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“Non è il concorso del vescovo più bello”. La stoccata del Papa alla Cei

AFP 2020 02 23

ALBERTO PIZZOLI/AFP/East News

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 24/05/21

Papa Francesco ha aperto l’assemblea dei vescovi italiani parlando anche del futuro Sinodo della Chiesa italiana ("deve cominciare dal basso, nelle parrocchie") e delle "norme" di ammissione nei seminari

Sinodo, seminari e una stoccata ai vescovi: così Papa Francesco ha aperto nel pomeriggio i lavori della 74/ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana presso l’hotel Ergife di Roma. 

Al centro dei lavori l’apertura del cammino sinodale della Chiesa italiana, uno dei temi più a cuore per il Papa. Francesco ha aperto a braccio i lavori della Assemblea Generale dei vescovi italiani (Aci Stampa, 24 maggio).

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Il concorso dei vescovi

Il Pontefice ha esordito con una battuta: «Appena sono entrato ho avuto un cattivo pensiero: è un’assemblea dei vescovi o un concorso per eleggere il vescovo più bello? Perché qui si fanno dei concorsi..», ha detto. 

«So che non è facile fare una cosa domestica in una casa che non è nostra, non è facile, ma possiamo fare che diventi con il nostro atteggiamento con la nostra preghiera e che possa andare avanti questa assemblea» (Famiglia Cristiana, 24 maggio).

Il Sinodo dal basso in alto

«Il Sinodo deve cominciare dal basso in alto, nelle piccole comunità, nelle piccole parrocchie. Questo ci chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà far parlare la gente», ma da lì arriverà «la saggezza del popolo di Dio», ha sottolineato poi il Papa, parlando all’assemblea dei vescovi.

La formazione nei seminari

«In questo momento c’è un pericolo molto grande: sbagliare nella formazione e anche sbagliare nella prudenza nell’ammissione dei seminaristi», ha aggiunto il Papa. «Abbiamo visto con frequenza seminaristi che sembravano buoni ma rigidi. La rigidità non è del buono Spirito. E poi ci siamo accorti che dietro quella rigidità c’erano dei grossi problemi. I seminaristi ricevuti senza chiedere informazioni, che sono stati cacciati via da una congregazione religiosa o da una diocesi». 

«E poi la formazione», ha concluso l’intervento il Papa all’assemblea dei vescovi, «non possiamo scherzare con i ragazzi che vengono da noi per entrare in seminario» (Il Sole 24 Ore, 24 maggio).

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