendo la Messa prefestiva o della vigilia, e favorisce la partecipazione alla Messa attraverso i mezzi di comunicazione quando la trasmissione è dal vivo e in diretta.

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“Se per la mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica, si raccomanda vivamente che i fedeli prendano parte alla liturgia della Parola, se ve n’è qualcuna nella chiesa parrocchiale o in un altro luogo sacro, celebrata secondo le disposizioni del Vescovo diocesano, oppure attendano per un congruo tempo alla preghiera personalmente o in famiglia o, secondo l’opportunità, in gruppi di famiglie” (Canone 1248, 2).

Quanto alla Messa trasmessa dai mezzi di comunicazione, sarà valida solo per le persone che non possono davvero recarsi in chiesa finché dura la difficoltà; non sarà mai un modo per evadere il dovere della Messa in presenza.

Va sottolineato che finché dura la pandemia di Covid-19 la Chiesa estende la possibilità della Messa attraverso i mezzi di comunicazione per tutti cattolici, non obbligando necessariamente ad andare a Messa in presenza per evitare la diffusione del virus.

Giorni speciali

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“La domenica dev’essere il giorno per riposare nel Signore”, diceva Papa Pio XII.

In circostanze normali, i cattolici sono chiamati a partecipare alla Messa nei giorni di precetto, ovvero tutte le domeniche e nelle feste dette appunto di precetto.

Non rispettare l’obbligo di andare alla Messa di precetto comporta un peccato grave, e anche se si rispetta il precetto può esserci un peccato veniale se si arriva tardi a Messa o se la persona va via un po’ prima che la Messa termini con l’invito del sacerdote o del diacono “Andate in pace”.

Perché obbligatorio?

Perché è obbligatorio andare a Messa la domenica e nelle feste di precetto?

Il motivo è doppio: perché è obbligatorio rendere culto a Dio, dovere che deriva dal diritto naturale, e perché la Santa Messa è “fonte e culmine della vita cristiana” (Lumen Gentium, 11).

La Messa è quindi il centro e la radice della vita cristiana.

Bisogna però intendere bene la parola “obbligatorio” o “obbligo”. Non sono termini con una connotazione negativa, al contrario: denotano qualcosa che dev’essere o si deve fare intrinsecamente.

Per amore

Queste parole menzionano qualcosa di necessario o importante che si deve dare, perché si cerca una bene superiore o un bene comune o individuale o perché è l’espressione o la logica conseguenza di qualcosa o è connaturato a qualcosa.

È il caso, ad esempio, dei padri di famiglia che per amore si obbligano a compiere sacrifici per il bene dei suoi figli.

Essere inseriti nella Chiesa, e di conseguenza in una società, implica dei diritti e degli obblighi o doveri.

Ogni obbligo di fare qualcosa implica, a sua volta, la responsabilità e l’impegno della persona a svolgere un determinato compito sia per se stessa che a favore del contesto in cui si muove.

Nel caso della Messa di precetto, parteciparvi è un obbligo che, per fede, nasce dall’amore e dalla gratitudine nei confronti di Dio, dall’amore per la Chiesa e per la propria salvezza.

È per amore che le persone si obbligano a fare qualcosa.

Dai 7 anni in su

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I cattolici, a partire dall’età in cui si ha l’uso della ragione, sono obbligati a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto.

Il Codice di Diritto Canonico stabilisce che le leggi meramente ecclesiastiche obbligano i fedeli:

“Alle leggi puramente ecclesiastiche sono tenuti i battezzati nella Chiesa cattolica o in essa accolti, e che godono di sufficiente uso di ragione e, a meno che non sia disposto espressamente altro dal diritto, hanno compiuto il settimo anno di età” (Canone 11).

Va chiarito che il Codice non presenta un limite di età superiore a partire dal quale i fedeli non sarebbero più obbligati a partecipare alla Messa di precetto, come accade con il dovere di rispettare il digiuno, la cui età limite sono i 59 anni compiuti.

Gli anziani sono quindi obbligati ad andare a Messa per rispettare il precetto senza che l’età rappresenti una causa di esenzione.

L’obbligatorietà, la necessità o l’importanza della Messa di precetto è qualcosa di cui tener conto a meno che i fedeli non siano esentati per una ragione seria, valida e di forza maggiore che impedisca davvero di recarsi in chiesa.

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