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Il Papa cambia il percorso verso il Sinodo dei Vescovi: ora sarà in tre fasi

SYNOD2018

Antoine Mekary | ALETEIA

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/05/21

L’assemblea si terrà nel 2023. Ecco quali sono le novità volute da Francesco

La Chiesa si prepara ad un nuovo e diverso Sinodo dei vescovi, che avrà luogo nel 2023. 

Papa Francesco, lo scorso 24 aprile 2021, ha approvato un nuovo itinerario sinodale per la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, inizialmente prevista per il mese di ottobre del 2022, sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. 

La novità: le tre fasi del Sinodo

La Segreteria Generale del Sinodo, con l’assenso del Consiglio Ordinario, ha proposto le inedite modalità per il cammino verso l’Assise.

Il percorso per la celebrazione del Sinodo si articolerà in tre fasi, tra l’ottobre del 2021 e l’ottobre del 2023, passando per una fase diocesana e una continentale, che daranno vita a due differenti Instrumentum Laboris, fino a quella conclusiva a livello di Chiesa Universale.

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Il Papa al termine della santa messa che ha chiuso, il 27 ottobre 2019, il Sinodo per l’Amazzonia

L’ascolto reale del Popolo di Dio

L’articolazione delle differenti fasi del processo sinodale renderà così possibile l’ascolto reale del Popolo di Dio e si garantirà la partecipazione di tutti al processo sinodale. Non è solo un evento, ma un processo che coinvolge in sinergia il Popolo di Dio, il Collegio episcopale e il Vescovo di Roma, ciascuno secondo la propria funzione.

In ognuna delle tre fasi, la Segreteria del Sinodo, le diocesi, e le Conferenze Episcopali avvieranno delle fasi di consultazioni.  Ora vediamo più nei dettagli come è organizzato tutto il percorso del Sinodo.

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L’apertura del Sinodo

L’apertura del Sinodo avrà luogo tanto in Vaticano quanto in ciascuna diocesi. Il cammino sarà inaugurato dal Santo Padre in Vaticano: il 9-10 ottobre.

Con le medesime modalità, domenica 17 ottobre, si aprirà nelle diocesi, sotto la presidenza del rispettivo vescovo.

Fase diocesana (ottobre 2021 – aprile 2022)

L’obiettivo di questa fase è la consultazione del Popolo di Dio (cfr. Episcopalis Communio, 5,2) affinché il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo.

Fase continentale (settembre 2022 – marzo 2023)

La finalità di questa fase è di dialogare a livello continentale sul testo del primo Instrumentum Laboris, realizzando un ulteriore atto di discernimento alla luce delle particolarità culturali specifiche di ogni continente.

Fase della Chiesa Universale (ottobre 2023)

La Segreteria Generale del Sinodo invierà il secondo Instrumentum Laboris ai partecipanti all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Poi ci sarà la celebrazione del Sinodo dei Vescovi a Roma, secondo le procedure stabilite nella Costituzione Apostolica Episcopalis Communio (ottobre 2023).

Sinodo e Spirito Santo

Il Sinodo dei Vescovi, si legge nella presentazione dell’itinerario sinodale approvato dal Papa, è il punto di convergenza del dinamismo di ascolto reciproco nello Spirito Santo, condotto a tutti i livelli della vita della Chiesa (cf. Discorso del Santo Padre Francesco nella commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015). 

October 20, 2014: Pope Francis leads a consistory for the beatification of Giuseppe Vaz and Maria Cristina dell’Immacolata Concezione in the Synod Hall at the Vatican 2 – ar
Signature: ©ALESSIA GIULIANI/CPP

Le Chiese particolari 

Un particolare rilievo per l’assemblea sinodale, lo assumono le Chiese particolari. 

«Considerando che le Chiese particolari, nelle quali e a partire dalle quali esiste l’una e unica Chiesa cattolica, contribuiscono efficacemente al bene di tutto il corpo mistico, che è pure il corpo delle Chiese (cf. Lumen Gentium 23), un processo sinodale integrale si realizzerà in modo autentico solo se si coinvolgono in esso le Chiese particolari». 

Grech: “Da evento a processo”

Il cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha spiegato a Vatican News il senso di questi storici cambiamenti del percorso sinodale. 

«La prima e più grande novità è la trasformazione del Sinodo da evento in processo – ha spiegato Grech – L’ho già sottolineato: mentre prima il Sinodo si esauriva nella celebrazione dell’Assemblea, ora ogni Assemblea del Sinodo si sviluppa secondo fasi successive, che la costituzione chiama “fase preparatoria, fase celebrativa, fase attuativa”». 

“Ascoltare Cristo nelle Chiese particolari”

La prima fase «ha come scopo la consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese particolari. Nel discorso del 50° il papa insiste tanto sull’ascolto del sensus fidei del Popolo di Dio. Si può dire che è questo uno dei temi più forti del pontificato attuale: molti interpreti sottolineano giustamente il tema della Chiesa come Popolo di Dio. Ma quello che maggiormente caratterizza questo Popolo per il papa è il sensus fidei, che lo rende infallibile in credendo. Si tratta di un dato tradizionale in dottrina, che attraversa tutta la vita della Chiesa: “la totalità dei fedeli non può sbagliarsi nel credere”, in forza della luce che proviene dallo Spirito santo donato nel battesimo». 

Il Concilio Vaticano II, prosegue Grech, dice che «il Popolo di Dio partecipa alla funzione profetica di Cristo. Per questo bisogna ascoltarlo, e per ascoltarlo bisogna andare là dove vive, nelle Chiese particolari. Il principio che regola questa consultazione del Popolo di Dio, è l’antico principio che “da tutti deve essere discusso ciò che interessa tutti”. Non si tratta di democrazia, di populismo o qualcosa del genere; è la Chiesa ad essere Popolo di Dio, e questo popolo, in ragione del battesimo, è soggetto attivo della vita e della missione della Chiesa».

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Il cardinale Grech.

Due atti complementari

Secondo il cardinale Grech, il fatto che questa fase del Sinodo dei Vescovi è chiamata preparatoria «potrebbe trarre in inganno qualcuno, quasi che non facesse parte del processo sinodale. In realtà, senza questa consultazione non ci sarebbe processo sinodale, perché il discernimento dei Pastori, che costituisce la seconda fase, si fa su ciò che è emerso dall’ascolto del Popolo di Dio. Si tratta di due atti strettamente correlati, direi complementari: le questioni che i Pastori sono chiamati a discernere sono quelle emerse dalla consultazione, non altre». 

Il popolo di Dio e i loro pastori

L’Instrumentum laboris, evidenzia il segretario del Sinodo, si elabora sulla base di questi due atti, che fanno capo a due soggetti: il popolo di Dio e i loro pastori. Il discernimento dei pastori ha il suo punto culminante nell’Assemblea sinodale, che raccoglie il discernimento di tutte le Conferenze episcopali, nazionali e continentali, e del Consiglio dei Patriarchi delle Chiese orientali. 

«Un atto corale – conclude Grech – che implica nel processo sinodale tutto l’episcopato cattolico. Come non sperare grandi frutti da un cammino sinodale così ampio e partecipativo? E come non sperare che le indicazioni emerse dal Sinodo diventino, attraverso la terza fase, quella dell’attuazione, vettore di rinnovamento e di riforma della Chiesa?».

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